[Amber’s pov]
“Credo che rimarrò qui ancora per un po’- non ho proprio voglia di uscire nel freddo ora,” sorrisi a Marc, guardandolo infilarsi la sua giacca a vento.
“Hai ragione. Ed è anche abbastanza tranquillo qui oggi,” si avvolse la sciarpa attorno al collo, mentre io guardai il bancone, dove un mio collega stava già servendo un cliente.
Era stata una decisione veloce. Marc ed io eravamo vicino alla porta, dopo aver parlato per un po’ con il nostro collega, ma in piedi, là, guardando gli alberi fuori muoversi per il vento gelido. Beh, volevo posporre il mio incontro con il freddo polare il più a lungo possibile.
Osservai Marc allacciarsi la giacca fino al collo e il modo in cui infilò il naso nella sciarpa, mentre con una mano al caldo nella tasca, aprì la porta.
“Allora ci vediamo in settimana- devi tenermi aggiornato sul nipote di Aria. Non riesco ancora a capire come sia successo, ma comunque- sai cosa voglio dire. Chissà, magari finiremo a fare un’uscita a quattro,” sorrise emozionato. Ancora una volta rimasi sorpresa da quanto fosse felice quel giorno. Non scherzava mai in quel modo- e decisamente non discuteva di cotte o di relazioni, come aveva fatto per tutto il cavolo di giorno!
“Sì, non adiamo troppo veloci,” dissi con un sorriso, immaginandomi a convincere Harry a venire con me ad un’uscita a quattro. L’immagine di Marc, la sua ragazza misteriosa, io ed Harry insieme in un piccolo tavolo in un ristorante, mi sembrava così surreale in quel momento.
Tenni la porta aperta per Marc, mente il mio corpo si tese per il vento freddo che mi colpì, “A preso, non volare via!”
Marc mi sorrise, “Non lo farò!” si mise in testa le sue cuffie e si voltò verso la strada, infilando anche l’altra mano nella tasca.
Chiusi la porta velocemente, rabbrividendo, guardando il piccolo negozio, in cerca di un posto libero, dove potessi stare per un’ora o due, quella sera.
Con la mia borsa in spalla- e la mia giacca appesa alla borsa, incrociai le braccia al petto, provando a rilassarmi- come mi aveva detto lui. Era così difficile non pensare troppo a lui, quando tutto quello che vedevo mi ricordava lui. Tutto quello che facevo. Sospirai e fui felice del fatto che il mio posto preferito, nell’angolo, vicino al divanetto fosse libero.
Dopo essermi sistemata e aver ordinato un caffè, con il quale mi stavo scaldando le mani, sospirai. Prima di uscire da casa di Aria- lei aveva insistito per farmi prendere in prestito un paio di stivali invernali. Mezza addormentata, avevo accettato, e per dirla tutta mi avevano reso il tragitto per andare al lavoro, molto più semplice, quel giorno. Erano decisamente più caldi delle mie toms.
Decidendo di alzarmi dal mio posto, mi sedetti a gambe incrociate sul divano, appoggiando la mia borsa di fronte a me. Posando il telefono sulla superficie di legno del tavolo, accanto alla mia tazza di caffè, presi il familiare diario di pelle, che avevo con me costantemente.
Volevo leggerlo molto più sistematicamente- volevo leggerlo tutto. Non lasciare indietro nulla. Me lo aveva lasciato, quindi non mi sentivo come se stessi ficcando il naso negli affari degli altri. Almeno non quanto prima. Ma la curiosità era troppa da trattenere, ero seduta con la chiave di uno dei piccoli portali per i suoi pensieri. Come potevi trattenerti dall’aprirlo?
Passando tra le pagine che avevo già letto, mi chiesi se Harry avesse passato tutta la sua vita a scrivere diari. Magari non aveva mai avuto un computer o un telefono da piccolo- quindi magari aveva passato il tempo a scrivere in quelli? Era una supposizione- e ancora una volta rimasi frustrata, di fronte a tutte le domande che avevo. Volevo che fosse lì con me. Improvvisamente mi sentii come se non ci fosse abbastanza tempo per parlare di tutto. E non sapevo neanche quanto ci saremmo incontrati ancora.

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the journal - h.s. [Italian]
Fanfiction"Ti rendi conto che un diario è una cosa molto personale, vero?" la sua voce era roca, bassa e minacciosa. Mi fece indietreggiare, presa dal panico, mentre lui continuava, "quindi la mia domanda è, perché cazzo stai leggendo il mio?"