Aleksander
Con il cuore impazzito osservo quella tenda chiudersi senza la forza di fare niente. Anche perché cosa dovrei fare? Siamo vittime del momento, del bisogno. Non posso approfittarmi di lei. Non dopo aver visto il viso di triste di Maria quando ha capito che tra noi non c'era più niente. Torno a coricarmi e a guardare quel cielo che adoro con dispiacere. Non è l'orsa maggiore. Noi non siamo due persone che si sono incontrate in una serata di svago e che hanno trascorso la notte a chiaccherare. Niente di questo si potrà avverare, purtroppo sembra per molto tempo ancora. Le cose non stanno andando come avrebbero dovuto e questa campagna di liberazione da qualcosa di veloce è diventata una lunga battaglia. Alla fine crollo addormentato per qualche ora.
Prima che sorga il nuovo giorno sono già sveglio. Ho il collo a pezzi come anche la schiena, ho dormito poco e male ma non per colpa del freddo o del sacco scomodo. È colpa di due occhi azzurri che mi hanno tormentato nei sogni. Le mie promesse, le sue promesse e poi quella lacrima, il mio nome sulle sue labbra. Mi passo i palmi con vigore sugli occhi devo darmi una smossa e dimenticare questa notte. Non porterebbe a niente di buono. Mi ripeto e ripeto da ieri notte. Mi metto seduto e vista la tranquillità momentanea nell'accampamento corro a darmi una rinfrescata. Durante la giornata ci sono dei momenti di calma apparente, quasi irreali in cui il silenzio domina quell'attimo sospeso tra un bombardamento e un altro. A breve rientrerà il battaglione che ha fatto il turno di notte portando con sé nuove vittime come ogni terribile giorno, mentre il prossimo gruppo di uomini è già in viaggio o si sta preparando per l'assalto diurno. Esco dal sacco a pelo che sistemo piegandolo in quattro. Il fuoco arde ancora e i due ragazzi che hanno fatto il turno con me dormono poco distanti.
Sbadigliando mi avvio per quelle strade improvvisate. Arrivo ai bagni e non c'è nessuno, l'acqua è come sempre gelata e questo mi rinvigorisce all'istante, rendendo lucida la mia mente fino a quel momento annebbiata dal pensiero di lei. Non perdo molto tempo, ma prima di tornare indietro passo dalla zona ristoro e prendo la colazione per le ragazze e del caffè per i due militari e per me.
Cammino in quel manto ormai bianco sporco che brilla ai primi raggi del sole. I rumori dei mezzi si sentono in lontananza. Stanno già rientrando.
Mi avvicino al piccolo accampamento dove ho dormito con un po' di trepidazione. Non posso impedirmelo ma posso non lasciarmi sopraffare da essa.
«Buongiorno.» Saluto i ragazzi che con un sorriso accolgono le due tazze di caffè ormai tiepide. Tutti e tre iniziamo a sorseggiare mentre mi informo sulle ragazze.
«Avete sentito se sono sveglie?» in realtà dovrebbero è questo l'orario che era stato dato loro per il bagno. Guardo ancora l'orologio e sono le cinque è quaranta. Recupero la colazione da sopra il mio sacco a pelo e mi avvicino all'apertura della tenda.
«Ragazze...» Qualcosa mi sembra di sentire. «Ragazze, sono Aleksander, ho qui la colazione.»«Noi andiamo Ale.» Mi volto verso i miei compagni di nottata.
«Si andate pure. Ci si vede dopo.» Ci salutiamo senza entusiasmo dovranno fare il turno di giorno e quindi... chi lo sa se ci rivedremo.
«Ci vediamo.» Li guardo andare per un po' poi il rumore della cerniera attira la mia attenzione. Mi rigiro ed ecco quello strano desiderio di rivederla. Non posso che domandarmi se mi rifarà quell'effetto o è stato solo frutto della mia fantasia.
Ad aprire è Irina, nascondo la delusione e distendo le labbra in un sorriso rassicurante. I suoi occhi mi scrutano e alla fine nonostante non vorrebbe mi accoglie con un sorriso, mi sembra di vedere nei suoi occhi una lotta che la sua natura gentile sconfigge.
«Buongiorno Aleksander, siamo pronte.» I capelli corti sono coperti da un cappello rosso scuro calato fin sopra le orecchie.
Le mostro i tre pacchetti che porto in mano. «Buongiorno.»
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Con la Forza di un Carro Armato
RomanceAnastasya è una laureanda in medicina piena di sogni e di speranze. Ha appena finito la sua prima settimana all'ospedale di Kiev, la sua città ed è pronta a festeggiare con la sua famiglia il contratto a tempo indeterminato. Per realizzare il suo so...