#53

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"Piccola mia!"esclama Niall aprendo le braccia per stringermi in esse e regalarmi un leggero bacio sulle labbra.

"Su tesoro... Sembra che sia una vita che non ci vediamo!"ridacchio divertita e allo stesso tempo intenerita dai suoi gesti.

"Tu non sai quanto è difficile stare senza te per tutta la mattina!"borbotta con il viso nascosto nell'incavo del mio collo.

"Io so che tu sei un grande ruffiano!"
"No, non è vero!"si difende spostando subito la testa per guardarmi mentre io sorrido e gli do uno schiaffo leggero sulla spalla.

"Sai chi è diventato padre?"chiedo poi poggiando la borsa nei sedili posteriori.

"No, chi?"domanda portando la testa di lato curioso.

"Louis!"
"Louis... Louis Tomlison?"
"Esatto, proprio lui!"
"Oh... Beato lui!"afferma in tono non proprio felice.

In questi anni ha visto molti dei nostri compagni di scuola diventare genitori e l'idea che lui non potrà mai esserlo, se non con l'adozione, lo fa impazzire, letteralmente.

"Scusami, probabilmente non avrei dovuto dirtelo!"ametto sinceramente dispiaciuta per la sua reazione.

"No amore... Tranquilla, hai fatto bene a dirmelo, magari uno di questi giorni passo a trovarlo!"mi rassicura mettendo una mano sulla mia coscia per accarezzarla dolcemente.

"Ottima idea, penso che gli farebbe parecchio piacere!"esclamo con un sorriso.

"Già, lo penso anch'io... Adesso andiamo a casa perché non vedo l'ora di poterti coccolare per benino!"confessa strofinando il naso sul mio collo dolcemente, darmi un bacio tra i capelli, azionare il motore e immettersi in strada.

                          (HARRY)
"Harry ma cosa cazzo stai aspettando? SEGUILA!"urla l'ultima parola, Louis, spingendomi fuori dalla stanza con zero delicatezza.

"Louis ma..."cerco di ribattere.

"Niente ma, corri, forse questa è l'occasione che stavi aspettando da tutta la vita!"
"Ma che gli dico?"chiedo alzando le braccia in aria.

"Qualsiasi cazzata, ma vai, ORA!"dice, alzando ancora una volta il tono nell'ultima parola, spingendomi nel corridoio.

Faccio un lungo respiro e comincio a correre verso la direzione dov'è scomparsa lei quando la vedo prendere l'ascensore che si chiude non dandomi il tempo di entrare, la mia solita fortuna.

Sbuffo rumorosamente e senza pensarci un secondo di più raggiungo le scale scendendole a due a due.

È un miracolo che io sia ancora vivo e senza ossa rotte visto che ho rischiato parecchie volte di rotolare giù, ma non mi importa poi molto visto che è per raggiungere lei.

La vedo uscire dalla porta principale e mi sforzo per correre ancora ma quando esco fuori mi si frantuma il cuore a vederla salire su una mercedes nera e baciare un ragazzo.

Gli sorride, si tuffa tra le sue braccia e lo stringe a se mentre credo che a momenti le mie gambe cederanno al mio peso facendomi arrivare con la faccia sull'asfalto.

Continuo a guardare la scena, rimanendo immobile quasi come se dei blocchi di cemento fossero impiantati ai miei piedi.

Da qui non riesco a vedere il viso di lui e sinceramente non è che mi importi poi molto scoprire l'identità del tizio che ha preso il mio posto vicino a Daisy.

Quando la macchina sfreccia via torno dentro sconsolato e mi siedo su una delle sedie presenti in sala d'attesa, portando poi le mani sui miei capelli nervosamente.

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