Capitolo 85

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Quando credi di aver perso tutto il mondo si ferma e tutto sembra scorrere a una velocità ridotta per darti l'illusione di poter ancora fermare tutto.

Ma la vita scorre come un film, fotogramma dopo fotogramma, e niente può cambiare, nemmeno se lo vuoi con tutta l'anima.

Il pavimento trema e così anche io.

Urla.
Polvere.
Distruzione.

Quando esco dalla stanza ancora intontita vengo scontrata dal rapido via vai di agenti.

Un fischio prolungato è tutto ciò che riesco a sentire mentre la vista offuscata dalla nude di polvere mi impedisce di vedere bene.

Ma nella confusione più totale riesco a distinguere la swat sfondare la porta d'ingresso dell'aula ed entrare con i fucili puntati.

Kate mi affianca nel giro di pochissimo tempo e, senza nemmeno chiederglielo, entra armata con i nostri agenti subito dopo.

Sono disarmata, indifesa e senza addestramento.

Il mio posto è nelle retrovie seppur la volontà di entrare mi sta uccidendo dall'interno.

Non mi resta che aspettare.

Che cosa?

Qualunque sia il risultato di tale devastazione.

La mia mente mi vieta di pensare a quello che potrebbe accadere adesso e come protezione mi porta a galla ogni misero ricordo che la riguarda.

Ogni litigio.
Ogni discussione.
Ogni discorso.
Ogni gesto, parola, carezza.

Ogni volta che mi ha baciata.
Ogni volta che l'ho baciata io.

Tutte le volte che abbiamo fatto l'amore.

Ogni volta che ci siamo dette ti amo.

È come se vedessi il film della nostra vita insieme, immagine dopo immagine, così chiaramente che stento a credere si tratti solamente di ricordi.

Perché è come se la sentissi qui, davanti a me, in una morbida carezza dirmi che mi ama con tutta se stessa.

Mi immagino di potermi smarrire ancora una volta nella profondità del suo sguardo così enigmatico ma allo stesso tempo magnetico.

Rivoglio quello sguardo su di me, quello sguardo che mi urla i suoi sentimenti legati alla gelosa e al desiderio, quegli occhi che bruciano sulla mia pelle e che mi fanno sentire così sua.

Rimango in piedi, ferma immobile come una statua di gesso, con gli occhi puntati sull'uscita di quella maledetta aula di tribunale, piena di speranza e fede.

"Mancano all'appello due corpi" sento dire da un agente e Kate si manifesta sulla soglia.

Mi guarda e si avvicina.

Non ho capito che sta succedendo.

"Non ci sono sopravvissuti all'esplosione" mi dice senza alcuna intonazione "Tuttavia.. abbiamo trovato quattro corpi su sei.. uno dei corpi che non abbiamo trovato subito è proprio quello di Zulema" vado immediatamente in panico ".. l'aula è ridotta male.. potrebbero essere sotto alle macerie.. non possiamo saperlo finché non fare un'ispezione accurata"

"Voglio entrare" mi scosto da lei e avanzo ignorando qualsiasi raccomandazione o richiamo.

Sulla soglia vedo il danno causato dalla bomba.

Non c'è più niente dell'aula che ricordavo.

Al posto di quelle sedie e tavoli in mogano trovo solo macerie e polvere.

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