Anastasya
Allungo le mani sotto il getto di acqua ghiacciata, il solito dolore alle mani per il troppo freddo dura quell'attimo in cui accompagnano il liquido fino al mio viso. Il mio corpo si risveglia immediatamente e io cerco subito l'asciugamano.
«Come sogno una doccia calda.» Hanna si lamenta come ogni giorno.
«Almeno possiamo sciaquarci.» Irina come sempre cerca di farle vedere il lato positivo. Io me ne sto in silenzio non ho ancora metabolizzato tutto quello che ieri Vasilii mi ha rivelato. Sospiro nella stoffa bianca. A Irina ho detto che ci saranno dei cambiamenti e che dobbiamo stare attenti, mi sono tenuta per me la partenza come mi ha chiesto Vasilii.
«Ragazze, se siete pronte, andiamo, ho un po' di fretta.» Proprio lui richiama la nostra attenzione. Ci sta aspettando fuori con la colazione.
«Andiamo ragazze.» Mi avvio per prima fuori. «Siamo pronte.» Il mio tono è spento anche questa notte non ho dormito e anche questa mattina nessuna novità.
«Bene, non vorrei mettervi fretta ma mi hanno richiamato via radio e devo andare.» Si scusa lui ma senza motivo.
«Non preoccuparti, capisco perfettamente.» Mi sorride, gli sorrido. In poco tempo siamo alla nostra solita postazione. Maksim e Viktor ci aspettano per mangiare insieme e l'aria sembra particolarmente calma. «Verrà Dimitri più tardi, okay?» Annuisco e lui dopo avermi accarezzato una guancia va via sospirando. A Irina non sfugge quel gesto.
«Cosa combini, amica mia.» Approfitta di un momento di privacy per avvicinarsi a me.
Sto sistemando il carrello con siringhe e il resto. Alzo il capo verso di lei frustrata. «Niente.»
«Non direi.» Insiste lei.
«Irina.» Pronuncio esasperata. «Si è convinto di provare qualcosa per me.» Non credo davvero che sia altro se non un'infatuazione.
La vedo riflettere un attimo e poi allungare le mani per aiutarmi con il mio compito. «Perché, per lui, è solo una convinzione?» questa allusione mi infastidisce.
«Che vuoi dire. Che siccome ti ho confessato di provare qualcosa per Aleksander ora questo deve accadere con tutti i soldati dell'accampamento.» Poso malamente quello che ho in mano e vado fuori.
«Non volevo dire questo. Anastasya, scusa, dai torna.» Non le dò retta, è da ieri che mi sento soffocare. L'aria gelida del mattino mi colpisce ma non riesce a placare il mio malumore. Mi nascondo nel posto dove io e Vasilii ieri abbiamo parlato in cerca di un po' di pace un altro giorno sta iniziano senza di lui e io non riesco più a respirare. Chiudo gli occhi portandomi la mano al collo. Cerco di trattenere le lacrime, lui non è morto, non devo piangere. La pena mi stringe la gola quando mi sento afferrare per le braccia. È un attimo, un profumo mi avvolge poco prima di essere costretta contro un mezzo posteggiato la vicino.
«Anastasya.» Spalanco gli occhi incredula. Non è possibile. «Finalmente.» Il suo capo si avvicina al mio mentre sento stringere le sue mani sulle mie braccia. Sto per urlare ma poi decido di spintonarlo via. Lui mi riprende con maggiore forza. «Non fare la stronza. Sono giorni che aspettavo questo momento.»
«Yari lasciami o comincerò a urlare.» Cerco di liberarmi dalla sua stretta.
«Sei ingiusta però. Ho visto come guardavi Aleksander e ora che lui finalmente è a fanculo fai la gatta morta con Vasilii.» Striscia il suo naso sulla mia guancia. «Sei proprio una cattiva ragazza e io non resisto più, piccola. Sogno di scoparti ogni notte.» Lotto contro la sua forza e quando la sua lingua sfiora il mio orecchio comincio anche a scalciare. «Brutta puttana, sta ferma.» Si allontana quel poco che mi permette di scappare. «Non hai scampo Anastasya. Ho deciso che ti voglio e nessuno me lo impedirà. Faremo una festa nella tua tenda.» Le sue parole e la sua risata mi seguono fino in tenda. Mi fermo un attimo a riprendere il controllo. Passo la manica della giacca nei punto in cui mi ha toccata e torno a fare il mio lavoro come se niente fosse. Non ho il tempo per piangermi addosso.
«Scusa.» Irina corre subito da me.
«Non preoccuparti.» L'abbraccio in cerca di conforto.
«Anastasya, vieni subito ho bisogno di te.» Maksim richiama la mia attenzione e il momento orribile appena vissuto viene subito dimenticato.
La giornata stava procedendo come al solito quando un gran fracasso ci porta tutti ad affacciarci fuori dalla tenda. «Maksim che succede?» Gli chiede Hanna ma non fa in tempo ad avere la risposta che dei carri armati sfilano davanti ai nostri occhi. Degli uomini con tute mimetiche e occhiali da sole neri sorridono dalle aperture di sopra e in particolare dalla jeep che chiude quello spettacolo. Un brivido mi corre lungo la schiena: sono già arrivati. Presto andremo via.
«Sono i mercenari. Entriamo dentro.» Il dottore preoccupato ci fa strada all'interno dell'ospedale.
«E chi sono?» Hanna non demorde.
«Gente orribile. Orribile. State dentro non fatevi vedere.» Quasi ci nasconde alla vista di quei nuovi arrivati. «Riprendiamo a lavorare.» Lo accontentiamo ma l'aria si riempie di mormorii. È una novità troppo grossa per passare inosservata. E quando Yari passa dalla tenda per farsi medicare una mano, ha un ghigno che non mi fa stare tranquilla. Nonostante lui si rivolga a me direttamente, Viktor si avvicina per curarlo lui stesso.
«Anastasia.» Mi richiama, ma io faccio finta di non sentire. La sua risata fastidiosa riempie la tenda e gli occhi di Irina corrono a me, ma io le faccio cenno che non è niente. Torno a concentrarmi su quello che sto facendo e quando pensavo di essermi liberata di lui me lo ritrovo dietro le spalle. La sua mano mi accarezza la schiena. «Ho dei nuovi amici Anastasya. Tu e le altre preparatevi per una bella visita. Ora che il tuo amichetto non c'è non avete abbastanza protezione.» Mi muovo per guardarlo in viso.
«Mi fai schifo.» Mi allontano dal suo contatto.
«Ripetilo quando stasera ti prenderò con la forza, mi piacciono le bambine difficili.» Rabbrividisco allontanandomi ancora, ma lui ha ormai finito di parlare e fischiettando se ne va via.
Mi tremano le mani quando cerco di fare finta che non sia accaduto nulla. Sta diventando tutto difficile e devo stringere le mani fra loro per calmare quel tremolio. Ho davvero paura e non so che fare. Mi porto la mano ai capelli è mi guardo intorno in cerca credo di aiuto. Irina e Hanna stanno ingessando un uomo con la barba nera. Viktor è passato all'ennesima medicazione e Maksim sta oscultando un nuovo arrivato. Nessuno mi può aiutare.
Prendo il vassoio con i medicinali per passare fra i lettini per la terapia. Le boccettine di vetro degli sciroppi si scontrano fra loro tintinnando a ogni passo incerto che faccio. Non riesco a frenare quel tremore e mi arrabbio con me stessa per questa dimostrazione di debolezza. Riesco a posare tutto sul carrellino e per riprendere il contegno mi passo i palmi sul capo lisciandomi i capelli già tirati nella coda alta che ho fatto questa mattina.
Con il cuore in gola vedo il cielo scurirsi fino a diventare nero. Nel momento in cui la luna fa la sua comparsa sento il terrore impadronirsi di me. Dovrei parlarne con Dimitri o con Vasilii di quello che è accaduto ma non voglio credere che possano davvero farlo. Guardo Hanna sorridere a Viktor e Irina parlare con un paziente tranquillamente. Confidarmi significherebbe far preoccupare anche loro. Ingoio con fatica la saliva e i miei timori e con la forza dell'incoscenza raggiungo gli altri per i saluti di fine serata.
Sarò in grado di farcela.
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Con la Forza di un Carro Armato
RomanceAnastasya è una laureanda in medicina piena di sogni e di speranze. Ha appena finito la sua prima settimana all'ospedale di Kiev, la sua città ed è pronta a festeggiare con la sua famiglia il contratto a tempo indeterminato. Per realizzare il suo so...