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Non dissi molto. Veramente non dissi nulla. Ripetei l'azione che avevo compiuto prima, prendendogli la mano e avvicinandomi a lui sul divano. Passai un dito sul suo tatuaggio della croce, mentre lui mi guardava attentamente. Finalmente presi un respiro profondo e lo guardai, con un sorriso, "So che non credi a queste cose- ma sono abbastanza sicura che lei sia molto fiera di te in questo momento, ovunque sia."

Si poteva vedere la leggera speranza che crebbe nei suoi occhi per un breve periodo di tempo, prima che sparisse di nuovo, lasciando soltanto un paio di occhi verdi di fronte a me. Poi annuì leggermente, come se fosse l'unica cosa che poteva darmi in quel momento.

Si schiarì la gola e riportò l'attenzione al diario, ancora fermo sul tavolo. La sua voce venne fuori un po' più forte quella volta; "Okay, prossima domanda. Qual è la cosa più insolita che vorresti fare prima di morire?"

Sorrisi alla domanda, che aveva letto ad alta voce. Me lo chiedevo sempre delle persone- io sapevo cosa volevo fare. E si poteva capire così tanto di una persona. Per prima cosa- si capiva quello che reputavano insolito. E secondo- cosa desiderassero fare- non importava quanto fosse insolito!

"Le tue domande sono molto meglio delle mie- quelle che ho io sono tutte cose banali. Tipo: avevi un animale domestico da piccola? o qual è il tuo soprannome, se ne hai uno?" mi sorrise impressionato, poi scosse la testa come se non riuscisse a crederci- anche se in qualche modo, avevo la sensazione che stesse cacciando via qualsiasi cosa lo stesse perseguitando, riguardo quello che era successo alla signora Meredith.

"Hai bisogno di tempo per pensarci? Ti posso dire il mio- e poi tu mi dici il tuo," risi, trasmettendogli calore. O così pensavo, dato che mi sembrava di star irradiando... calore o felicità, in quel momento. Non sapevo quale delle due fosse.

[Harry's pov]

"Mi va più che bene," provando a nasconderlo- ero onestamente molto curioso. Dio, non vedevo l'ora che le sue labbra così attraenti si aprissero e cominciassero a raccontarmi. Qual era la cosa più inusuale che volesse fare? Cosa stava succedendo nella sua bellissima mente?

Brillava.

Il rossore provocato dal calore, nella stanza, copriva le sue guance così perfettamente- e il modo in cui era in contrasto con la sua maglietta a righe bianche e blu, era magico. Si era arrotolata le maniche fino ai gomiti, rivelando un braccialetto d'oro con diversi ciondoli. E come suo solito, indossava quel sottile anello elegante.

"Oh quindi ti va più che bene? Immagino," mi sorrise, testando la mia pazienza fino al limite, mentre casualmente prese un sorso del suo caffè, ancora tiepido. Oh quindi lei era una di quelle persone che apprezzavano anche il caffè tiepido? C'era sempre qualcosa di nuovo che notavo di lei, anche solo guardando le sue azioni. Come, il modi in cui si spostava i capelli dietro all'orecchio- e lontano dalla sua faccia, quando pensava. E il modo in cui in cui stringeva gli occhi, ascoltando attentamente e quando era interessata a qualcuno.

"Sì, voglio dire, è una delle domande migliori da fare ad uno sconosciuto," il suo sorriso crebbe, prendendomi in giro ancora di più. Allungando l'attesa. Oh quindi si era accorta della mia curiosità, nonostante i miei tentativi di nasconderla. Maledizione.

"Sono ancora uno sconosciuto allora?" scherzai anche io, colpendola con la mia spalla, facendola sorridere. Sapeva che era lei ad avere il coltello dalla parte del manico.

"Beh, è solo la quarta volta che ci vediamo- se non contiamo quella volta nel pullman. E poi, sei pazzo, no?" roteai gli occhi, mentre lei cominciò a ridere, notando come non riuscissi a contenere la mia curiosità. Volevo sapere tutto di lei! Se le piacesse dormire fino a tardi o svegliarsi presto. Se preferisse l'estate all'inverno. Che musica ascoltasse. Sembrava ci fosse pochissimo tempo per farmi rispondere a quelle domande- quindi decisi di afferrarle il fianco. Lei rimase sorpresa, non aspettandosi minimamente il mio improvviso attacco di solletico. Era così facile mantenerla al suo posto, mentre le risate le percuotevano il corpo e lei provava a spingermi via. Io però ero più forte di lei e vedere come provasse a scappare, era adorabile. Non diventò nemmeno meno attraente, quando cominciò ad implorarmi di smettere.

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora