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[Amber’s pov]

Ad un certo punto durante la notte, si doveva essere svegliato o magari mi ero addormentata prima di lui, ma quando mi svegliai, mi resi conto che la maglietta bianca di Harry non c’era più. Sdraiata di pancia, avevo la mano appoggiata alla pelle del suo petto- proprio dove c’era il suo cuore.

La sua testa era leggermente rivolta verso di me e io alzai lo sguardo per guardarlo. Stava dormendo. Con un braccio attorno a me e l’altro che penzolava dal lato del letto. La luce del mattino filtrava dalla piccola finestra, rendendo il muro rosso ancora più rosso.

La scena sembrava così naturale e normale, eppure così significativa. O almeno, quello era ciò che sentivo io, sentendo praticamente il suo calore attraverso le mie dita. Guardai come un raggio di sole raggiungesse il suo petto, illuminando uno degli uccelli tatuati.

Se non fosse per il fatto che stesse dormendo, avrei tracciato le linee dei suoi tatuaggi. Erano così belli che mi spingevano a farlo e aumentavano la mia curiosità.

Ma riuscii a stare ferma, godendomi la sensazione della sua pelle calda sulla mia. Il suo braccio attorno a me era appoggiato alla mia pelle, che si era scoperta da sotto la maglietta che mi aveva prestato. La coperta mi copriva solo per metà, il resto era tutto su Harry. Non potevo togliere i miei occhi da lui; come la sua pelle fosse così perfettamente liscia come un foglio di carta appena creato. Libero dalle rughe create dallo stress e dal nero. Le occhiaie se ne erano praticamente andate, la scintilla era tornata. Le sue guance avevano riacquistato il colore naturale che adoravo, e il suo petto si muoveva in un ritmo così regolare che a momenti mi sarei riaddormentata.

Il suo corpo era così bello; era molto più allenato di quanto mi immaginassi. Era così bello, con la pelle soffice che ricopriva i suoi muscoli ben definiti, come se fosse di seta. Con dei tatuaggi così unici, che probabilmente simbolizzavano così tante storie della sua vita, che io non conoscevo ancora.

Visto che stava dormendo, immaginai che i suoi muscoli non fossero così pronunciati come sarebbero se fosse sveglio. Ma mi piaceva così, mi piaceva il fatto che non stesse provando a farmi vedere i muscoli. Mi piaceva come fosse semplicemente sé stesso, come lo era stato dal primo momento in cui l’ avevo incontrato. Poteva anche avere un cuore spezzato da curare, ma non significava che non provasse a vivere il momento e ad apprezzare le piccole cose. Mi confondeva il fatto che un’anima triste come quella di Harry potesse apprezzare le piccole cose, in modo tale che nessuno capisse quale fosse la verità. Ma non era mai stato nessun’altro- era sempre stato sé stesso. Non aveva nascosto la dolorosa verità né coperto la brutale realtà. Era stato semplicemente sé stesso- e per quello riconoscevo il suo coraggio. Alcuni potevano anche dire che fosse incauto, ma non potevo far altro se non desiderare che potessi fare lo stesso. Solo dirgli tutto.

Non avevo idea di che ora fosse. Quel momento sembrò durare un nanosecondo e un’infinità. Anche con il respiro costante di Harry, non sapevo dire se il tempo si fosse fermato oppure se stesse andando avanti. Ero troppo concentrata su di lui. La sua pelle, i suoi capelli scompigliati, il suo calore, il suo coraggio, lui.

[Harry’s pov]

“Buongiorno.”

I miei occhi si mossero verso la fonte di quella voce dolce, mentre tirai un sospiro di sollievo.

I suoi capelli avevano bisogno che le mie dita spostassero alcune ciocche e le mettessero al loro posto. I suoi occhi erano più belli di sempre, e il suo sorriso era attento ma innocentemente gentile. I miei occhi si spostarono sul mio stomaco, dopo essermi reso conto di come eravamo attorcigliati sotto alla mia coperta blu. La sua manoera appoggiata su mio petto nudo.

Oh diavolo.  Speravo riuscissi a svegliarmi prima di lei, per potermi rimettere la maglietta. Non volevo che se ne accorgesse, non volevo che pensasse che volessi fare qualcosa. Non che non volessi… ma. L’ultima volta era stato un disastro, quindi se le serviva spazio, non avrei esitato a lasciarglielo. E togliermi la maglietta, dormendo con lei accanto, era probabilmente un po’ eccessivo, se non assolutamente eccessivo.

Ma faceva così caldo, specialmente con lei accanto a me. Avevo spostato tutta la coperta su di lei, quando si era addormentata tra le mie braccia. Avevo spento il calorifero. Avevo perfino- dopo una lunga considerazione- deciso di alzarmi a prendere un bicchiere d’acqua. Ero tornato così velocemente che avevo versato il contenuto del bicchiere nel corridoio. Ma lei non si era mossa di un centimetro, fortunatamente era ancora lì. Avevo considerato l’opzione di aprire la finestra, ma la paura che lei avrebbe poi avuto freddo, mi  decise a non farlo. Alla fine avevo deciso: o cuocevo nel sonno, o mi toglievo la maglietta, o dormivo sul pavimento. Visto che dormire sul pavimento significava dormire lontano da lei, avevo scartato subito l’opzione.

Rimasi fermo immobile per osservare la sua reazione alla mia misteriosa maglietta scomparsa e al fatto che nel sonno l’avevo attirata ancora più vicina. Ma non sembrava che le dispiacesse.

Mi sorrise e si spostò leggermente; guardandomi, “Ti senti meglio? Ancora febbricitante?” alzai una mano e le accarezzai la pelle per cancellare le linee di preoccupazione che le si erano formate in viso. Ero rimasto sorpreso dal fatto che nonostante avessi la febbre, non avevo avuto incubi la scorsa notte. Lei era come la droga che non potevo smettere di prendere- senza sapere gli effetti collaterali, sempre che ce ne fossero.

“Mi sento… eccezionalmente bene,” non potevo trattenere il sorriso che la fece sorridere ancora di più. Attentamente si mosse appoggiandosi al mio petto. Trattenni il respiro quando lo fece. Con il mento appoggiato sulle sue braccia incrociate, mormorò; “Bene.”

Provando a sollevare un braccio, lo avvolsi attorno a lei. In risposta, lei poggiò la testa sul mio petto. Si sarebbe potuta addormentare in quel modo; appoggiata al mio corpo, con l’orecchio sul mio petto, cosicché potesse sentire il mio cuore battere all’impazzata. Era possibile morire di overdose di lei- la mia droga personale?

Senza pensarci molto, le mie dita cominciarono a muoversi lentamente sulla pelle della sua schiena. Giocando in giro, creando stupidi disegni, mentre io mi godevo il silenzio della mia mente. Era come se quell’orribile tempesta di fulmini fosse finalmente passata e nemmeno una foglia osasse muoversi nell’aria. Tutto era congelato; vivo e rinfrescato dopo essere stato toccato e trasformato dal vento, ma finalmente, semplicemente fermo e silenzioso.

“Harry? Perché hai lanciato il computer contro al muro?”

Aspettai che la tempesta ricominciasse- ma non lo fece. Anche se le sue parole attente risvegliarono i ricordi, fui capace di distanziarmi da loro, sempre con le mie dita che accarezzavano la sua soffice pelle.

“Ho letto un e-mail di mio padre e sono impazzito,” ammisi, con le dita che continuavano a muoversi sulla sua pelle, rendendomi coraggioso.

Meno di una settimana... ce la posso fare... mi fa male la testa però... troppi compiti, troppa scuola, troppo studio, troppo troppo. Sono comunque felice di aver aggiornato :) perchè così ho l'occasione di ringraziarvi! Non so se ve ne siete accorte, ma questa traduzione ha raggiunto 1 milione di visite... 1.... milione... uno milione...  Non ho parole... GRAZIE! 

Vi amo alla follia (e sappiamo tutti che, tra di noi la follia è di casa ;)) <3

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora