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[Amber’s pov]

Chiusi la portiera dopo aver tirato all’autista abbastanza soldi per l’intero giro di Chicago. Mi aveva ringraziato diverse volte, ma avevo fermato il suono delle sue parole, uscendo velocemente.

Harry si era calmato di più, ma era diventato anche più silenzioso dall’altro lato del telefono. La musica dal taxi volava tra di noi, rompendo il silenzio, assieme al rumore di macchine che passavano accanto a lui, di tanto in tanto. Le sue parole mi avevano zittito; non avevo realizzato che quello che mi aveva detto fosse così vero. Di mia madre e della mia forza. Mi sentivo come se tutti i miei pensieri fossero sfocati dalla nuova prospettiva su chi fossi diventata, come persona, per parlare di qualcos’altro. Ad Harry non importava però, quindi immaginavo che avergli raccontato di mia madre, avrebbe tenuto la sua mente occupata. Eravamo ancora al telefono- anche in silenzio. Era bello sapere che lui fosse lì- per sentire il suo respiro.

Presi un respiro profondo, libera dallo spazio chiuso del taxi. La temperatura era molto bassa e senza pensarci, provai a farmi caldo con un braccio.

I miei occhi si mossero sulla strada, per trovarlo. Il taxi se ne era appena andato ed era scomparso nell’oceano della notte. Mi voltai, per guardare l’incrocio, quando i miei occhi trovarono quello che stavano cercando.

Potevo vedere l’entrata di un hotel da una parte della strada. Poi c’era il marciapiede opposto, dove dei cespugli erano stati piantati in blocchi marroni, che potevano essere utilizzati anche per sedersi sopra. Proprio come aveva fatto qualcuno; non lo avevo notato subito, per via dell’ombra del cespuglio dietro di lui. Ma non era difficile riconoscere la sua figura là seduta, anche se i lampioni non lo raggiungevano. Trattenni il respiro. Dei brividi mi percorsero la schiena- non per il freddo.

Con il cuore in gola, lasciai andare lo sguardo di Harry, là seduto; con la testa tra le mani e i gomiti appoggiati alle ginocchia. Era a pezzi. Improvvisamente era diventata una persona fragile che provava a tenersi insieme, mentre era semplicemente concentrata sulla presa sul telefono che aveva all’orecchio. Potevo sentirlo respirare attraverso il telefono.

Attraversai la strada, mormorando una singola parola, che uscì piena di preoccupazione, “Harry?”

Come se a comando, lui sollevò la testa per guardarmi. La luce raggiunse la bellezza dei suoi lineamenti. Raggiunsi il marciapiede dall’altra parte e lasciai cadere la mano che teneva il telefono al mio orecchio, mentre guardavo la sua faccia.

Occasionalmente la luce dei lampioni si rifletteva nei suoi occhi verdi, dicendomi che erano pieni di lacrime salate- probabilmente di rabbia. Non potevo far altro che sentire un crescente odio verso il padre di Harry; quella era la seconda volta che lo vedevo così triste e così a pezzi, per colpa sua. Per via di quello che aveva fatto ad Harry.

Harry non si mosse dal suo posto; ma i suoi occhi rimasero fissi su di me, mentre mi avvicinavo con passi veloci. Abbassò lentamente il telefono. Le sue spalle erano incurvate e la sua intera postura gridava una completa sconfitta.

Non dissi una parola, quando lo raggiunsi e lui non si mosse dal suo posto. Le mie dita non vedevano l’ora di tenerlo stretto, toccarlo, renderlo felice ancora. Ero senza fiato. Odiavo vederlo in quel modo; odiavo quanto ingiusto fosse il mondo per quel fantastico ragazzo. Per questo fottuto angelo.

Mi misi in mezzo alle sue ginocchia separate e finalmente presi in mano il suo viso freddo con le mie mani calde, lentamente sollevando la sua testa così da potermi assicurare che fosse intatto e okay. Quando lo feci, la luce gli cadde addosso perfettamente, io trattenni il respiro, mentre i miei occhi videro finalmente il volto del ragazzo che amavo.

[Harry’s pov]

E proprio quando le sue mani trovarono i lati della mia faccia e la sollevarono, per incontrare il suo sguardo probabilmente preoccupato- ero finalmente nell’occhio del ciclone. Trovai il mio paradiso sicuro, quando le sue dita calde toccarono la mia pelle congelata, che aiutò a placare il dolore. Le sue mani erano soffici e attente, alleviando la tempesta di fulmini che avevo nell’anima.

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora