Nel momento in cui resto da sola nel mio appartamento capisco che lei non sarà più in grado di perdonarmi.
Non riuscirà più a farlo e credo che abbia tutte le ragioni del mondo.
Io non mi perdonerei.
Ho fatto tanto casino mettendo a repentaglio la sua vita privata illudendola che potessimo stare insieme e invece me la sono scopata per un po' prima di mollarla di nuovo.
Sono imperdonabile.
Lo so io e lo sa lei.La verità è molto diversa ma lei questo non può saperlo e sono convinta che lei si senta usata.
Forse perché in parte è così.
Ho voluto rischiare perché l'idea di perderla di nuovo mi stava soffocando.
Ho puntato tutto e ho perso.
Ma le conseguenze più pesanti finisce sempre per pagarle lei.
Tiro fuori il cellulare dalla tasca.
Scrivo un messaggio a Saray, una parola, tre semplici lettere.SOS
Prima che le gambe mi cedano del tutto e finire per terra con la schiena incollata al muro.
Raccolgo le ginocchia e rimango a guardare la tavola apparecchiata per due e queste candele profumate accese.
Per noi. L'aveva fatto per noi.
Mi tengo una mano sul viso quando sento che sto per crollare ancora una volta.
Le lacrime scendono. Piano. Silenziose. Come se il dolore iniziasse a scivolare via, a manifestarsi, in forma lieve.
Forse perché non ho ancora realizzato del tutto quello che è appena successo.
Passa un'ora.
Due.
Tre.Le candele sono ormai spente.
Il profumo di verdure e gamberi galleggia ancora nella stanza.
La tavola è ancora lì.Ho paura che se muovessi anche solo un muscolo realizzerei per davvero che ho appena mandato a puttane tutto.
Mi convinco che se resto immobile tutto quanto intorno a me si ferma.
Come se avessi messo in pausa la mia vita. Come se avessi stoppato il film, un film drammatico troppo triste da sopportare.Saray ha una copia delle mie chiavi.
Entra senza suonare e mi cerca chiamandomi fino a raggiungermi in cucina "Ehi.." la sua voce è lieve. Mi tratta con i guanti. Se fosse un'altra persona a manifestare questa compassione probabilmente mi incazzerei. Si siede accanto a me. Non dico nulla. Non ho niente da dire. Così è lei ad aggiornarmi su quello che sta accadendo fuori da queste quattro mura "Ho fatto il più presto possibile.. Macarena ha appena chiamato Riccia.. sta molto male, Zulema.. come te.." abbasso lo sguardo colpevole. Odio sapere che lei sta soffrendo soprattutto se la causa sono io "Zulema.. capisco la tua scelta ma.. Perché gli permetti di avere questo potere? Io ti conosco.. non ti fai mettere i piedi in testa facilmente"
Decido di parlare, di confessarmi. Non mi resta più molto altro da fare "Mi sono innamorata di lei la prima volta che l'ho vista.. era molto più inesperta e fragile.. ma ho capito subito che doveva semplicemente crescere..l'ho aiutata a farlo ed è diventata chi è adesso.." la mia voce si incrina quando ammetto l'unica verità assoluta di cui sono certa "..io la amo da morire, Saray"
Lei mi avvolge le spalle con il suo lungo braccio e mi tira a sé "Lo vedo.. ti credo, Zulema"
Mi passo una mano sul viso mentre continuo a raccontare "Due anni.. ho resistito due anni perché sapevo chi era, chi erano i suoi.. la sua famiglia.. la corrente politica che hanno.. io ero l'esatto opposto" incrocio il suo sguardo e so che questo può sorprendere ma non sono stata io a dare il via a tutto questo "Ma alla fine.. è stata lei a baciarmi ed io.."

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Law & Lovers
FanfictionMacarena Ferreiro, donna ricca con una brillante carriera di successo come avvocato della difesa a New York deve scontrarsi in aula con una vecchia conoscenza. Riuscirà a tenere ben separate la sua vita professionale da quella privata? ___________ ...