the journal - h.s. [Italian]

71

[Harry’s pov]

Quella era una cosa fottutamente stupida da dire, considerando il fatto che mi ero ripromesso solo la notte scorsa, di non forzarla in niente. Bel lavoro. Non ero riuscito a contenermi per neanche 2 ore. Avevo questo strano bisogno di sentirmi infinitamente felice e così infinitamente esposto a qualsiasi cosa sarebbe successa dopo, e che mi avrebbe probabilmente fatto entrare in turbine di emotività.

Dio, ero così ossessionato con questa ragazza paradisiaca. Quella era da sempre stata la mia debolezza e mio padre lo aveva sempre fatto notare; quanto mi potesse importare di qualcosa troppo velocemente.

Avevo chiuso gli occhi glielo avevo detto, ed erano ancora chiusi. Sapete quella sensazione quando sognate e continuate a cadere e a cadere? Ecco come mi sentivo. Non durò più di quattro secondi, prima che lei schiudesse le sue labbra irresistibili- ma sembrò una caduta infinita, nell’arco di quei pochi secondi.

Le sue parole vennero formate con tanta dolcezza che io trattenni il respiro, provando a sentire qualcosa, oltre al mio cuore che rimbombava nel mio petto. Controllati.

“Finché mi prometti di non farti male… piccolo.” I miei occhi si aprirono immediatamente, io mi allontanati un pochino per vederla sorridere. Mi aveva appena chiamato piccolo? Per qualche inspiegabile ragione mi era piaciuto molto più di quanto avrebbe dovuto. Il modo in cui le sue labbra quasi baciarono la parola, fece svolazzare le farfalle dentro di me.

E tra tutto quello che stava succedendo tra di noi, quella risposta era migliore di quello che avrei potuto sperare. Poteva anche non contenere nessuna promessa- ma quella non era stata la mia intenzione, dicendole la verità. Lei doveva saperlo. Così tanto. Tirarlo fuori dal mio petto. E ora lo sapeva. Ed era ancora lì. Sapevo perfettamente che aveva bisogno di spazio e tempo e probabilmente, più di tutto, che le cose andassero lentamente- con il cuore spezzato o no, quello era ciò di cui la maggior parte delle persone aveva bisogno per trovare un senso in cose come quelle.

“Oggi hai sanguinato abbastanza per i prossimi due mesi, secondo me,” continuò, scherzando, riferendosi al piccolo taglio sulla mia mano,  del quale mi ero completamente dimenticato.

Non era un ‘ti amo’, ma non me lo stavo aspettando. Quello era  il motivo per cui io stesso non avevo usato quelle parole. Quello sarebbe stato troppo. Ma avevo la sensazione, che lei sapesse esattamente quanto pazzo io fossi di lei.

“Beh, ne è valsa decisamente la pena, portarti qui,” non potei più trattenere il sorriso. Era ancora lì e quello era ciò che importava- le farfalle nel mio stomaco sembravano essere d’accordo con me.

Dio, l’amavo così tanto.

[Amber’s pov]

In qualche strano modo non ci potevo credere, anche se ero abbastanza sicura di sentire quello che sentiva lui. Sembrava troppo irreale. Non potevo concepire il fatto che un ragazzo come lui potesse innamorarsi di qualcuno come me in così poco tempo. Ma quello era Harry; lui era sincero e lentamente cominciai a realizzare anche quanto fosse estremamente… sensibile, il che mi sorprese.

E non aveva senso, mentre guardavo il suo bellissimo sorriso espandersi sulla sua altrettanto bellissima faccia. I suoi capelli erano in disordine dopo le prove, per aver sudato, e dopo avermi baciato, ma era comunque bellissimo.

“Pazzo,” mormorai e lo baciai ancora. Non potevo fermarmi.

“Totalmente irresponsabile,” aggiunse e rise contro al mio collo, baciando quel punto infiammato tanto dolcemente quanto un petalo di rosa che cade.

“Completamente pazzo,” le parole uscirono dalle mie labbra, quasi in un sussurro. Dio, i suoi occhi erano così verdi e belli; come l’erba fresca o le foglie di un albero in un caldo giorno d’estate. Come una promessa o una speranza che non sarebbe mai morta. “Ma va bene,” alzai la mia mano e lasciai che le punte delle mie dita corressero sulla sua mandibola, sorridendo leggermente; “Jenny mi ha detto che essere normali è noioso.”