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[Amber’s pov]

Oh merda, stava per baciarmi. E io volevo che lo facesse. Così tanto. Solo guardarlo negli occhi, mi faceva bruciare il cuore, ma lui aveva messo un dito sotto al mio mento e con così tanta gentilezza mi aveva sollevato il capo- i ricordi tornarono. Come lui avesse fatto la stessa cosa un anno prima e come le cose erano andate molto male. Si era rivelato il peggior errore della mia vita, lasciare che mi baciasse quella notte, all’università. Ma lui non era Harry. E non lo sarebbe mai stato. Harry non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere- non mi avrebbe fatto  nulla di lontanamente vicino. Lo sapevo.  Ma non potei far altro che esitare, quando gli occhi verdi di Harry aspettavano galantemente che mi avvicinassi per alleviare il dolore, il bisogno, che sentivamo entrambi.

Non potevo farlo.

Non potevo farlo perché l’ultima volta mi aveva quasi distrutto. L’ultima volta non lo conoscevo abbastanza. L’ultima volta mi ero stupidamente e irrimediabilmente innamorata di qualcuno che si era rivelato la persona più insensibile ed egocentrica che io abbia mai incontrato. Gli avevo dato il mio cuore- lasciandoli tutto il mio calore, tutto il mio amore e lui aveva rovinato tutto, come se non fossi stata niente. Come se si divertisse a pugnalare il mio cuore. Come se quei tre mesi fossero stati un’enorme bugia.

Potevo ancora sentire il posto in cui Harry aveva posato il suo dito, per sollevarmi il mento. Le sue labbra si schiusero lentamente. I suoi occhi premurosi e gentili. Ma la vita non era una di quelle romantiche produzioni di Hollywood. Non si incontra il ragazzo perfetto e non si ha il bacio perfetto sotto alle stelle. La vita era crudele e a volte faceva così male che si aveva paura che fosse arrivata la fine. Non potevo permettere che un bacio mi portasse oltre al limite un’altra volta. Non potevo rischiare- e non ero sicura di essere abbastanza coraggiosa.

“Io… mi… mi dis... non posso…” potevo vedere come la scintilla morì nei suoi occhi. E mi sentii malissimo. Come se non fossi degna di vivere. Vedere quello scorcio di felicità, che finalmente sembrava essersi instaurata nel suo sguardo, scomparire, mi ruppe il cuore. E i pezzi che aveva lasciato indietro erano affilati; i loro bordi mi tagliavano dall’interno. Lasciò cadere la sua mano, come se fosse l’ultima foglia d’autunno. E con quella sparì il calore e il colore.

“Mi dispiace tanto Harry. Io… io non.” Presi un respiro profondo e chiusi gli occhi. Non riuscivo a concentrarmi, vedendolo con quell’espressione ferita, che avevo causato io. Dio, mi odiavo come non mi ero mai odiata in vita mia, per avergli fatto quello.

“L’ultima volta- io… ho incontrato qualcuno. È… io…” era terribile, lì nell’oscurità, dietro alle mie palpebre. I suoi occhi verdi infestavano i miei pensieri, ma c’era un altro paio di occhi che mi guardava dall’alto, con pietà e disgusto, il suo sorriso colmo di superiorità. Avevo voglia di piangere, gridare, rompere qualcosa. Lo odiavo per questo. Per occuparmi la mente e impedirmi di vivere la mia vita.

Ero arrabbiata con me stessa per non essere in grado di andare avanti. Avevo sperato che incontrando Harry, ci sarei riuscita- che fosse arrivato il momento di andare avanti. Per dimenticare il motivo per cui ero scappata a Chicago. Speravo di essere riuscita a guarire il mio cuore spezzato.

Presi un respiro profondo e riaprii gli occhi. Harry si era allontanato da me- comprendendo perfettamente il mio rifiuto. Sembrava così… perso. Confusione e disperazione presenti nel suo sguardo; stava provando a ricostruire la facciata, ma stava fallendo terribilmente. Si ruppe a pezzi davanti a me. Quello mi rese ancora più arrabbiata con me stessa. Mi faceva capire quanto ero stata stupida a fermarlo. Mi mancava di già il suo tocco. Ma non ero stata capace di farlo, non con quei terribili ricordi dell’ultima volta, ancora chiari nella mia mente.

“L’ultima volta io… l’ultima volta mi ha spezzato il cuore. E mi ha fatto male. Tanto. E pensavo di essere riuscita a…” presi un altro respiro profondo mentre lui mi guardava attentamente. Sorrisi, provando a sembrare normale, ma lui sapeva. Si trasformò in un smorfia comunque, quindi smisi di provare. Ma non potevo sostenere il suo sguardo ancora, così decisi di guardare le sue mani. Le sue forti e gentili mani, piene di parole, scritte con una penna ad inchiostro.

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora