Capitolo 17

495 34 27
                                    

La lezione vola, spieghiamo i cavilli giudiziari e le leggi che li regolano. Davanti a noi abbiamo una classe abbastanza attenta e capace, gli interventi sono sempre pertinenti.

Mi stanno tutti abbastanza simpatici e vedo in loro un bel futuro, nella seconda parte del programma dovremo lavorare in due squadre e non ho problemi a lavorare con nessuno di loro fatto a unica eccezione.. Nadia Gilbert.

La ragazza che solo per la preparazione mi ricorda me stessa, di certo non per l'arroganza, continua a guardare Zulema come se fosse un boccone squisito che le penzola davanti al viso. I suoi occhi puntano la mora insistentemente e la cosa sembra per nulla preoccupare Zulema, anzi. Non perde occasione di darle la parola quando vuole intervenire ed elogia le sue capacità.

La campanella suona interrompendo i miei pensieri, mi appoggio alla cattedra mentre guardo il fiume di ragazzi uscire e la signorina Gilbert indugiare al posto con lo sguardo sul sedere di Zulema che, voltata per riordinare le sue cose, sembra apparentemente ignara di questo.

Si potrebbe tutto etichettare come una cotta di un'alunna per un insegnante innocente ma io conosco Zulema.

"Signorina Gilbert, ha bisogno di qualcosa?" Chiedo non riuscendo proprio a stare zitta.

La ragazza cerca di ricomporsi ma è arrogante, troppo arrogante, per questo motivo mi risponde a tono "In realtà vorrei parlare con la signorina Zahir.. in privato"

Zulema, che fino ad ora è rimasta con il naso fra i fogli limitandosi ad ascoltare, si volta per guardare la ragazza.

Alterno lo sguardo fra le due, io sono stata una studentessa molti anni fa e conosco il modo di comportarsi di Zulema, è tutto schifosamente chiaro per questo decido di prendere tutta la mia roba "Molto bene" rispondo semplicemente con un tono lievemente incrinato da una rabbia improvvisa, sottigliezza che sicuramente non passa inosservata a Zulema che adesso mi sta guardando.

"Macarena, puoi restare.." prova a suggerire mentre rimetto l'ultima cosa nella mia valigetta e indosso la giacca.

Ci guardiamo. Uno scambio di sguardi basta per dirsi tutto. Pensiamo alla stessa cosa ed è evidente, perché lei mi sta cercando di rassicurare mentre io, cinica e ancora ferita, mi limito ad accusarla. Esco dall'aula, è tardi e ho promesso un pranzo ai miei genitori, non ho tempo per Zulema Zahir.

Salgo sul primo taxi che riesco a fermare e in un attimo sono nell'amato ed elegantissimo Upper Est Side. Famoso per i ricchi residenti, i lussuosi ristoranti e i negozi di design su Madison Avenue. È un quartiere molto curato con un mix di palazzi storici in pietra arenaria e grattacieli di lusso. O almeno è quello che ti direbbe una guida per ostentare tale ricchezza, io che ci ho abitato per metà della mia vita posso assicurare che la gente più arrogante vive in questi appartamenti e l'atteggiamento superiore è intrinseco nella personalità di ognuno di loro. Sembrano quasi fatti con lo stampino: tutti meravigliosamente perfetto con le loro famiglie della mulino bianco. I segreti più terribili, gli scandali, vengono nascosti tra le mura di casa. È tutto apparenza e niente sostanza, per questo me ne sono andata. Ho avuto il bisogno di fuggire da tutto questo. Avevo bisogno di trovare qualcuno che potesse capirmi, pensavo di aver trovato quella persona speciale in Zulema ma mi sono sbagliata.

Scendo dal taxi e mi ritrovo davanti alla porta principale di questo enorme palazzo. Faccio un respiro profondo ed entro.

Non faccio in tempo a superare la soglia della casa dei miei che mia madre è la prima ad accogliermi con il solito calore materno di circostanza, mi abbraccia forte "Macarena! Che bello vederti!"

È il turno di mio padre, più rigido e distante, credo che non si parli con la mamma tranne quando c'è gente in casa "Ma guarda un po'chi c'è! Ti vedevamo di più quando eri a Chicago.."

Law & LoversDove le storie prendono vita. Scoprilo ora