Anastasya
Quanto può essere disarmante un vero bacio. Un bacio pieno di passione e sentimento: ti strugge, ti annienta, ti obbliga a chiedere di più, di più all'infinito perché ti riempie il cuore e ti strappa l'anima facendo vibrare il tuo corpo come i fili d'erba al vento. Persa, ti senti perduta e ti aggrappi a quel sapore, a quella dolcezza fino a crederti un tutt'uno con essa.
Per oggi basta parole, non voglio chiedere altro. Domani, domani parleremo di cosa ha fatto in questi mesi, di come stanno i ragazzi, di come sia arrivato qui, del passato, di tutto ma per questa notte, che siamo insieme, va bene il silenzio e il suo calore.
La sua testa si posa sulla mia e ben presto stanchi ci addormentiamo seduti su quel divanetto non molto comodo, in quella notte anche un po' fredda.
L'ultimo ricordo che ho è il parlottare di mia sorella con il suo ragazzo del fatto che ci siamo addormentati, ma non mi importa. Mi sistemo meglio sul petto di Aleksander e continuo a dormire.
Un sussulto seguito da un gemito mi fanno svegliare. Batto gli occhi che si aprono con fatica e il suono si ripete, lo sento rimbombare sotto il mio orecchio. Mi tiro su a fatica e capisco che a fare quei versi è Aleksander. Il suo sonno è agitato e la sua mascella si stringe mentre il corpo si irrigidisce mostrandomi l'incubo che lo affligge.
«Aleksander... Aleksander sei qui, con me.» Ripeto lentamente quelle parole sperando di dargli un po' di conforto mentre con le dita gli scosto i capelli che gli sono ricaduti sulla fronte.
Mi sento stringere il cuore a quella vista, mi sembra un bimbo indifeso e sono sollevata quando finalmente vedo i suoi occhi aprirsi. Sono intrisi di paura e si guardano attorno preoccupati. Quando mi scorgono accanto a lui mi sento tirare nel suo abbraccio dove scompaio.
«Sono qui, amore.» Gli dico dolcemente continuando ad accarezzarlo. Lui sospira a fatica e poi infine tornato lucido si passa la mano fra i capelli ancora scosso.
«Scusa, se ti ho svegliata.» Mi guarda imbarazzato.
«Non importa.» Avvicino i nostri visi. «Io sono qui, se vuoi...» mi piacerebbe sapere quale fosse il suo incubo, ovviamente, sono certa riguardi la guerra ma penso che gli farebbe bene parlare.
«Ti va se entriamo dentro?» Un po' delusa annuisco per poi seguirlo in casa. L'aria nell'appartamento è più calda ed è piacevole, ormai in autunno fa piuttosto freddo la notte.
Lo vedo fermarsi vicino al ripiano in cucina per un bicchiere d'acqua mentre io continuo fino al divano dove mi siedo rannicchiandomi sotto la coperta, che ho portato con me. Lo osservo e vedo che lentamente si sta riprendendo e me ne sto in silenzio in attesa di qualcosa.
Finito di bere, passeggia un po' per la stanza e poi per mia gioia, ho temuto se ne volesse andare, alla fine si siede accanto a me sprofondando fra i cuscini. Si porta le braccia a coprirsi gli occhi e ha le gambe leggermente divaricate. La camicia si tende sotto il i suoi muscoli e le labbra si stringono in una linea sottile.
Appoggio il gomito sulla spalliera del divano e il mento sul palmo in attesa. La casa è silenziosa credo che Hanna sia andata a letto da un pezzo. La sera è molto buia senza luna, solo la luce dei lampioni in strada non ci lascia al buio.
«Io ho problemi di sonno.» Il suono roco della sua voce riempie la stanza. «E da quando sono tornato, ormai una settimana e la situazione non è molto migliorata.» Le braccia scendono fino a poggiarsi sul divano. Il suo sguardo è perso davanti a sé. «Credo che queste siano il record di ore che io abbia dormito da quando tu sei andata via.» Mi confessa per poi voltarsi verso di me con il capo poggiato sul divano. «Ricordo ogni scontro, ogni combattimento, ogni terribile momento di questa maledetta guerra appena i miei occhi si chiudono.»
Non resisto e subito sono accanto a lui. Gli bacio la fronte per poi posarci sopra la mia guancia. «E da quando sono qua, penso anche a tutti quelli che conosco che sono rimasti in quell'inferno?» Non gli ho ancora chiesto di Dimitri o Vasilii perche me ne è mancato il coraggio. Non avrei sopportato brutte notizie.
«Come stanno i ragazzi?» Alzo il capo e lo guardo dall'alto. Il suo sguardo sfugge ancora.
«Dimitri stava bene fino a ieri sera. Lo chiamo ogni giorno appena so che è possibile. Ne sarà felice nel sapere che ci siamo ritrovati. Lui ci ha sempre creduto.» Sorrido alla sua imitazione dell'uomo che conosco anche io. «"Sei proprio un cazzone fortunato." Ecco cosa mi direbbe.» Sorridiamo entrambi sapendo che è la verità.
«E Vasilii...» Lo vedo sospirare e alzare un po' le spalle.
«Diciamo che ci siamo allontanati.» Non capisco.
«Come mai?» Erano molto uniti.
«Non ha superato il fatto che tu avessi scelto me ma, soprattutto, il vederci ci faceva troppo ricordare di te e poco alla volta lui ha ceduto cambiando anche accampamento. Ho cercato sue notizie fino a prima di venire via e per fortuna stava bene.»
«Mi dispiace.» Sono dispiaciuta per averli fatti discutere.
«Non è colpa tua, è successo e basta.» Si tira su accarezzandomi il viso.
«Ma come hai fatto a venire via?» finalmente gli chiedo cosa è successo. Ho ringraziato Dio diverse volte e ora voglia sapere come ha fatto.
«Grazie a questa missione. Avevano bisogno di me.» Credo capisca la mia curiosità e per mia gioia continua. «Ti ho detto che amo le stelle, il cielo, lo spazio e beh sono un ingegnere spaziale molto bravo. A detta di molti molto geniale ed è grazie alla mia fama e bravura che per far concludere la missione in sicurezza mi hanno condotto qui.» Non mi perdo niente di quei dettagli della sua vita. «Lavoro per la NASA russa praticamente e stavo lavorando alla partenza della navicella quando è scoppiata la guerra e la mia vita è finita.» I suoi occhi diventano lucidi e anche i miei. «Nonostante la Russia si sia ritirata dalla missione alcuni problemi tecnici hanno convinto il Cremlino a intervenire e io ero il meglio che potessero offrire e che veniva loro chiesto. Diciamo che sono qui per fargli fare bella figura e per una volta sono grato al loro super ego.»
«Anche io.» bisbiglio prima di un piccolo bacio a stampo.
«Grazie.» Mormora lui soddisfatto e io gliene concedo subito un altro e sono felice di vedere il suo viso più sereno. «Invece Irina?» Mi tiro su.
«Beh, ovviamente, è rimasta la e non riusciamo a sentirla spesso. Per fortuna al momento sembra andare bene e anche Andrew sta bene visto che quella zona è più tranquilla. Le ho proposto di venire qui con la sua famiglia ma non vuole lasciare il suo ragazzo visto che ogni tanto lui riesce a raggiungerla.» Ora sono io pensierosa. «Questo mi dispiace ma come potrei insistere, io avrei voluto fare lo stesso.» Lui si tira su di scatto.
«Lo avresti fatto davvero?» la sua fronte si poggia sulla mia.
«Non hai idea di quante volte io ci abbia pensato.» Chiudo gli occhi per il peso del ricordo di quei tristi momenti. «Ma la promessa a mio padre me lo ha impedito.» Lui sa bene che non avrei potuto.
«Sono felice che tu non l'abbia fatto. Mi rincuorava la speranza di saperti al sicuro.» Gli stringo le braccia con le mani per dimenticare.
«Si, ma è stata tremendamente dura lasciarti andare. Sfiancante.» Gli confesso sincera, la notte mi da coraggio, anche se forse non ne ho bisogno, troppo desiderosa di fargli sapere tutto quanto. «La sera che Hanna mi ha detto di averti visto mi ha chiamata mentre ero uscita con un ragazzo.» Noto una scintilla di gelosia nel suo conturbante sguardo. «Volevo darti retta è cambiare pagina...» Faccio una smorfia. «È stato un disastro. Io non riuscivo a farlo.» Mi allontano leggermente timida.
«Anche se l'idea di saperti con un altro è insopportabile, hai fatto bene, non potevamo sapere che sarebbe andata così.» Le sue dita mi accarezzano. «Ieri sera una donna mi ha chiesto di fare sesso con lei. Quando mi ha baciato...» apro la bocca stupita dalla sua confessione. Sento crescere l'odio per quella donna anche se non posso biasimarla. «Non ho sentito niente. Il mio corpo era spento e spento è rimasto.» Gioca con una ciocca dei miei capelli. «Mi hai stregato e non esiste pozione o incantesimo che possa sciogliere questa magia.» Credo di poterlo perdonare ora e mi tuffo sul suo sorriso e sul suo corpo con l'intenzione di fargli dimenticare tutto tranne me.
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Con la Forza di un Carro Armato
RomanceAnastasya è una laureanda in medicina piena di sogni e di speranze. Ha appena finito la sua prima settimana all'ospedale di Kiev, la sua città ed è pronta a festeggiare con la sua famiglia il contratto a tempo indeterminato. Per realizzare il suo so...