Capitolo 40

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Aleksander

Assaporo il nostro bacio, deliziandomi con i nostri sapori che si mischiano, la sua lingua che accarezza la mia, l'odore dei suoi capelli che mi riporta in un mondo diverso fatto di fiori e dolcezza, fatto di lei.

Le accarezzo la schiena prima di costringermi a lasciarla andare. Quando Vasilii mi ha raccontato degli uomini che sono arrivati, mi sono sentito morire. Non sono esseri umani e non sarà facile conviverci ma per tre donne sarebbe impossibile e quindi non ho potuto che essere d'accordo con lui quando mi ha raccontato che avevano concordato con il comandante che era giunto il momento di farle andare via. Spezzato avevo fissato le punte dei miei stivali in cerca della forza di ricucire il mio essere ancora una volta. Un incubo perenne in cui niente di buono riesce a sopravvivere. La voce dei personaggi del telefilm che guarda sempre Hanna fanno da sottofondo a quel bisbigliare di Vasiliii che mi penetra dentro come una pallottola.

«Capisci che è l'unica soluzione possibile.» Annuisco. «Io avrei voluto poter... poter trovare una soluzione diversa ma sarei stato egoista.» Non capivo le sue parole, né il tono sofferto con cui le aveva pronunciate. Lo avevo osservato a lungo ma accecato dal mio dolore non avevo capito fino a che punto Vasilii ne fosse dispiaciuto. Mi ero costretto a inghiottire il magone e a tornare da Hanna come se nulla fosse.

Stringo quelle esili dita nella mia mano e prima che possa uscire dalla tenda la tiro ancora una volta nel mio abbraccio. Affondo il viso fra i suoi capelli sciolti, non li tiene mai così ed è un peccato e aspiro quell'odore fino a essere certo di aver raggiunto ogni centimetro della mia carne.

Anche lei mi stringe con le sue braccia che appena riescono a cingermi la vita. «Anastasya...» Ripeto fra quei petali biondi. «Anastasya...» il mio sogno, la mia luce. Sospiro arreso e sciolgo entrambi da quell'abbraccio. «Scusa, non ho resistito.» Le faccio un timido sorriso e lei alza la mano ad accarezzarmi la guancia.

«Io vorrei restare qui con te.» Mi confessa spingendosi sul mio petto. La sento respirarmi con la stessa accortezza che ho usato io con lei.
Resto in silenzio avvolgendola ancora una volta. Le darò tutto il tempo che vuole perché ne abbiamo bisogno ed è giusto essere egoisti ogni tanto. Dopo un tempo troppo breve i suoi occhi si uniscono ai miei.

«Non c'è modo per poter stare da soli, vero?» Le sorrido accarezzandole le guance.

«Forse più tardi, ora sono certo di no.» La voce dei nostri amici si sente forte e chiara celata solo da quel sottile telo. Le bacio la fronte e le sorrido ancora.

«Okay, basta allora.» Mi riprende la mano e entrambi guardiamo il nostro colore unito. «Dici che non dovremmo.» I suoi occhi sono tristi e io vorrei dirle che non importa ma credo siano arrivati anche gli altri ragazzi per la notte e non posso presentarmi alla loro vista con le nostre mani intrecciate.

«Non possiamo.» Sospiro baciandole le dita e fuggendo per primo nella notte. Usciamo fuori come se non ci importasse.

«Era ora. Allora Aleksander io devo andare.» Dimitri si alza velocemente e mi da un colpo alla spalla. «Distraggo i ragazzi così voi potete parlare un attimo.» Bisbiglia per poi fare come mi aveva appena detto. Con Anastasya mi avvicino a Vasilii non le ho dovuto dire niente mi ha seguito immediatamente.

Mi siedo accanto al mio amico che guarda Anastasya accomodarsi al mio fianco. Noto una smorfia attraversargli il viso quando lei mi si mette più vicina di quanto dovrebbe. «Come stai, Anastasya?» Cerca di attirare la sua attenzione.

Per istinto vorrei allungare il braccio e far capire al mio amico che non c'è possibilità ma invece infastidito stringo le mani fra loro allungando i gomiti fino a poggiarli sulle ginocchia piegate, mentre continuo a guardarlo in cerca di conferme. I muscoli delle braccia si tendono perché sono tutte lì ben visibili le emozioni che lo attraversano. Accarezza con lo sguardo il suo viso perdendosi nella sua bellezza che ben conosco. È vittima della magia di questa splendida donna. Lei ti incanta senza fare nulla, nonostante il luogo, nonostante tutto con la sua dolcezza e con il suo modo di capirti senza bisogno di dire niente. Io non so quanto per lui sia importante ma per me in breve tempo è diventata tutto e questo dovrebbe farmi paura e invece no, invece sono felice che sia lei la custode di questi sentimenti. Per queste ragioni non riesco a guardare Vasilii in maniera amichevole, abbiamo affrontato tanto insieme e potrei dare la vita per salvarlo ma non saprei rinunciare a lei.

Anastasya, forse per la tensione che mi scuote o forse per avere lei stessa supporto in quella delicata situazione cerca un contatto e mi posa la mano sul braccio prima di rispondergli. Quel semplice gesto per me ha un significato immenso abbasso il capo e guardo le sue dita su di me mentre spontaneo un sorriso mi si allarga in viso. Sento il calore sotto strati di stoffa, sento quel qualcosa che ci unisce sorprendentemente. Rialzo il capo più sereno e vedo che a Vasilii non sfugge il suo gesto e il sorriso pieno di amarezza che mi lancia mi fa capire che forse i due hanno già avuto modo di parlare di questa cosa.

«Ora meglio.» Due semplici parole che sottolineano l'amara verità per il ragazzo che imbarazzato cerca di non guardare il frutto del suo desiderio. E allora comprendo che sono andato vicino dal perderla già in questi cinque giorni e mi sento ribollire di gelosia. Gelosia... che assurdità! Non ho il diritto di provare niente perché ben presto lei tornerà alla sua normalità e io sarò solo un frammento di un ricordo troppo doloroso per soffermarsi sulle emozioni che le ho suscitato. Ecco che vorrei di nuovo tenerla stretta per godermi in pieno quello che presto dovrò lasciare andare.

«Bene.» Non ne è affatto contento anche se so che è felice che io sia tornato. «Purtroppo, dobbiamo agire in fretta. Yari ha già trovato il modo di fare amicizia e le ragazze non sono più un mistero.» Le dita di Anastasya aumentano la pressione su di me.

«Cazzo! Quello stronzo.» Cosa potevo aspettarmi da un verme.

«Lo so. Andrete via domani stesso. Finito il turno in ospedale vi accompagneremo io, Aleksander e Dimitri.» La voce del mio amico vacilla. Il mento di Anastasya si poggia sul mio braccio. Il suo viso è sconvolto. Una notte ecco cosa ci rimane. Una notte.

Allungo la mano fino a coprire la sua che stringo girandomi nuovamente verso Vasilii. «Come faremo?» Il mio tono è stranamento fermo, considerando come mi sento dentro.

«Io, Dimitri e le ragazze andremo con la jeep e poi tu ci raggiungerai con la loro auto.» Anastasya scuote la testa decisa.

«No, voglio che Aleksander sia in auto con noi.» Il tono è risoluto.

«Anastasya...» Vasilii cerca di farla ragionare ma il suo sguardo è irremovibile.

«No, non è in discussione. Noi tutte vogliamo che lui sia con noi tutto il tempo.» L'uomo al mio fianco assorbe il colpo che ovviamente lo ferisce e io non posso che esserne felice. Non avrei permesso quella disposizione.

Vasilii ci indica altri dettagli del piano che io e Anastasya ascoltiamo con attenzione, mentre le nostre mani si stringono, troppo difficile stare separati.

Quando tutto è stato detto faccio un cenno a Dimitri che inizia a sbadigliare teatralmente e ben presto con Vasilii vanno via mentre Hanna e Irina entrano in tenda. Restiamo a guardare quel fuoco giallo in attesa che anche i miei compagni di nottata si addormentino. Dopo qualche altra chiacchiera finalmente i due si distendono e presto il loro leggero russare ci fa finalmente capire che siamo soli.

Mi giro ad ammirare il suo profilo come la prima sera. Le fiamme giocano nuovamente con i suoi occhi e io ripenso a come già allora mi sembrasse preziosa, pur non conoscendola affatto.

Le accarezzo il capo e la guancia e lei si lascia andare alle mie attenzioni.

«Mi mancherai.» Un sussurro nel buio della notte. Le sue labbra che si aprano appena per quelle due parole. I suoi occhi che si chiudono. Un colpo al cuore. Mi sembra già meno nitida la sua immagine come se già mi stesse scivolando via.

Con la Forza di un Carro ArmatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora