Capitolo 33

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Anastasya

Faccio cenno a Irina di seguirmi. Ho il fiato corto e mi guardo attorno preoccupata. Abbiamo indossato la divisa completa ma siamo comunque ben riconoscibili. Avanziamo lentamente in quella notte in fila silenziosamente. Alcune tende sono ancora accese e si sente il chiacchiericcio tipico di chi ha bevuto troppo. A ogni piccolo rumore saltiamo in aria preoccupate non sono mai stata brava a fare le cose di nascosto. Ci ho provato solo una volta quando avevo sedici anni per andare a ballare con Irina e i miei mi hanno trovata dopo dieci minuti. Mia sorella è più brava in queste cose, ma vista la sua gamba ingessata abbiamo deciso che era meglio per tutte che lei rimanesse in tenda. La luna questa sera splende più dei missili, più degli aerei militari è una buona compagna, illumina il nostro cammino mentre mano nella mano siamo quasi arrivate, almeno lo spero.

Non posso ancora credere a quello che lui ha fatto per la mia amica. Non avevo intuito niente, mentre ieri mi ascoltava, pensavo fosse solo gentile e invece ha fatto un gesto molto importante per Irina. Io stessa sono felicissima nel sapere vivo Andrew.

Siamo arrivate. La tenda di Aleksander dovrebbe mostrarsi ai nostri occhi tra qualche momento girato l'ultimo angolo.

«Ci siamo vero?» La voce di Irina è appena udibile.

«Sì, eccola.» Una tenda come le altre è davanti a noi. Ho il timore di aver sbagliato ma la mia amica ha accelerato il passo e io la seguo guardandomi alle spalle. Almeno per l'andata non ci ha visto nessuno. Entriamo in tenda è l'apparecchiatura elettronica di Aleksander è disposta in bella mostra
Vari bip e segnali fuoriescono dal computer. Mi avvicino alla sua scrivania mentre Irina decisa recupera il telefono dal nascondiglio indicato da Aleksander.

Restiamo in silenzio con la poca luce della luna che filtra da fuori e ora quella del telefono che Irina ha in mano. Decido d lasciarle un po' di privacy e mentre lei chiama il primo numero io mi siedo sul letto si Aleksander. Accarezzo il suo cuscino mentre il suo profumo riempie le mie narici assetate. La stoffa ruvida sa di lui e io capisco di essere sempre più coinvolta da questo uomo di cui non so nulla. Chi sei tu? Non so neanche se lo scoprirò mai. La voce della mia amica attira la mia attenzione.

«Amore...» Capisco subito con chi è al telefono. La sua voce è concitata e felice nonostante le lacrime che non riesce a frenare. Conto mentalmente fino a venti è il tempo che ci siamo date considerando quel poco ch aveva scritto il militare.

Vedo un libro sul comodino e non resisto dal prenderlo. Lo sta leggendo e sapere questo me lo fa stringere al petto. «Irina...» Il tempo è scaduto.

«Ti amo Andrew. Ti amo da morire e ti raggiungerò presto.» Animatamente si dichiarano il loro amore e poi la mia amica chiude la prima chiamata.

Ha gli occhi che le brillano e riesco a vederlo nonostante il buio. Si ferma un attimo accanto a me per riprendere fiato, la osservo dal basso stringere il telefono felice di quella forza che la voce del suo uomo le ha dato. I capelli biondi sono un po più lunghi e le si arricciano sulle orecchie. Il viso perfetto è bagnato e arrossato.

«Forza, chiama la tua famiglia ora.» Lei annuisce e si sposta nuovamente. Io tengo stretto quel libro che parla del bing bang e dello spazio mentre continuo a guardare le sue cose. È tutto ordinato. Poche cose ma mi sembra di conoscerlo meglio ora che ho visto la sua tenda. Mi sembra anche più reale, ne dubito spesso visto la velocità con cui mi è entrato in testa mi sembra frutto dei miei desideri.

Alla fine non resisto e mi sdraio nel suo letto. Come vorrei vederlo entrare da quella tenda ma non sono previsti rientri stanotte. Ormai anche io ho capito le abitudine dell'esercito. Un rumore mi fa sussultare. Faccio cenno ad Irina di fare silenzio. Lei ascolta sua madre parlare il cui tono si sente da qui. Mi rialzo con il petto che si alza e abbassa velocemente per la tensione. Spero che non ci abbiano sentite con tutto il cuore. Irina chiude senza salutare e cancellando le ultime chiamate rimette tutto dovevlonaveva preso. Mi alzo e mi avvicino alla mia amica e mano nella mano ci avviciniamo all'ingresso. Non si sentono più rumori, ma mi viene spontaneo formulare in testa le possibili giustificazioni del perché siamo qui in piena notte. Ovviamente non mi viene in mente niente, il vuoto come sempre nei momenti di panico. Dopo diversi minuti ci convinciamo ad uscire, trovando il coraggio di fare il primo passo.

Al rientro siamo molto più veloci, mi sembra di vedere ombre minacciose da tutte le parti ma almeno ormai è impossibile che qualcuno sappia il nostro segreto.

Quando vedo il fuoco davanti la nostra tenda riesco a respirare nuovamente a passo svelto arriviamo fino all'ingresso mantenendoci in assoluto silenzio. Irina entra per prima in tenda dove Hanna ci aspetta ancora sveglia.

«Anastasya.» Una voce maschile mi fa sussultare. Non ne riconosco il suono e l'idea che possa essere quel Yari mi fa rabbrividire. Ma sono comunque al sicuro ormai spero solo che non ci abbiano seguite. Mi giro lentamente ripensando all'unica scusa che mi era venuta: "sono andata a prendere un libro in macchina perché non riuscivo a dormire."

Uno dei ragazzi che fa la guardia con Dimitri mi guarda mezzo addormentato. «Tutto bene?» Non mi sembra pericoloso e poi se Vasilii lo ha scelto sarà sicuramente un bravo ragazzo.

Si alza e si avvicina fino a sovrastarmi. «Si, si non avevo molto sonno.» Gli mostro il libro senza avere il coraggio di pronunciare il mio alibi del tutto.

«Ah, okay. Ma non devi andare in giro di notte è troppo pericoloso.» mi sembra mancare l'aria è troppo vicino. Comincio a preoccuparmi e mi volto verso Dimitri che dorme profondamente, mi basterebbe gridare.

«Sai sei proprio bella.» Mi sussurra sul viso mentre io stringo il libro senza alzare lo sguardo che tengo sul suo collo. Il pomo d'adamo gli si alza e abbassa più volte e quando una mano mi sfiora la guancia sono pronta a gridare. Alzo gli occhi verso di lui furiosa. «Non provare a toccarmi!» spero che il mio tono sembri più minaccioso che impaurito.

«Non voglio farti del male ma è così tanto tempo che non sto vicino a una donna... hai un buon profumo lo sai.» Il suo sguardo è perso forse nei suoi ricordi. «Davvero bello. E i tuoi occhi sono incredibili.» Lo vedo ritrarsi un po' e questo mi fa calmare un po'.

«Hai una fidanzata?» lo vedo annuire e voltarsi verso il fuoco.

«Sì o forse l'avevo, chi lo sa. Sono mesi che non la sento.» È giovane avrà una ventina di anni.

«Sicuramente ti starà aspettando.» Mi porto il libro al petto. Come vorrei vederlo camminare verso di noi. Il suo sguardo intimidatorio correrebbe al giovane facendolo tornare al suo posto senza la necessità di parlare, perché Alexsander sembra dominare tutto senza fatica, avanzerebbe a passo deciso fino a frapporsi fra noi. I suoi palmi si stringerebbero e quando sarebbe certo che sono al sicuro si volterebbe verso di me con i suoi occhi azzurri pieni di quel sentimento che ci accomuna. Lo ha fatto quel primo giorno e già allora qualcosa in noi era cambiato.

«Non credo, stavamo insieme da poco ma io la corteggiavo da tempo.» Si gratta il capo e con un sospiro sofferto finalmente torna in sé. «Scusa se ti ho spaventata. Va tutto bene allora?»

«Si, tranquillo.» Dimentico la paura e provo pena per lui. «Buonanotte.»

«Buonanotte.»

Rientro, Hanna e Irina si sono già addormentate. Mi avvicino al mio lato del letto, mi spoglio della giacca e mi stendo con il libro sempre il mano. Lo avvicino al naso per sentirne bene l'odore.
Mi manchi Aleksander ed è assurdo dopo appena un giorno.

Con la Forza di un Carro ArmatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora