Capitolo 89

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Il suo sguardo mi scruta l'anima e si perde nella profondità della mia sofferenza di questi ultimi giorni.

Le accarezzo il viso piano e lei sembra pensare a qualcosa che però non mi dice.

I suoi occhi diventano lucidi e una sola lacrime le sfugge, la vedo scendere lentamente lungo quel viso stanco ma pur sempre bellissimo fino ad arrivare alla mascella.

Con un polpastrello gliela asciugo e poi riporto il mio sguardo nel suo.

Annuisce.

Non dice nulla ma non è davvero necessario che lo faccia.

Appoggio la fronte contro la sua e chiudo gli occhi, respiro il suo profumo e mi calmo.

"Devo andare" le sussurro piano, in una morbida carezza cerco di allontanarmi ma lei mi blocca a sé.

La guardo interrogativa e lei sembra faticare nel dirmi che cosa le sta passando per la testa "È davvero quello che vuoi?" Mi chiede puntando lo sguardo nel mio "Noi.. vuoi davvero noi?"

Sorrido per la domanda assurda "Se c'è una cosa di cui sono ormai sicura da tempo è che ti amo.." le accarezzo il viso che tengo vicino al mio "Ti amo.. con ogni fibra del mio corpo.."

"Perché sono stanca.. non voglio entrare in guerra se non sei sicura" mi risponde come se dubitasse ancora delle mie intenzioni.

Avvicino il mio viso al suo, lei mi guarda mentre lascio che i nostri nasi si sfiorano finché le nostre labbra non combaciano alla perfezione.

Inizio a muoverle sulle sue tanto da socchiudere e poi la punta della mia lingua si fa spazio, gentilmente, senza fretta. Mi accoglie dentro di sé e risponde al mio bacio avvinghiando la sua lingua alla mia. Ci baciamo per un tempo indefinito dove tutta la confusione semplicemente cessa di esistere e tutte le idee improvvisamente si fanno più chiare.

Ritiro la lingua ma le lascio gli ultimi semplici baci sulle labbra prima di chiederle "Hai ancora qualche dubbio, Zahir?"

La sua mano mi accarezza il viso "Guardami mentre stravolgo il mondo per te"

Ci scambiamo un ultimo bacio e, così, silenziosamente ci promettiamo di andarcene da new York insieme come sarebbe dovuto essere fin dall'inizio.

Le sorrido mentre la accarezzo "Riposati, ci vediamo non appena ti dimettono" le lascio un piccolo bacio sulla fronte dove indugio sulla sua pelle e poi me ne vado.

Ma, non essendo un addio, sulla soglia della porta mi giro per guardarla un'ultima volta. Nei suoi occhi vedo la speranza che metteva in questo piccolo gesto "Ti amo anche io" mi risponde in un sorriso innamorato e il mio sorriso naturalmente si amplia maggiormente.

Esco nel corridoio con la faccia ancora da adolescente idiota e richiudo la porta.

"Se con un bacio hai sta faccia vorrei vederti dopo il sesso" commenta Saray ridacchiando.

"Prendimi pure in giro" le dico ridendo a mia volta.

"Com'è andata?" Mi chiede Riccia curiosa.

"Non è abbastanza chiaro? Hanno limonato di brutto!" Esclama Saray puntando il dito indice sulle mie labbra sicuramente gonfie da quei baci un po' irruenti.

Le mollo un pugnetto sulla spalla "Ma puoi essere più scema?!"

"Se mi impegno.. certo!" Risponde ridendo ancora più forte.

Scuoto la testa incredula mentre la fulmino con lo sguardo quando un rumore di passi proveniente alle mie spalle spinge Riccia a sbirciare oltre la mia minuta statura "..Cazzo" la sua faccia seria mi suggerisce che sono guai seri, non faccio in tempo a voltarmi che una voce fin troppo familiare mi saluta.

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