Capitolo 79

452 26 33
                                    

Anastasya

In paradiso, ecco dove mi sta conducendo questo stupendo uomo. Aleksander è passione pura, irrefrenabile, sconvolgente.

Mordo le sue carnose labbra mentre con frenesia muovo la mia mano su di lui, accarezzando quella pelle tesa e pronta per me. Mi inarco scossa da un fremito che mi fa arricciare la punta dei piedi quando sento le sue dita sprofondare dentro di me.

Cerco la sua lingua e spingo il suo capo verso il mio scontrando i nostri denti, troppo presa dalla passione. Stringo la sua nuca e quando sono ormai prossima a venire apro la bocca e gemo senza vergogna sulle sue labbra.

«Aleksander rallenta ti prego io... io...» sospiro rumorosamente per poi emettere un lamento quando vengo abbandonata. Mi stringo alle sue spalle e riprendo la sua bocca contro la mia ormai pronta ad averlo dentro di me. «Ti prego...» lo supplico avvolgendo la mia gamba intorno al suo corpo. Il mio piede spinge sul suo sedere e quando lo vedo issarsi su di me sono certa che stavolta in paradiso ci andrò sul serio.

Ogni muscolo del suo corpo schiaccia la mia morbida carne. Lo sento premere meravigliosamente su di me e io lo accolgo pronta alla nuova scoperta.

I suoi occhi si incollano ai miei e mentre con il braccio sinistro si tiene alzato per non schiacciarmi con quello destro si insinua fra di noi fino a sfiorare la mia intimità. Le sue dita si accertano che io sia pronta e quando irrequieta gli mordo il labbro inferiore lui mi stringe un fianco spingendosi dentro di me.

I nostri sguardi si sciolgono come neve al sole quando finalmente niente ci divide, siamo una cosa sola. Una splendida cosa sola. Un unione perfetta che si mostra in colori caleidoscopici quando lo sento spingere per la prima volta.

«Oh!» sgrano gli occhi sorpresa di quanto i nostri corpi si completano.

Con una lentezza disarmante mi sta amando come non mi era mai successo. Ha baciato, accarezzato ogni parte del mio corpo, venerandolo come solo un uomo innamorato può fare. Non è tempo per questi pensieri, siamo troppo immaturi per capirne il vero significato e allora ci lasciamo cullare dal desiderio e da quel calore che cresce nel nostro centro sempre di più, sempre più intenso ad ogni spinta, ad ogni affondo che sembra toccarmi l'anima.

Iride contro iride, azzurro contro azzurro, fuoco contro fuoco, corpo contro corpo, danza sinuosa e ritmica vicina all'oblio lo stringo a me perché mai io lo potrei perdere. Mai più io lo lascerò andare. Mai io potrei sopravvivere senza di lui dopo aver assaporato cosa significa essere un tutt'uno.

Mi muovo incontro ai suoi movimenti e lo sento ingrossarsi dentro di me. «Sei fantastica Ana, io... io... mi sono perduto.» Torna a baciarmi mentre con decisione aumenta gli affondi fino a portarmi la, su quel limite, quel meraviglioso momento in cui il tuo essere si sbriciola in milioni di coriandoli ed esplode in una festa.

«Aleksander!» mi aggrappo alle sue spalle certa di non riuscire a ritrovare la strada di casa, ma lui è con me.

«Anastasya!» Lui è con me in quello spazio che ben conosce, fatto di stelle e allora posso stare tranquilla, fin quando sarà al mio fianco io sono certa che non sarò mai più perduta.

Le nostre labbra si uniscono ancora mentre gli ultimi fremiti scuotono i nostri corpi sudati e appagati.

«Non credevo esistesse niente di simile.» Mi sussurra sulle labbra legando i nostri occhi. «Mi hai ridato la vita.» Stringo le sue spalle a un passo dalla commozione.

Con dispiacere lo sento rotolare al mio fianco, mi stringe ancora e quindi lo seguo posando il mio capo sul suo petto che mi dondola su e giù mentre sfinita chiudo gli occhi.

Poso il palmo aperto sul suo cuore che batte in sintonia con il mio e quando lo sento baciarmi il capo sorrido felice per quello che abbiamo appena condiviso.

«Stai sorridendo?» Mi sussurra alzando il capo verso il mio orecchio.

«Sì, sono felice.» Gli ripeto quelle emozioni che ho appena scoperto. Questa è quella che voglio condividere.

«Anche io.» Semplicemente quello mi risponde e io sento il mio cuore mancare un battito. Allora non resisto una lacrima solitaria giunge fino alla mia bocca. Lui mi ha appena restituito me stessa donadoni se stesso e io spero di averlo ricambiato.

Con pigrizia poggio il gomito sul materasso e tiro su la testa così da stargli sopra il viso. Lui mi sposta i capelli su di un lato e prende a giocare con le mie ciocche disordinate mentre io lo guardo studiando il suo viso.

Passo l'indice sulle sopracciglia, sul naso, sulla curva della guancia fino a giungere alle sue labbra. Ricordo la cicatrice che avevo notato e con curiosità la sfioro.

«Cosa è successo?» Lui mi guarda confuso.

«Intendo questo taglio.» Torno a sfiorarlo.

«Ah.» Si porta una mano agli occhi e io mi preparo al peggio. «Non fare quello sguardo triste non è niente di che. Mi sono tagliato con il rasoio.» Sorrido per il peggio a cui mi ero preparata. Scendo ad accarezzargli la mascella, la clavicola e infine la spalla dove noto altri segnali. Sembrano fori.

«E questi?» Una smorfia sostituisce il suo sguardo sereno.

«Ci sono stati momenti difficili, ma sono qua e sono intero.» I suoi occhi luccicano di segreti e gioia. Non credo voglia parlare di altro che riguardi la guerra e forse è meglio così anche per me.

«Ringrazio Dio che sei qui con me.» Gli bacio la punta del mento e lui mi afferra la nuca in cerca di un vero bacio. Lo accontento subito e i suoi mugolii di gradimento mi riempiono di soddisfazione. Mi poso su di lui salendo a cavalcioni sul suo splendido corpo.

«Aleksander, i tuoi muscoli...» Passo i palmi aperti sul suo petto spingendomi fino a giù dove una scia di peli mi invita a continuare. Le sue pupille si allargano e io non provo vergogna ma solo desiderio.

Continuo la mia esplorazione mentre mi concentro a baciargli la mascella per poi giungere al suo lobo che afferro fra i denti. Le sue braccia dapprima abbandonate lungo il materasso si alzano a stringermi a se. Le sue mani palpano il mio fondoschiena eccitandomi. Mi muovo dondolando sulle sue gambe e le sue dita mi frenano stringendomi le cosce.

«Non vuoi che continui?» Maliziosa gli parlo all'orecchio. Lui sospira sopraffatto dalle mie attenzioni la sua presa si allenta e io mi alzo su di lui fino a unire nuovamente i nostri corpi.

Questa volta sono io a dettare i tempi. Mi muovo con lentezza inizialmente, solo piccoli dondolii ma quando la sua mano sale a stringere il mio seno accelero la mia corsa. La percezione dell'intensità del suo desiderio mi fa vibrare e fremere. La pelledoca compare nei punti in cui lui mi tocca e quando ormai mi sento scuotere da dentro mi abbasso su di lui per un bacio.

Iniziamo con lo sfiorarci la lingua a occhi aperti per poi spingere le labbra le une sull'altra. Altra folle corsa. A occhi aperti continuiamo ad assaggiarci mentre i nostri corpi si uniscono con frenesia. Le sue mani tengono stretti i fianchi invitandomi a seguire il suo ritmo che mi fa ben presto stringere il cuscino che afferro mentre chiudendo gli occhi vengo sulla sua bocca che accoglie il mio gemito. Lo sento vibrare nel suo petto e lo sento esplodere anche dentro di lui quando disperato mi stringe la carne portando la testa indietro in un urlo liberatorio.

Ancora una volta siamo sfiniti e ancora una volta totalmente, beatamente, soddisfatti. Insieme.

Con la Forza di un Carro ArmatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora