Capitolo 65

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Anastasya

Prendo un calice, dallo sportello della mia cucina, per versarmi un po' di vino. Oggi ho il pomeriggio libero e da più di un'ora ho la casa invasa dai miei colleghi: Gabriella e Maurizio che parlano ininterrottamente con mia sorella.

È passata una settimana da quel video in tv e non c'è stato giorno in cui i tre non si siano sentiti per il fantomatico piano che mi permetterà di incontrare Aleksander. La famiglia di Gabriella viene da noi per vederla. Il bello è che a nessuno importa cosa ne penso io o che ho da dire in merito, hanno preso in mano la situazione e io sono solo il mezzo per coronare il loro sogno d'amore. Una specie di lieto fine scritto a sei mani, in cui io sono la protagonista della storia e loro i miei folli autori.

Devo dire che è stato anche divertente in alcune situazioni, soprattutto, quando si sono resi conto anche loro della follia delle proposte che mi hanno fatto.

Per Maurizio dovevo incatenarmi all'ente spaziale con un cartello scritto per Aleksander.

Hanna voleva farmi passare per una donna delle pulizie e farmi entrare così sotto copertura sempre alla base spaziale.

E infine Gabriella, che dovrebbe essere la donna matura, ha scritto il finale piu romantico. Secondo la sua mente contorta la sottoscritta, vestita di bianco, doveva affittare un calesse, arrivare dove lui lavora e davanti a tutti proclamargli il mio amore per poi chiedergli di sposarmi.

Ora rido a queste folli proposte ma ci sono stati giorni in cui mi hanno torturata per convincermi che era una buona idea. Mi sono dovuta chiudere a chiave in camera e lasciarli sbollire per fargli comprendere che sdraiarmi in strada come se fossi stata investita non era affatto una buona idea. Okay che voglio parlargli, ma non ho intenzione di fare la figura dell'idiota.

Guardo la giornata giungere al termine, il cielo è di un caldo arancione e una leggera brezza entra dalla serranda aperta.

«No, Hanna, non possiamo usare l'ambulanza e arrivare alla conferenza facendo finta che qualcuno si è sentito male.» Maurizio cerca di far ragionare mia sorella e io sorrido sul bicchiere freddo.

«Ma perché? Siete dei sanitari.» Si lamenta lei. Gabriella è fuori in terrazza e la vedo camminare avanti e indietro mentre gesticola come tutti gli italiani. Amo il loro modo di esternare anche fisicamente i loro sentimenti.

All'improvviso il suo viso si apre in uno splendido sorriso e con il pollice alzato si rivolge a me che sbuffo e alzo gli occhi al cielo preoccupata di cosa voglia dire quel gesto. Cosa si sarà inventata questa volta.

Impaurita sono indecisa se chiudermi in bagno o no in cerca di scampo, ma non faccio in tempo che le sue mani mi afferrano le braccia e sospingendomi al centro del mio salotto esclama trionfante la sua buona notizia.

«Ragazzi, ce l'abbiamo fatta!» Hanna e Maurizio la guardano speranzosi, come se già sapessero di cosa stia parlando. Personalmente ho iniziato a ignorarli quando volevano affittare uno speaker e farlo girare per le strade di Roma con una mia dichiarazione per Aleksander.

Cerco di finire il mio vino, per darmi coraggio, ma lei mi toglie anche questo piacere quando afferra il mio bicchiere e lo finisce tutto in un fiato.

«Come vi avevo detto, la moglie, del cugino di mio marito, è una giornalista e dopo che l'avevo contattata due giorni fa ha finalmente scoperto chi del suo giornale parteciperà domani alla conferenza e visto che è una sua amica le ha chiesto la cortesia di farti entrare con il pass!» Praticamente saltella e quando anche mia sorella si alza dal divano e corre ad abbracciarla, lo fanno insieme. Un ballo trionfale. Maurizio urla e batte le mani entusiasta e io devo ammettere che, forse, questa volta hanno avuto una buona idea.

«Hai capito Anastasya, domani incontrerai Aleksander.» Okay, detta così penso che potrei svenire sul mio tappeto, cosa molto probabile visto come la stanza mi gira attorno da quando mi hanno unita alla loro danza.

Ho ancora le labbra stretta fra loro quando i festeggiamenti finiscono e tutti si siedono felici sulle mie poltrone. Io resto impalata al centro della sala e i loro sguardi insistenti mi mettono addosso una forte ansia. Senza fiatare scappo fuori nel cielo che nel frattempo si è oscurato.

Mi siedo su una delle siede in ferro battuto e porto la mano al petto per trattenere il pianto. Dopo giorni di proposte folli che mi avevano fatto quasi arrendere o comunque fatto credere che avrei dovuto attendere ancora, ora, mi ritrovo a poco più di dodici ore dall'incontro che cambierà la mia vita.

Chiudo gli occhi e alzo il viso verso il cielo mentre inspiro con il naso e respiro con la bocca per frenare il tremore che mi scuote.

Domani io e lui saremo nella stessa stanza. Potrò risentire il suo profumo. La sua voce pronunciare il mio nome.

«Ana, tutto bene?» Maurizio si inginocchia davanti a me prendendo le mie mani fra le sue.
Lo guardo senza vederlo davvero e non ho la forza di rispondergli. Ben presto anche Gabriella e Hanna sono fuori. La mia collega si siede davanti a me, mentre mia sorella mi abbraccia da dietro. Le sue dita passano sul mio capo come tante volte ho fatto io con lei.

«Ana...» La sua voce è preoccupata e io non voglio sentirla così.

«Sto bene ragazzi.» Alzo gli occhi su Gabriella che mi guarda anche lei apprensiva. «E che finalmente avete avuto una buona idea...» faccio una battuta per alleggerire l'aria, loro sorridono, ma io continuo a tremare. «E ho realizzato che ci siamo. Domani ci vedremo veramente e...» prendo un respiro stringendo le dita di Maurizio «e ho paura a sapere cosa proverò io e cosa proverà lui.» Confesso i miei timori. «Chi mi dice che andrà bene e se... e se io non lo volessi? E se fosse lui a non volermi?» la voce e un sussurro, faccio un lungo sospiro per cercare di calmarmi.

«Anastasya, andrà come deve andare.» Gabriella cattura la mia attenzione. «Nessuno può dirti come sarà, né tu stessa puoi saperlo è vero ma ne sarà comunque valsa la pena. Se quello che ci hai raccontato è vero. Se questo ragazzo è stato importante per te e siete stati costretti a lasciarvi è giusto che entrambi abbiate la possibilità di fare chiarezza nei vostri cuori.» Annuisco, mi servirebbe. «Affronta questa possibilità a testa alta. Noi saremo fuori ad aspettarti.» Mia sorella mi stringe a se e Maurizio mi trasmette la stessa sicurezza. «Saremo al tuo fianco.»

«Non mi perderei per nulla al mondo il vostro incontro.» Scherza Maurizio pizzicandomi il naso e io lo spintono via sorridendo.

«Allora sei un romantico?» lo prendo in giro, ritrovando il mio coraggio nel loro affetto.

«Chi ha detto il contrario. Il fatto che mi piaccia scopare non significa che non credo nell'amore.» Stavolta e Gabriella a colpirlo sulla nuca facendogli cenno che c'è mia sorella.

«Scusa, piccoletta, volevo dire fare l'amore senza sentimento.» Precisa senza vergognarsi.

«A certo, perché così va meglio. Fagli comprendere subito quanto siete idioiti voi uomini.» Iniziano il solito battibecco che fa ridere me e Hanna, facendo passare via tutta la tensione.

«Cazzo, e ora cosa indosserà domani?» Maurizio si colpisce la fronte mentre noi ragazze lo guardiamo a bocca aperta. «No, cioè, senza offesa, ma il più delle volte sembri una ragazzina, il che è sexy, non fraintendere, ma lo dobbiamo stendere e i jeans non sono un'ottima idea.» Lo sguardo furente della mia collega mi fa capire che posso risparmiare il fiato.

«E certo, perché se non ha il culo o le tette di fuori non è abbastanza per attirare le vostre attenzioni.» Maurizio non ha ancora capito il guaio in cui si è cacciato e cerca di ribattere senza speranza. «Facciamola andare nuda così siamo certi che lui l'apprezzi per quello che è.» Con lo scontro appena iniziato entrambi sono concentrati nello scannarsi per far caso a me. Mi libero dalle mani di Maurizio e stringo quelle di mia sorella ancora strette al mio collo.

«Tu sei pronta Hanna?» Le chiedo alzando la testa all'insù.

«Come mai stata prima.» Il suo sorriso e lo specchio del mio e in questo scambio capisco che niente potrà fermarmi.

Con la Forza di un Carro ArmatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora