Capitolo 59

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La luce entra da uno spiraglio dalla finestra della mia camera da letto.
Fisso le tende semi trasparenti color panna muoversi appena dal venticello che arriva da fuori.

Non ho la minima idea di che giorno è o di che ore sono.

Pomeriggio è l'informazione più precisa che credo di avere.

Sono sdraiata nel letto del mio appartamento e percepisco calma.
Non ci sono pensieri nella mia testa. La mia attività celebrale è una linea dritta.

Ho perso la via.

Non ricordo chi ero, che cosa provavo, che cosa pensavo.

Una pagina bianca di un diario strappato.

Dicono che ho fatto carriera, che mi sono presa una pausa dalla morte di Desy che proprio non riesco a ricordare.

È stata dura andare a verificare al cimitero.

Dicono che stavo lavorando a uno dei suoi casi quando è successo e i sensi di colpa hanno fatto il resto.

Dicono anche che sono tornata per aiutare Zulema con un caso importante.

Che ho cambiato parte per lei.

È assurdo.. la odio.

Mi ha lasciata da sola nel mio letto dopo aver scopato e mi ha gettata via come spazzatura, non capisco perché mai dovrei aiutare una persona così.

Ricordo solo questo di noi.
Ma dubito che una persona possa cambiare tanto da come la ricordo.

Dovevo essere impazzita.

Mi hanno detto che abbiamo vinto.

Che è tornata subito a Chicago perché il suo incarico era temporaneo e che non abbiamo mai più parlato.

Mi hanno detto che litigavamo spesso, il che non mi sorprende per niente.

Non vedo e sento Riccia da due settimane, esattamente da quando ho riaperto gli occhi e tutte le volte che la chiamo scatta la suoneria.

Credo di aver perso la mia migliore amica.

Mi sento sola, in un corpo di un'estranea, senza più alcun punto di riferimento se non la mia famiglia e il mio fidanzato.

Bussano alla porta e mi volto in direzione per vedere mia cognata Sally entrare "Posso?"

"Sì, certo entra" rispondo sedendomi, appoggio la schiena al poggiatesta e le sorrido.

Si avvicina ai piedi del letto per sedersi e mi chiede "Come ti senti?"

Confusa.

Annuisco sempre sorridendo "Meglio.. ma.. non riesco proprio a ricordare" ogni giorno spremo le meningi affinché anche solo briciole di ricordi possano riaffiorare ma è tutto inutile "Tu sai com'è successo?"

"Roman ha detto che eri in giro per commissioni.. l'autobus ha bruciato lo stop.. una distrazione temo" mi è stato già detto, ma mi sembra un orario un po' strano per fare shopping "Davvero non ricordi più niente?"

Scuoto la testa dispiaciuta "Gli ultimi tre anni sono spazzati via come se li avessi cancellati dalla lavagna della mia memoria. Non so come devo comportarmi e non so dirti se dirti se fossi felice.. e non.."

Mi blocco.
La verità è che non so proprio nulla.

Mi sento vulnerabile ed esposta, detesto sentirmi così.

Sally mi prende la mano e mi sorride amichevolmente "Tranquilla, cara, ti aiuto io.. sei una meravigliosa donna, un brillante avvocato e hai una vita perfetta.. sei fidanzata con Fabio.. un uomo ricco e bellissimo che ami e che ti ama.. un uomo che farebbe di tutto per te.. convivete ormai da quasi due anni.."

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