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"Ti va di...ehm...uscire con me?"chiede, d'un tratto, Harry mentre siamo ancora a casa a guardare un film in compagnia di Louis, steso sul divano con le gambe a penzoloni fuori di esso e la testa sulla coscia di Harry, e Justin, steso a pancia in giù sul corpo del padre, che sonnecchiano tranquillamente.

"Adesso?"domando io.

"Si, adesso!"
"Oh, credo... Credo che si possa fare!"accetto con semplicità, che sarà mai un'uscita.

Mi alzo dal divano e fa lo stesso Harry, cercando di stare il più attento possibile a non svegliare Louis che appena percepisce il movimento del riccio mugugna qualcosa di incomprensibile e si riaddormenta.

Ci ritroviamo a ridacchiare divertiti  guardandoci.

"Probabilmente dormirà fino a domattina!"parla piano lui.

"Se lo merita, dopotutto fare il papà è un mestiere faticoso!"
"Non lo metto in dubbio ma Justin per lui è così prezioso... Basta non vederlo due giorni e comincia a dare i numeri!"
"È così che dev'essere Harry, lo ammiro tanto per quello che fa!"
"Anche io!"risponde guardando il suo amico con un sorriso orgoglioso.

"Adesso andiamo su!"dice poi aiutandomi a mettere il cappotto.

Usciamo  velocemente di casa accorgendoci solo adesso della pioggia che batte incessantemente sull'asfalto.

"Se vuoi torniamo dentro, non mi ero accorto che stesse piovendo!"afferma lui dispiaciuto.

"No, non è necessario, infondo non dobbiamo mica stare sotto l'acqua!"
"Giusto, hai ragione!"concorda lui correndo verso l'auto per aprirmi la portiera permettendomi di entrare senza bagnarmi.

Appena anche lui sale in macchina mi guarda e senza motivo scoppiamo a ridere.

"Mi mancava la tua risata!"ammette  afferandomi il mento con una mano, io arrossisco e abbasso lo sguardo mentre le sue labbra vanno a posizionarsi sul mio naso per un piccolo e dolce bacio.

Mi sorride e mette in moto ritrovandoci dopo svariati kilometri in una caffetteria dallo stile un po' datato, tutto sommato però mi piace.

"Sai ci venivo qua con mia sorella quando eravamo piccoli!"mi informa appena entrati.

"Vedi quella signora lì? Aveva una cotta per me nonostante io avessi la metà dei suoi anni!"racconta, dopo esserci seduti,  indicando una cameriera, di circa quarant'anni o forse quarantacinque, un po paffutella e dal viso gentile.

"E a te piaceva?"chiedo curiosa.

"Nah! Era dolce, questo si, ma decisamente troppo grande per me!"
"Concordo, non fa per te!"affermo con aria convinta.

"Lo so, c'è solo una persona in questa terra che fa per me e ce l'ho proprio davanti!"dice facendo allungando una mano per potermi accarezzare la guancia.

Non posso dire di non essere lusingata da questa affermazione ma tutto questo mi mette in agitazione, mi sento quasi come se avessi delle responsabilità per una cosa che infondo non abbiamo scelto.

"Oh mio dio, Harry Styles!"esclama la donna avvicinandosi a noi.

"Ciao Joyce!"la saluta cordialmente lui con un movimento della testa.

"Sono anni che non metti piede qua dentro!"
"Già, ma volevo far bere dell'ottimo caffè a questa donzella!"risponde lui indicandomi.

"Hai scelto proprio il posto giusto e tu... Non farti scappare questo bel bocconcino!"mi rivolge la parola facendomi un sorriso strano, poi, senza prendere le ordinazioni, va via sotto il mio sguardo perplesso.

"Probabilmente si ricorda ancora cosa portarmi!"spiega Harry capendo il mio disappunto.

"Capisco!"rispondo battendo le dita sul tavolo con impazienza.

Effettivamente la donna riappare qualche minuto dopo con due tazze piene.

