Capitolo 83

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La porta si chiude davanti al mio sguardo confuso e subito uno sparo zittisce ogni altro rumore.

Penso a lei.

Mi alzo di scatto e il mio istinto è quello di rientrare immediatamente per assicurarmi che stia bene ma vengo afferrata dagli agenti e portata via di peso "Noooooo! Zulema! Zulema! Nooo!" Urlo come una pazza sconvolta solamente dall'idea che possa essere ferita o peggio "Chi è stata colpita? A chi hanno sparato?" Chiedo con voce disperata mentre in cinque mi trascinano via, non mi interessa la mia incolumità "Zulema! Zulema!" Continuo a chiamare a gran voce.

"Procuratore Ferreiro, venga con noi la prego!" Mi sento dire da uno di questi agenti.

"Non la lascio qui da sola! Può essere ferita! Qualcuno è ferito!" Sono fuori di me, totalmente in balia dello sconforto e dall'ansia. Sono fuori controllo. Ho il terrore che, mettendomi in salvo, abbia rischiato troppo.

Due braccia mi stringono piu forte delle altre, la mia schiena sbatte contro il muro e la vista è annebbiata dalle lacrime perciò mi serve qualche istante prima di riconoscere il volto di Saray "Macarena! Maca! Non puoi aiutarla se prima non ti calmi!" Mi intima a riprendere un autocontrollo che non posso avere finché non so che sta bene. Le lacrime continuano a scendere a fiumi lungo il mio viso e il fiato corto mi impedisce di respirare, la testa mi sta scoppiando e ho un livello tale di ansia da tremare come una foglia "Ti prego, calmati" Scuoto la testa ripetutamente, non posso credere che abbia fatto una cosa simile.

Kate corre da noi "Zulema sta bene"

Tre parole. Tre semplici parole.

Torno immediatamente a respirare.

Saray fa un passo indietro liberandomi falla sua presa ed io appoggio le mani alle ginocchia restando accostata al muro.

Sta bene.

Mi asciugo le lacrime e faccio lunghi respiri profondi per immagazzinare tutto l'ossigeno di cui necessito.

Kate mi dà il tempo di riprendermi prima di aggiungere "Ma Callison ha sparato ad uno degli altri ostaggi"

ZULEMA

"Ti amo" le dico prima di spingerla oltre la porta che si richiude immediatamente a causa del contraccolpo.

Nell'aula scoppia un caos.

"Che cazzo state facendo?"

Sento urlare alle mie spalle.
Ho solo il tempo di voltarmi per poter vedere la pistola puntata su di me.

"Che cazzo credevi di fare eh?"

Il colpo parte, chiudo gli occhi quasi accettando il mio destino ma non succede nulla.

Nel riaprirli, vedo Elena lamentarsi dal dolore stesa a terra "Elena.." dico sconvolta, si deve essere messa in mezzo.

"Che cazzo hai fatto??" Mi chiede il fratello minore venendomi contro.

La mia prima intenzione è quella di verificare l'entità della sua ferita "Levati dal cazzo, Thomas"

Se lui lo riesco a scansare, Wayne invece è una barriera impenetrabile. Mi punta l'arma ancora fumante contro "Provaci"

La indico "Sta male.. è ferita.. lascia che l'aiuti" glielo chiedo supplicandolo troppo per i miei gusti ma so che è l'unico modo per poter ottenere qualcosa.

Mi afferra per la gola in uno scatto deciso "Dovrei lasciarti guardarla agonizzare nel dolore che tu le hai causato"

I miei occhi sfidano i suoi senza alcun timore "Non avevo io in mano la pistola"

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