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[Amber’s pov]

Riuscivo ancora a sentirlo ridere quando, per la terza volta, avevo chiuso la porta del bagno dietro di me- questa volta con tutto quello di cui avevo bisogno. Mi presi la testa tra le mani, sorridendo al riflesso che mi dava lo specchio; non sembravo io. C’era qualcosa di diverso, qualcosa di più affascinante della solita immagine che mi ritrovavo davanti. Felicità, quel colore rosa delle mie guance e il grande sorriso. Scintille nei miei occhi, che mi ricordavano di quelle che avevo quando ero piccola, dopo aver giocato un intero giorno nel sole.

Scossi la testa al pensiero che Harry fosse solo dall’altra parte della porta. Se non si era mosso, era ancora sul materasso con quel bellissimo sorriso, che mi piaceva tanto. Magari aveva preso uno dei libri, lì vicino ma non notava le parole; pensava solamente a come ci eravamo messi a giocare, finendo poi per farci il solletico a vicenda sul mio materasso, come stavo facendo io. A come mi fossi forzata ad alzarmi, quando le sue dita avevano smesso di tormentare il mio corpo, come fosse sopra di me. Il modo in cui la sua maglietta grigia mi toccasse. Come il suo respiro era così invitante e  calmo, e il sorriso che cominciò quei fuochi, che io non potevo spegnere.

Ma ero scappata dalla sua gabbia, sorridendo; avevo provato a raccogliere le mie cose per il mio bagno.  Se la mia sensibilità non fosse stata così fastidiosa e così terribilmente alta nel gridare; non sarei stata in grado di fermarmi. Sarei andata fino in fondo con lui, ovunque; l’avrei seguito fino alla fine del mondo, se avesse voluto. Ma avevo bisogno di più tempo per sentirmi assolutamente sicura; avevo bisogno di essere sicura che lui fosse chi avevo pensato e sperato che fosse. Non sarebbe stato come l’altra volta. Non mi sarei lasciata ingannare mai più.

Presi un respiro profondo, con la mia mente ancora in funzione, mi tolsi i vestiti e accesi l’acqua. Mi tirai diritta e non potei fermare le farfalle nemmeno al solo pensiero che quel ragazzo, che possedeva la mia anima e ogni mio pensiero, fosse nella stanza accanto. Mi sentivo al sicuro, in un certo senso; sicuro ed emozionante  era sapere che lui fosse così vicino e così infinitamente affascinante.

L’acqua calda percorse il mio corpo, lasciando linee irregolari sulla mia pelle ed era così bello. Ma quella volta, la sensazione di liberazione, non poté lavare via l’immagine di tutti i suoi dettagli, che amavo così tanto. Volevo soltanto finire il più velocemente possibile per tornare tra le sue braccia, che erano ancora meglio di una doccia calda. Prima, quello era il mio modo preferito per scaldarmi, calmarmi e confortarmi.

Risciacquando lo shampoo alla lavanda, mi allungai per prendere il balsamo; che risultò più leggero del previsto nella mi mano. E alla fine, il ricordo della mia ultima doccia mi venne in mente; avevo scoperto che il balsamo era finito e completamente svuotato; principalmente perché ero confusa per la faccenda  ‘Harry è corso via’ che era successa proprio quella notte. E solo una semplice cosa come una bottiglietta del balsamo vuota- che non era neanche tanto importante- mi aveva fatto andare in frantumi  e mi ero arrabbiata con me stessa per quella reazione. Arrabbiata per non essere in grado di contenermi; che chiunque potesse essere la ragione del mio stato d’animo. Non sarebbe dovuto essere così.

Immaginai di aver semplicemente represso il ricordo; e il ricordo di come avessi comprato un nuovo balsamo il triste martedì dopo, che era ancora nella busta della spesa nell’altra stanza. Roteai gli occhi e uscii dalla doccia. Prendendo uno dei grandi asciugamani bianchi, me lo avvolsi stretto attorno al corpo e aprii la porta, con il cuore che mi batteva fuori dal petto, mentre l’acqua scendeva dai miei capelli e sulla mia schiena. L’aria fredda dell’appartamento mi colpì e rese ogni goccia sulla mia pelle umida, ancora più fredda. Il getto che continuava nella doccia, abbandonata per la mia semplice missione, quasi sovrastava la voce di Harry.

Prima di aprire la porta completamente, le sue parole mi arrivarono come aria fredda; “Non mi interessa un cazzo, come ti ho già detto- e come cazzo hai fatto ad avere questo numero?” trattenni il respiro, non sapendo cosa fare prima che lui continuasse con voce fredda e furiosa; “Beh puoi molto gentilmente, visto che ti paga; mandarlo a fanculo! Lui sa perfettamente che non ha il diritto legale di non darmi quei soldi e-“ Harry venne interrotto dall’altra parte.

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora