Anastasya
Consumiamo la colazione sul terrazzo. La sua camicia azzurra copre il mio corpo ancora nudo mentre un pantalone di tuta blu il suo.
Le sue labbra sono distese in uno splendido sorriso rilassato e sexy. Gli vedo mordere l'ultimo cornetto e allungo lesta la mano per portarglielo via. «Ehi!» protesta masticando il ladro.
«Questo è mio, ne hai già mangiati due.» Proteggo il mio pasto con le mani.
«Ho particolarmente fame. Anzi direi che sono proprio affamato.» Prima che possa rendermene conto mi afferra per le gambe caricandomi come un sacco di patate sulle spalle.
«Mettimi giù. Aleksander!» Protesto scalciando ma ben presto mi trovo stesa sul letto sfatto con il mio irruento uomo sopra di me. Con le braccia stese e le ginocchia vicino ai miei fianchi mi guarda vittorioso dall'alto.
«Sono pronto a finire la colazione...» Un suo dito si poggia sulla mia gola e scende, scostando la camicia, fino al bottone che nasconde il mio seno. Gioca con quell'ultimo baluardo contro la mia nudità mentre i suoi occhi non lasciano i miei.
Il desiderio mi esplode dentro, cavolo, è così sensuale. Il fiato accelerato tradisce la mia volontà e nei suoi occhi vedo brillare la vittoria. Lentamente si abbassa per baciarmi ma io non posso farlo vincere. Quando le sue difese si sono abbassate spingo il suo fianco rotolando su di lui. Adoro il modo in cui mi guarda quando sono io a sovrastarlo e la tentazione di cedere mi fa avvicinare alle sue labbra. Con la punta della lingua ne assaggio la dolcezza.
«Sanno di miele.» Bisbiglio, prima di tornare ad assaporarlo. I nostri occhi sono incollati e assisto vittoriosa al momento in cui la pupilla sembra colorare di nero le sue iridi. I suoi palmi afferrano le mie cosce e lui apre la bocca pronto ad approfondire il bacio, sarebbe così dolce cedere...
«Questo per il mio cornetto.» Mi sollevo ricevendo un'occhiataccia, lo illudo portando le mani alla camicia che lo fa sperare per poi lasciarlo sul letto e tornare a mangiare.
«No, no, no. Ti prego Ana, non lo farò più.» Mi supplica allungando le braccia verso di me che con un sorriso trionfante mi siedo tornando a fare colazione. «Sei perfida.» Porta le mani agli occhi sbuffando.
Con riluttanza si alza e mi raggiunge. «Oggi lavori?» Un'inatteso massaggio alle spalle mi fa sospirare.
«Di pomeriggio. Tu?» ansimo per l'apprezzata sorpresa.
«Finirò alle diciotto anche oggi. Passo a prenderti?» Annuisco, non ho la forza di parlare. Un calore lieve solletica il mio orecchio.
«Sono dannatamente perso, Anastasya, perso in te e non voglio ritrovarmi. Mi hai rubato il cuore, non lasciarlo solo.» Mi bacia la testa e sparisce verso il bagno.
Ecco, ora mi pento per aver interrotto il momento di poco fa. La sua voce era così calda e roca da avermi lasciata piena di brividi. Le mani sul tavolo si aprono sulla tovaglia di lino bianca che osservo riflettendo. La sensazione che ora è davvero mio mi fa scivolare una lacrima. La necessità di dimostrare a entrambi che non è un sogno, accompagna i miei passi decisi verso il bagno
Il rumore dell'acqua mi dice dove trovarlo. Il vetro è appannato e lui non può vedermi. Lo sento canticchiare e ne sono felice, certa che il merito sia anche mio. Lascio cadere la camicia vicino ai suoi pantaloni come anche il tanga. Raccolgo i capelli su di un lato e con audacia apro il vetro della doccia.
«Anastasya!» stupito mi fa spazio fra lui e il muro. Sento già il mio corpo tremare alla vicinanza con il suo. Alzo il viso verso il fiotto di acqua calda che mi investe dall'alto senza parlare ancora con lui.
Mi sembra di sentire il suo fiato più pesante. E sorrido soddisfatta. Apro gli occhi guardandolo dal basso e finalmente mi concedo di toccarlo posando i miei palmi sul suo petto. Il battito accelerato del suo cuore mi accoglie festoso.
Il suo sguardo adorante vaga sul mio corpo fino a chiedere aiuto ai miei occhi. Mi alzo sulle punte e unisco le nostre bocche. Con una mano salgo a stringergli la nuca e lo invito a cedere al nostro bacio che presto si accende di animosità. Le labbra si aprono e chiudono le lingue si cercano e i nostri corpi si stringono bisognosi.
«Prendimi Aleksander!» le sue dita corrono alla mia eccitazione. «No, voglio sentirti dentro di me.» I suoi occhi mi cercano dubbiosi. «Voglio te.» Una luce illumina il suo sguardo prima di sentirmi sollevare e sospingere contro le mattonelle fredde. Mi innarco stringendomi a lui e finalmente con un verso animale il mio desiderio viene soddisfatto.
Le nostre espressioni cambiano e le bocche si cercano affamate. Gli stringo i capelli che tiro eccitata, il suo gemito sulla pelle del mio collo per la prima spinta è di goduria. Porto la testa indietro e gli afferro le spalle che graffio urlando in un nuovo movimento che mi fa palpitare. I miei gesti sono più fisici, meno delicati, e scatenano in un lui un maggior ardore.
Lo stringo, gli occhi si cercano, l'acqua scivola sulla pelle rendendola più liscia e arrossata. Con le goccioline fra i capelli e la sua bocca a pochi millimetri dalla mia è una tentazione che non mi lascio sfuggire. Gli affero il labbro inferiore che stringo fra i denti scatenando del tutto il suo lato selvaggio. Mi sento sospingere con irruenza gemendo forte a ogni intenso e spossante affondo.
Il suo corpo muscoloso intrecciato al mio mi leva il fiato. La sua potenza mi solleva e riempie in quel modo unico che è il suo fare l'amore con me fatto di passione pura e dolcezza infinita come quella mano che si alza a posarsi sulla mia guancia.
«Cazzo, Ana.» Le bocche nuovamente unite. Continuo a stringerlo, graffiarlo, morderlo in un gioco erotico che lo fa sospirare fremente fra le mie braccia.
Sento che entrambi stiamo per arrivare al piacere e allora afferro il suo viso costringendolo a guardarmi.
«Sono persa anche io. Lo senti che siamo qui insieme.» Lui rallenta alle mie parole. «E lo sono anche i nostri cuori...» l'acqua nasconde le mie lacrime «e ora riportaci a casa.» Lo bacio con ardore e lui riprende a spingere dentro di me che lo accolgo muovendo i fianchi desiderosa di raggiungere quel mondo di brillantini che vedo chiudendo gli occhi. Cresce e risplende fino a quando esplode in un stella luminosa.
Le sue labbra premono sul mio collo e io lo tengo stretto fino a quando entrambi riprendiamo le forze per allontanarci. «Anastasya, io...»
«Shhh... abbiamo tempo.» Un lieve bacio a fior di labbra, il suo dolce sorriso e riprendiamo la doccia.
Alzo la mano per salutarlo dal mio portone e poi salgo le scale sognante. Non bado a mia sorella che se ne sta seduta al tavolo intenta a fare colazione. Non appena mi vede entrare un sorriso malizioso le si dipinge in volto.
«Credo che qualcuna si sia molto divertita...» Mi prende in giro sventolandosi con la mano. «Wow, sento il fuoco della passione bruciarmi.»
«Ma che blateri.» Mi trattengo del ridere avanzando nella stanza per poi sedermi davanti a lei per un altro caffè.
«Hmmm credo che le cose siano andate alla grande.» Continua inzuppando un biscotto al cacao nel suo latte. Stufa di trattenermi esplodo di gioia.
«Sì! È stato così, così... oh Hanna non posso parlarne con te sei piccola.» Mi copro il viso per l'imbarazzo.
«Forse scordi che ho un ragazzo.» Tiro su il capo di scatto.
«Tu!» La indico preoccupata.
«Non ho detto questo, okay.» Allunga le braccia alzando le mani. «Ma diciamo che... oh Anastasya ma secondo te.» Inclina il capo cercando di farmi capire. E ovviamente so bene cosa intende.
«Okay. Beh è stato quello moltiplicato all'infinito. Perché quando sarai più grande e lui sarà quello giusto, tutto avrà un sapore diverso. Il sentimento sarà più profondo e... capirai, va bene.» Spero così di darle anche il consiglio di non avere fretta, di non sprecare qualcosa di così bello.
«Sei così felice.» Mi stringe la mano che tiene la tazzina.
«Io... io non potevo sperare di più.» Ora mi auguro solo che avremo un po' di pace.
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Con la Forza di un Carro Armato
RomanceAnastasya è una laureanda in medicina piena di sogni e di speranze. Ha appena finito la sua prima settimana all'ospedale di Kiev, la sua città ed è pronta a festeggiare con la sua famiglia il contratto a tempo indeterminato. Per realizzare il suo so...