Law & Lovers

Capitolo 42

La mattina seguente ripasso a prenderla sotto casa e andiamo in ufficio insieme. Conversiamo tranquillamente includendo anche l'autista, iniziare la giornata con la sua presenza è tutta un'altra storia.

Saliamo nei nostri uffici ancora sorridenti "Cioè quindi Saray si è dichiarata cantando I Will Always Love You ubriaca a una serata karaoke?"

Rido annuendo "Erano così messe male che me lo ricordo solo io"

"Non posso credere di essermelo perso" continua a ridere di cuore tenendo una mano sulla bocca, ha lo sguardo leggermente sconvolto.

"Oh biondina.. così impari a scegliere la campagna" le dico punzecchiandola.

Ottengo un'occhiataccia, mi dà un pugnetto sulla spalla "Smettila, scema!"

Entriamo nel mio ufficio e lo sguardo serio di Saray spegne totalmente il mio buon umore.

Problemi.

La gitana mi guarda negli occhi "Zulema.. L'avvocato Martin chiede di vederti"

Elena.

Annuisco posando la valigetta sul mio divano "Ci andrò appena potrò" rispondo con sufficienza non vedendo dove stia il problema.

"Con Macarena" aggiunge glaciale.

Merda.

Mi si gela il sangue nelle vene e, se conosco quella vipera, farà sicuramente uscire il fatto che abbiamo scopato negli ultimi due mesi. Cosa che Maca ancora non sa.

La biondina accanto a me si acciglia confusa "Io? Perché?"

Io e Saray ci guardiamo, è chiaro che lei sta pensando la stessa cosa "Credo di saperlo.."

MACARENA

Da quando Saray ci ha informate dell'incontro con Elena, Zulema si è zittita.

Il suo silenzio sa di sensi di colpa anche se io non ne capisco ancora la fonte.

Non ho chiesto nulla, immagino che lo scoprirò da sola molto presto.

È un peccato però perché vederla di prima mattina con quel sorriso sincero e la risata appena rumorosa che le veniva dal cuore è stato fantastico.

Non posso credere che sia già finita quella serenità dando spazio a questo silenzio.

Entriamo nel penitenziario dove Wayne Callison è in custodia.

Sono posti che mettono i brividi a chiunque, anche a distanza di anni.

Non so come potrei sopravvivere in una prigione, probabilmente sta tutto nel sapersi adattare, ma credo che si perdano pezzi di sé stessi modificandosi a tal punto da non riuscirsi più a riconoscere.

Siamo davanti alla porta e la guardo per un istante. È così rigida che sembra una tavola di legno.

Mi nasconde qualcosa, è evidente.

Entro per prima e mi trovo faccia a faccia con l'avvocato Martin.

Non ho mai avuto modo di parlarle ma la sua fama di serpe la precede.

Un ottimo difensore.

La mia rivale sulla piazza quando ancora stavo dalla parte sbagliata.

"Elena" il tono glaciale di Zulema mi spinge a guardarla.

È personale.

Lei, seduta sulla sedia al di là del tavolo, con la camicia leggermente sbottonata la sta puntando con lo sguardo "Zulema.. chi è la biondina?" Chiede con un ghigno sul viso, facendo finta che io non sia qui.