“Oh si, anche io qualcosa di caldo.”
Prese un respiro profondo, guardandomi in piedi così vicina a lui, cercando disperatamente di mantenere un po’ di calore corporeo per quando saremmo usciti. Lui però si era appena tolto la sua cavolo di giacca!
“Sai, farà più freddo quando usciamo, se tieni la giacca qui dentro.”
“Perché?” lo guardai scettica, le mie parole uscirono attutite dalla sciarpa, mentre io guardai qui bellissimi occhi.
Ancora una volta rise,” Credimi! Ha a che fare con il fatto che il tuo corpo si abitua al calore che c’è qua dentro- quindi quando uscirai e stai ancora indossando la giacca, sentirai più freddo.”
“Hm-mm,” lo guardai sospettosa, stringendo gli occhi.
“Avevo ragione la prima volta, vero?” disse con quell’adorabile sorriso, c’erano ancora un paio di persone davanti a noi in fila. Sì, aveva ragione- il trucco di rilassarsi aveva funzionato.
Con un ultima occhiata sospettosa, cominciai ad aprirmi la giacca, facendolo ridere. Diverse persone in fila cominciarono a guardarci. Provai ad uscire dal mio giubbino, ma risultò più difficile del previsto- quel posto stava diventando troppo stretto. Prima di poter dire no, lui cominciò ad aiutarmi, visto che la mia borsa a tracolla stava rendendo il tutto più difficile.
Per mio sgomento, sentii il gruppi di ragazzine fare degli ‘aw’ a lui. Decisamente non a me, provando ad uscire dal casino formato da sciarpa, borsa, capelli, guanti e giacca. Tutto con l’aiuto del modello in felpa. Non è bella la vita?
“Odio l’inverno.” Esclamai esausta, una volta liberata dalla sciarpa- i miei capelli erano in disordine- ora mi ero riscaldata. Harry mi aveva guardato tutto il tempo, divertito, tenendo la mia giacca. Mi avvicinai per prenderla.
“La tengo io, è okay,” disse, facendomi inarcare un sopracciglio, in sorpresa, “quindi cosa volevi?”
“Caffè grande, credo-“ soffiai una ciocca di capelli, via dalla mia faccia. Guardai il menù, provando a bloccare il rumore che facevano quelle ragazzine e il suo sorriso ancora divertito, che mi fece arrossire. Perché mi doveva guardare tutto il tempo? Pensava che non me ne accorgessi? Era impossibile regolare il mio battito ormai.
In quel momento non vedevo l’ora di uscire da lì- con il mio caffè caldo e il ragazzo di fianco a me. Era stupido sentirmi un po’ possessiva nei suoi confronti? Come se improvvisamente volessi che quelle ragazze finissero sulla luna? Lo era. Ma non mi importava. Mi stava guardando- potevo sentire la delicatezza del suo sguardo su di me.
Finalmente era il nostro turno- era stata una buona idea, quella di tirare via un po’ di vestiti. Prima che potessi raggiungere la borsa, Harry parlò; “Un caffè grande e una cioccolata calda, da portar via, grazie.”
Curiosamente alzai lo sguardo dal casino nella mia borsa, per vedere la reazione che la sua voce rauca aveva avuto sulla ragazza alla cassa. Solo per essere sicura di non essere la sola a cui… - sì, ok. Era arrossita come un peperone, smanettando con il registratore di cassa, “Sì ehm… sì. Vuoi la panna montata e la granella di cioccolato sulla tua…” arrossì ancora di più, “su… sulla tua cioccolata calda?”
“Sì, va bene,” guardai con ammirazione, come lui non si fosse accorto di nulla, mentre la ragazza stava praticamente morendo sotto al suo sguardo da modello, che poteva far sciogliere ogni cuore là dentro. Porca vaca, non lo vedeva? Non vedeva come era nervosa, il rossore sulle sue guance, il modo in cui si spostava le ciocche di capelli dietro all’orecchio? Mi sentii molto meglio- almeno io riuscivo a formare frasi di senso compiuto, attorno a lui. Provai a sorridere alla ragazza, per confortarla, ma non sembrava neanche accorgersi di me. Harry le passò i soldi, mentre lei posava gli ordini sul bancone.
“Aspetta- posso pagare per il mio!” dissi, realizzando cosa stava facendo. Lui mi guardò, così come la ragazza dietro alla cassa. Sembrava che mi stesse fissando, chiedendosi come facessi a parlargli. Sorrisi a Harry, ma i suoi occhi verdi dicevano lo stesso. Non lo avrei lasciato pagare per me.
“Ti devo un dollaro,” da quando? Lo guardai confusa, “Dal pullman?” continuò. Oh. “E penso di potermi permettere 69 centesimi.” Sorridendo alla mia espressione sorpresa, pagò. Si ricordava di me dal pullman? Lui? Ma-
Continuava a sorprendermi! Presi le due bevande attentamente, visto che non mi era stato permesso di pagare. Mi seguì, quando mi feci a strada nel negozio, trovando un tavolo vuoto, senza sedie. Appoggiandoci sopra i nostri ordini, mi voltai per prendere la mia giacca. Lui era già pronto per aiutarmi ad infilarmela, come il ragazzo dalle buone maniere di Harvard, e un sorriso stampato in volto. Perché continuava a fare cose che mi facevano innamorare di lui? Perché doveva essere così misterioso e problematico, ma allo stesso tempo riuscire a far arrossire tutte le ragazze, senza neanche accorgersene? Perché doveva essere così? Nella sua felpa, con i suoi occhi verdi. Chi gli aveva dato il permesso di essere così perfetto?
Mormorai un ‘grazie’, lasciando che mi aiutasse. Improvvisamente tutto il mondo consisteva in lui che sorreggeva la mia giacca, aiutandomi ad infilare le braccia nelle maniche. Nient’altro, solo io e lui. Non mi importava del gruppo di ragazzine- o della ragazza alla cassa. Non mi importava per niente, perché sembrava accorgersi solo di me. Sospirai, lasciando che il rumore si disperdesse nell’aria, nascosto dagli altri rumori nel negozio, quando lui passò le sue mani nei miei capelli, per liberarli dalla giacca. Era un così soffice e gentile movimento- così innocente. Ma era riuscito a rompere la mia sanità mentale. Come se fosse un terremoto e mi stesse distruggendo, pezzo per pezzo e poi- tutto in una volta.
Sono o non sono teneri?
Allora, veniamo a noi. Per aiutarmi ad aggiornare meglio, nei commenti dello scorso capitolo mi sono state fatte due proposte: deserto e cima dell'Himalaya, dove a quanto pare c'è il wifi gratis (ah dolci parole). Oggi sono rimasta nella mia camera ad aggiornare... non stava succedendo niente, fino a qundo... (suspense)... non è entrata un'ape dalla finestra... DAN DAN DAAAAAAN. Io ho una paura folle delle api e sono scappata via aspettando che uscisse... fine... emozionante...
Ps. amo un sacco il fatto che ogn volta che commentate, specificate sempre che io traduco soltanto, tipo bella la storia ( so che la traduci e basta). Ahahahaha siete dolcissime, come se aveste paura che io risponda: grazie, ma io traduco soltanto (come è già successo tra l'altro... sono una persona cattiva :_(). Beh mi risparmiate questa fatica ahahahahah <3<3<3
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the journal - h.s. [Italian]
Fanfic"Ti rendi conto che un diario è una cosa molto personale, vero?" la sua voce era roca, bassa e minacciosa. Mi fece indietreggiare, presa dal panico, mentre lui continuava, "quindi la mia domanda è, perché cazzo stai leggendo il mio?"