[Amber's pov]
Mi svegliai da sola- senza che niente disturbasse il mio sonno- sentendo come il mio sesto senso per i raggi del sole riemergesse. Era uno dei miei momenti perfetti; il mio momento preferito del giorno. Quel giorno non era di certo l'eccezione- anzi, mi sentivo eccezionalmente bene. Un brivido di felicità sembrava essersi stabilito permanentemente nel mio petto, nelle mie braccia, gambe, dita. Come piccoli baci su di me, che mi fecero sorridere e arrotolarmi nelle coperte. Risi. Non sicura del perché- finché quei pochi secondi di oblio, che ti sorprendevano sempre quando ti svegliavi, scomparirono e il ricordo di un paio di occhi verdi riempì la mia mente. Trattenni il respiro, sentendo un afflusso oltrepassarmi il corpo, mentre ogni singolo dettaglio mi giunse, facendomi intorpidire dalla gioia. Era stato mio- e solo mio.
Ogni sorriso, ogni bacio, ogni sussurro, ogni carezza, e ogni movimento. Sentii le mie guance arrossarsi, mentre il mio cuore cominciava a battermi fuori dal petto. Il mia pelle era formata da piccoli fuochi, quando aprii gli occhi per guardare la stanza; aspettandomi di trovare quegli occhi verdi, che mi avevano tenuta al sicuro la notte precedente. Gli occhi in cui volevo perdermi.
Invece del ragazzo che amavo- un brivido mi percorse la schiena, quando ricordai di averglielo detto- invece di trovarlo sorridere o magari leggere o entrambe le cose; la stanza si rivelò vuota. Mi sollevai di più sul materasso, deglutendo, ricordandomi che Harry non aveva risposto al mio 'ti amo'. Attirai la coperta al mio corpo nudo; i miei occhi cercarono freneticamente nella stanza, mentre una nuvola scura sembrava essersi messa davanti al mio sole. Avevo più freddo; sentii il mio cuore, sprofondare.
Mi alzai con la coperta avvolta attorno a me; non mi azzardavo a pensare a nessuno di quei pensieri riguardanti il motivo per cui lui non fosse lì. I miei occhi si mossero di nuovo nella stanza- trovando la cucina, dove non ero riuscita a guardare dal materasso- non c'era nessuno. Trattenni il respiro. Cercando qualche segno del fatto che fosse stato realmente a casa mia e che avesse fatto l'amore con me. Che fosse stato il mio tutto. Poi i miei occhi finirono su un pezzo di carta sul bancone della cucina. Quasi inciampai nella coperta per raggiungerlo; le mie dita tremanti presero in mano il foglio di carta, che mi sembrava familiare. Era una pagina del diario che Harry mi aveva dato.
Perché ero così nervosa? Mi fidavo di lui- lo... lo amavo. Perché ero così nervosa di leggere quel bigliettino con su scritto 'Amber'. Inarcai le sopracciglia e dissi alla mia stupida mente di stare zitta. Stai zitta. Non è qui. Stai zitta. Non ha detto che ti ama. Perché dovrebbe? Stai zitta. Stai zitta! Mi concentrai sull'aprire il foglietto e trattenni il respiro, quando i miei occhi trovarono la pima parola scritta con la sua familiare scrittura;
La mattina è sempre la cosa peggiore. Quelle ore dopo le quattro di mattina, quando non riesco più ad addormentarmi, dopo che gli incubi mi hanno svegliato. È come se non riesca a respirare a meno che il sole non mi trovi. È come se il mio corpo sia troppo a disagio per dormire- troppo vulnerabile per rischiare di sognare. Stanotte è stato diverso. Ho osato sognare. Quando mi sono svegliato, ero convinto che il mio stupido cuore non si fosse ancora svegliato dal sogno- come poteva? Stava battendo per te. Spero che i tuoi capelli siano ancora in disordine- spero che ci siano ancora delle ciocche fuori posto che io possa mettere a posto- ma più di tutto spero che tu non sia costretta a leggere questo. Perché vorrebbe dire che io non ce l'ho fatta a tornare in tempo per vederti mentre ti svegli. Ma magari, magari stiamo entrambi ancora intrappolati nel sogno del mio cuore; se è così, spero non ci sveglieremo mai. Neanche quando il mio cuore smette di battere per te. Neanche in quel caso.
Le parole erano scritte attentamente in linee dritte ma come un bellissimo miscuglio di pensieri; come se fosse rimasto seduto con il buio della notte ancora su di lui. Mezzo addormentato, scrivendo qualsiasi cosa gli uscisse dalla mente e dal cuore; rompendo il mio cuore con la sua bellezza, come sempre. In fondo alla pagina, c'erano scritte altre parole- più velocemente, come se fossero state aggiunte dopo. Mi fecero sorridere:
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the journal - h.s. [Italian]
Hayran Kurgu"Ti rendi conto che un diario è una cosa molto personale, vero?" la sua voce era roca, bassa e minacciosa. Mi fece indietreggiare, presa dal panico, mentre lui continuava, "quindi la mia domanda è, perché cazzo stai leggendo il mio?"