"Ecco a voi!"dice mettendole sul nostro tavolo sorridendo ad Harry allontanandosi nuovamente.

"È un cappuccino?"chiedo guardando la schiuma e istintivamente mi lecco le labbra, amo la schiuma del cappuccino.

"Non è un semplice cappuccino, assaggialo!"mi incita lui.

Lo faccio e un miscuglio di sapori si insinua nella mia bocca.

"Sembra ci sia del cacao!"constato bevendone ancora un po per assaporare meglio il sapore.

"Infatti c'è!"
"Un cappuccino con il cacao?"chiedo confusa.

"Si, non è ottimo?"
"Devo darti ragione!"
"Lo sapevo!"afferma soddisfatto e finalmente anche lui si decide a bere.

"Cazzo!"impreca posando immediatamente la tazza per soffiare la lingua con la mano.

"Non sembrava così caldo mentre lo bevevi tu!"
"Punto primo c'ho soffiato sopra prima di metterlo in bocca, punto secondo sono sicuramente più resistente al dolore di te!"rispondo divertita.

"Hey... Io sono resistente al dolore!"borbotta piano mettendo il broncio.

"Si, si voi maschi dite tutti così, sarete anche più forti ma quando si tratta di sentir dolore fate mille spettacoli tragici!"
"E come li metti tutti i miei tatuaggi? Guarda che hanno fatto male eppure ho resistito!"
"Quindi non hai imprecato e mandato a quel paese chiunque ti si avvicinasse quando li hai fatti?"chiedo alzando un sopracciglio, lui mi guarda come se lo avessi colto in fragrante.

"Forse un pochino!"mormora girando il cucchiaino nella tazza.

"Appunto!"dico ridacchiando.

Continuiamo così, per ore, a parlare di cose assurde e che davvero non hanno alcun senso o filo logico e a ordinare tre o quattro thè tutti diversi tra loro accompagnati da biscottini e pasticcini che abbiamo divorato senza nemmeno rendercene conto.

"Harry..."la donna che per tutta la sera ha preso i nostri ordini si avvicina al nostro tavolo.

"Non lo vorrei fare, ma il locale è vuoto e l'orario di chiusura è già passato da un pezzo!"aggiunge dispiaciuta.

"Oh, certo, scusami Joyce, non mi ero nemmeno accorto fosse passato così tanto tempo!"risponde il riccio guardandola gentilmente.

"Era impossibile che voi due vi rendeste conto di quello che stava accadendo, sembravate come chiusi in una bolla tutta vostra, siete adorabili!"dice sospirando come una fangirl pronta a iniziare una ship.

Harry sorride, si alza, estrae il portafoglio dai suoi skinny e fa per pagare ma la donna scuote la testa in segno di negazione.

"Non esiste, Harry Styles torna al Coffee Time dopo anni e vuole pagare, no, no, non esiste proprio, stasera offre la casa!"
"Joyce abbiamo preso tantissime cose, fammi pagare!"
"Probabilmente quelle cose sarebbero finite nel cestino, quindi... Scordatelo!"afferma la donna con tono deciso.

"Grazie!"mormora allora lui abbracciandola per poi avvicinarsi a me e, proprio come a casa, aiutarmi a mettere il cappotto.

Usciamo da quel luogo così caldo e confortante e subito il vento fresco di marzo mi colpisce dritto in faccia, avrei passato volentieri un'altra ora li dentro a godermi il the caldo a riscaldarmi il corpo e la voce di Harry a riscaldarmi il cuore.

"Allora, si è fatto molto tardi!"inizia lui guardando l'ora mentre io non ho la più pallida idea di che ora sia.

"Devi andare?"chiedo allora.

"Domani lavoro!"
"Anche io!"
"Ti accompagno?"
"Potrei venire a casa con te?"domando in un sussurro.

"Puoi stare tutto il tempo che vuoi a casa mia!"risponde prendendomi la mano per lasciare un bacio sul dorso e scortarmi alla macchina.

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