#68

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Ciao angelo!
Sai che giorno è oggi? Si che lo sai, sono sicuro che te lo ricordi... Oggi compio trent'anni, com'è passato il tempo. Sai, non desidero chissà cosa o quanto costoso... L'unico regalo che vorrei sei tu, vorrei passare del tempo insieme a te, solo questo basterebbe a rendermi il trentenne più felice di questo mondo. Ti chiedo nuovamente scusa per quello che ho fatto la volta scorsa, ma le parole sono uscite sole talmente la gelosia che ho provato in quel momento... In ogni caso, se vorrai venire, sarò al piccolo parco, quello dietro l'ospedale, sotto la grande quercia proprio appena tu finirai il tuo turno, ti prego pensaci... Ci conto angelo!
                                                                                                                                     H.E.S

Finisco di leggere il bigliettino e mi rendo conto di essermi appena distrutta il labbro con i denti.

La sua scenata dell'altra volta mi ha fatto ancora di più capire che dovrei mettere fine a qualsiasi cosa lui abbia iniziato senza il mio permesso, non possiamo andare avanti così, siamo delle persone adulte.

Scuoto la testa e dopo aver rilasciato l'aria, che non sapevo nemmeno di aver trattenuto, decido di lasciar perdere e di concentrarmi sul mio lavoro e soprattutto al mio nuovo incarico... Il primario ha deciso che dopo dieci anni di servizio era il caso di darmi una specie di promozione, non che io non ne sia felice ma preferivo di gran lunga mettermi un naso rosso e lasciare il lavoro difficile agli altri mentre adesso dovrò visitarli e farli soffrire con aghi e cose sgradevoli se necessario.

Prendo la cartellina e velocemente raggiungo la stanza che trovo segnata in cima alla lista dei miei pazienti e subito mi accorgo di una nuova entrata: una bambina piuttosto piccola, avra tra i due e i tre anni ed è magrolina e mal ridotta a quanto vedo, sta dormendo e mi stupisco del fatto che non ci sia nessuno al suo fianco, solitamente le madri rimangono al fianco dei loro figli.

"Tesoro?"sussurro in tono dolce  accarezzandogli la schiena per svegliarla.

Dice qualcosa che non riesco a comprendere prima di cominciare a muoversi e spalancare due occhioni blu come il mare, mi ricordano quelli di Niall.

"Hei... ciao dolcezza!"esclamo sorridendo pizzicandogli le guance, lei mi guarda ma non parla.

Tecnicamente una bambina della sua età dovrebbe cominciare a dire qualche parola.

"Ti da noia il camice? Lo tolgo subito!"continuo cercando di metterla al suo agio.

"Allora tesoro,vuoi dirmi come ti chiami?"chiedo ancora, stranamente nella sua cartella non ci sono informazioni su di lei.

Continua a non parlare quindi decido di cominciare con la visita senza darle troppo stress.

Ascolto il suo cuoricino che sembra andare bene, prendo la temperatura e infine con un sospiro triste guardo gli aggeggi nelle mie mani, devo prelevare un campione di sangue e so per certo che non farà piacere alla bambina che fin'ora si è fatta visitare senza nessuna esitazione.

Attaco il laccio nel braccio della piccola e prendo il piccolo ago.

"Sentirai solo un pizzico!"la avverto guardandola tristemente prima di procedere con il prelievo, come mi aspettavo la bambina inizia subito a piangere ma resta ferma il che è abbastanza strano, soprattutto per la sua età.

Appena finito la prendo in braccio per cullarla ma lei rimane comunque distaccata e diffidente.

"Io adesso devo continuare le visite, ma non voglio lasciarti da sola..."
"È sola da quando l'hanno portata!"mi informa la madre dell'altro piccolo paziente.

"Oh, sa almeno come si chiama?"chiedo confusa.

