77

40.4K 1.5K 409
                                        

[Amber’s pov]

Non sapevo se essere più curiosa sulla sua famiglia o tutto il casino che aveva in mente. Volevo  prendere tutti i suoi pensieri annodati e aiutarlo a districarli, cosicché tutte le sue preoccupazioni non avrebbero mai più dovuto perseguitare il suo bellissimo viso. Ma per tutto il viaggio di ritorno a casa, in pullman, lui aveva continuato a baciare ogni punto visibile della mia pelle. Non riuscivo a concentrarmi sul comporre frasi di senso compiuto né domande, visto che le uniche parole che uscivano dalle sue labbra, tra i baci, mi facevano aumentare il battito.

Le sue braccia mi avevano tenuta stretta, nel retro del pullman vuoto; le sue labbra si strofinarono sulla mia pelle, quando finalmente raggiungemmo la nostra fermata.

L’aria fredda si era imbattuta sul mio corpo accaldato, nel momento in cui scendemmo dal bus, facendomi rabbrividire, il che ovviamente non passò inosservato. Con quel sorriso più morbido di un petalo di rosa; mi aveva preso la mano e mi aveva abbracciato da dietro, seppellendo il suo viso nel mio collo, respirando aria calda, solo per me.

Mi aveva tenuto al caldo, in quel modo; abbracciandomi con un braccio, mentre camminavamo verso casa mia. Le mie gambe erano sembrate gelatina ed ero più che felice che mi stesse tenendo così stretta; se no sarei stata una confusione di sentimenti e felicità, che irradiava perfino dalle crepe del marciapiede, creando bellissime righe. Ero così felice che facevo fatica a contenermi.

“Allora non ti dispiace?” sussurrò Harry contro la mia guancia, intrecciando le sue dita calde con le mie.

“Mi dispiace c-cosa?” non ero sicura che lui sapesse quanto presa da lui fossi in quel momento; ruotai la testa di lato per trovare le sue labbra morbide, che non avevano mai toccato le mie per tutto il viaggio di ritorno. Era come un gioco che amava giocare; stuzzicarmi in quel modo.

Ma era molto più alto e gli riusciva più facile allontanarsi, sentii l’aria calda, proveniente dalle sue labbra, quando rise al mio disperato tentativo.

“Non ti dispiace che io stia da te, stanotte?” le sue parole erano quasi attente ed erano state dette un po’ troppo a bassa voce, essendo una richiesta educata, della quale sapeva già la risposta. Pensava veramente che gli avrei detto di no?

“Rimarrei seriamente arrabbiata, se non lo facessi,” le mie parole erano lente e rauche; risi, mentre dei brividi mi percorrevano la schiena sentendolo sorridere contro alla mia pelle, in quello specifico punto sotto alla mandibola. Avevo provato in tutti i modi a rimanere concentrata sul trovare le mie chiavi, nel casino della mia borsa, ma non era facile con quell’angelo dai capelli ricci che mi faceva dimenticare come respirare.

Secondi dopo le sue mani calde toccarono le mie nella borsa e le sue labbra lasciarono la mia pelle, cosicché potessero trovare le chiavi per me.

Mi appoggiai allo stipite della porta; gli occhi aperti e la mente non ancora sicura di come qualsiasi parte del corpo riuscisse a funzionare. Lo guardai girare le chiavi e aprire la porta con la sua forte spalla, tirandomi con sé. Il suo sorriso era caldo come un raggio sole.

In qualche modo entrammo in casa mia e la mia mente si diventò sempre meno stordita da Harry. Mi sedetti sulla sedia più vicina, mentre lui si muoveva a tentoni nel buio. Con la luce proveniente dalla finestra riuscì ad accendere la lampada sul piccolo comodino, che illuminò la stanza con una luce soffusa e calda.

Si voltò e mi sorrise, mostrandomi le sue fossette; i capelli castani vennero spostati indietro, mentre posava la borsa di plastica con le sue cose per terra accanto al muro, vicino ai miei vestiti.

Era incredibilmente bello. I suoi occhi verdi mi facevano venir voglia di adorarli e guardarli. Il suo labbro inferiore venne intrappolato dai suoi denti, quando i suoi occhi trovarono i miei e si tolse la giacca. Il mio cuore non riusciva a seguire, mentre il sangue mi si muoveva in corpo dalla testa ai piedi, velocemente, a quella vista. Pigramente mi tolsi la sciarpa, che Harry aveva già cominciato a spostare sul pullman. I suoi stivali erano stati posati educatamente accanto al muro, vicino alla sua giacca e alla borsa. Le mie dita passarono sopra al succhiotto che mi aveva fatto; faceva ancora male, ma il ricordo dei suoi dolci baci in quel posto, mi fece sorridere a lui, quando cominciò a camminare verso di me. Mai lasciando che i suoi bellissimi occhi, lasciassero i miei.

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora