[Amber’s pov]
“Quanto manca, prima che tu debba andare?” chiesi, appoggiando la testa sul suo petto.
Il sole brillava, fuori dalla finestra, su di noi; baciava la mia schiena e il lato del suo volto. Non avevamo fatto niente, se non stare sdraiati a parlare. Occasionalmente ci eravamo spostati o lui mi aveva rubato un bacio. Una sua mano era sulla mia schiena, mentre l’altra era dietro la sua testa; era sdraiato di schiena con gli occhi chiusi, mentre io studiavo i suoi lineamenti rilassati. Non potevo ricordare di cosa avevamo parlato; era passato come un fiume di luce oro e felici momenti, che la mia anima stava costudendo avidamente.
Non rispose, fece una smorfia con gli occhi chiusi, “Che ore sono?” la sua voce era roca. Magari per tutte le chiacchere che avevamo fatto, o magari per la stanchezza, mentre rimaneva sdraiato lì, completamente rilassato nel sole, come un dio sceso in terra.
Mi posizionai meglio sul suo petto, facendolo ridere, dato che i miei movimenti erano insicuri. Mi tenne stretta con una mano, mentre mi stiracchiavo completamente sul suo corpo; solo per poter vedere l’orologio della cucina; “Sono le quattro e mezza. Il che vuol dire che dovrei seriamente cominciare il mio compito. Non penso che il signor Calvin apprezzerebbe un altro compito in ritardo. A parte questo è davvero un bravo insegnante.”
“Sì?” mi chiese Harry, le sue mani mi avvolsero i fianchi dopo che lui si era messo a sedere. Mi aveva avvicinato ancora, con le sue gambe ad ogni lato del mio corpo.
“È sorprendentemente giovane, quindi è anche al passo con le conoscenze e con il presentare le cose in modo interessante. Inoltre; lui sa veramente come si usa un computer- voglio dire, altri professori all’università,” presi un respiro profondo, roteando gli occhi al pensiero, sentendo il suo mento sulla mia spalla, “seriamente, voglio spararmi, quando ci mettono più di dieci minuti per aprire un nuovo documento di Word!”
Scossi leggermente la testa al ricordo di quei lunghi pomeriggi, nelle aule affollate, mentre ridevo.
“Quanto giovane, esattamente?” chiese Harry innocentemente ma un pochino troppo velocemente e anche quasi troppo innocentemente. Provai a girarmi, così da vederlo, sorridendo, ma le sue braccia mi tenevano ferma.
“Molto giovane,” lo presi in giro, non realmente sicura di cosa gli stesse passando per la mente al momento, mentre mordicchiava il mio collo e il suo braccio mi teneva più stretta.
Un lamento profondo gli scappò dalle labbra, facendo sì che la mai pelle venne accarezzata da alito caldo.
“Ti da fastidio che lui sia giovane?” chiesi giocosamente, trovando quel nuovo lato di Harry, fuori luogo, ma allo stesso tempo sorprendentemente divertente. Di solito non era così e si faceva gli affari suoi; allora perché gli importava tanto di Mr. Calvin?
“Forse,” disse, lasciando un dolce bacio sulla mia pelle. Il suo tono era troppo scuro, per essere giocoso, il che mi sorprese in maniera elettrizzante.
“Perché?”
Liberò un braccio e lo sollevò. Con un dito sotto al mio mento, mi spostò la testa cosicché potessi vederlo; era molto vicino.
Non stava sorridendo- invece un fuoco verde stava bruciando nei suoi occhi, “Perché lui può passare con te il tempo, in cui io sono al lavoro.” Lo strano fuoco verde crebbe di intensità dopo ogni parola; potevo sentire il suo cuore battere contro la mia schiena. Mi mossi, così da poterlo vedere meglio e posai una mano sul ginocchio. Assottigliai gli occhi, mentre il mio cuore volteggiava per quel suo lato iperprotettivo; “Potrei farti entrare di nascosto in classe, lo sai.”
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the journal - h.s. [Italian]
Fanfiction"Ti rendi conto che un diario è una cosa molto personale, vero?" la sua voce era roca, bassa e minacciosa. Mi fece indietreggiare, presa dal panico, mentre lui continuava, "quindi la mia domanda è, perché cazzo stai leggendo il mio?"