"No, mi spiace!"
"Capisco, come sta Martin?"
"Sta meglio, grazie dottoressa!"
"Dovere, le dispiacerebbe dare un'occhiata a questa principessa? Magari se ha bisogno di qualcosa o..."
"Certamente, ho già provato ad avvicinarmi alla bambina, ma non si fa nemmeno prendere in braccio, in ogni caso sono qui e se succede qualcosa avvertirò subito un medico!"mi interrompe la donna senza troppi giri di parole.

"Grazie mille signora, buona giornata!"la congedo uscendo dalla stanza andando dritta all'ufficio del primario, ho bisogno di saperne di più su questa bambina e sulla sua situazione.

Busso alla porta e dopo aver ricevuto il suo consenso entro e mi siedo su u una delle poltrone di fronte alla scrivania.

"Problemi Daisy?"domanda subito alzando gli occhi dai documenti a me.

"Non esattamente... Ho appena visitato la bambina nuova, quella della numero due... Non ci sono informazioni su di lei, non sappiamo l'età, il nome, nulla... è strano!"spiego seriamente confusa.

"Che cosa ti aspettavi? L'hanno ritrovata ieri qua fuori e da sola!"risponde con semplicità, come se fosse la cosa più normale del mondo, mentre io spalanco gli occhi.

"Non si sa chi sono i suoi genitori?" 
"No!"
"Questo è assurdo!"
"Lo è Daisy, ma in trent'anni di carriera non è il primo caso che vedo, la gente è fuori di testa!"

"Già... Adesso credo sia meglio che torni al mio lavoro!"affermo alzandomi per raggiungere la porta.

"Daisy... Sono sicuro che con la promozione che ti ho dato diventerai un grande medico, non l'ho fatto per metterti in difficoltà!"spiega facendomi un sorriso sincero, muovo la testa in segno di assenso e continuo il giro delle visite finché le ore passano e il mio turno giunge al termine dando spazio alla domanda che da stamattina cerco di accantonare.

Raggiungere Harry o no?

Analizzando i fatti farei meglio a tornare a casa e aspettare pazientemente il ritorno di mio marito ma infondo non posso essere poi così cattiva da deludere una persona proprio il giorno del suo compleanno.

Mi cambio e prendo la la mia borsa diretta poi all'uscita dell'ospedale quando sento qualcuno fare il mio nome.

"Dottoressa Powell mi scusi, volevo solo dirle che la bambina sta piangendo a dirotto non so per quale motivo ma non mi lascia avvicinare e visto che lei oggi è riuscita a prenderla in braccio ho pensato di avvisarla!"spiega raggiungendomi parlando velocemente e con il fiato corto per via della corsa precedente.

"Uhm, ha fatto bene ad avvisarmi!"rispondo poggiando una mano sulla spalla della donna per poi rientrare in  reparto e successivamente nella stanza dove trovo la bimba in un'effettiva crisi di pianto.

"Hei, tesoro... È tutto ok!"dico piano, avvicinandomi lentamente riuscendo ad afferrargli la manina, lei mi guarda e si tuffa tra le mie braccia mentre io la stringo forte accarezzandole i capelli biondissimi.

"Adesso ci sono io qui con te, ti fa male qualcosa?"chiedo dolcemente, cercando di non far trapelare la mia preoccupazione, anche se non mi riesce chissà quanto bene.

Lei nega con la testa e improvvisamente stringe entrambe le mani sul mio viso fissando i suoi bellissimi occhi nei miei.

"Asya!"pronuncia con la sua voce sottile e piccola.

"È il tuo nome?"domando e lei annuisce  continuando ad accarezzare le mie guance per poi poggiare la testa sul mio petto,  portarsi il pollice in bocca e addormentarsi tra le mie braccia.

Ho visto tanti bambini in dieci anni, ma nessuno come lei, ha chiaramente bisogno di affetto e di sicurezze che evidentemente nessuno gli ha mai dato.

Appena il suo respiro è regolare la poggio delicatamente nella sua culla, gli lancio un'ultimo sguardo ed infine raggiungo l'uscita.

È gia passata un'ora dalla fine del mio turno e probabilmente Harry se ne sarà gia andato ma, non so perché, decido di raggiungere il parco ugualmente...

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