Capitolo 26

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Sembra valutare.
Pensare.
Ragionare.

Guarda la porta come se il suo pensiero fosse legato all'uomo mezzo nudo nel mio appartamento quando dovrebbe pensare al fatto che io sono qui, accanto a lei, e che la sto pregando di scegliere me un'altra volta "Rientra in casa, ti sta aspettando.."

"Io ti ho dato il mio amore otto anni fa e tu l'hai gettato via.. queste sono cose che non si dimenticano" Qualcosa dentro di me inevitabilmente si rompe. Sono davvero stanca di lottare da sola, mi sento un'idiota. Mi chiedo come ho potuto pensare che questa volta sarebbe andata diversamente quando ormai la conosco. Faccio un passo indietro in ogni senso possibile dell'espressione e la guardo con distacco "Vedo che la mostra storia è destinata a ripetersi.. Com'è facile per te rinunciare a me ogni volta.. semplicemente mi tagli via.. come se non fossi indispensabile.." annuisco incassando il colpo, non ha senso che io rimanga qui con lei quando in casa mia c'è un uomo che ha letteralmente saccheggiato ogni ristorante della città per farmi stare bene "Alla fine faccio bene a non illudermi troppo.. siamo sempre nello stesso punto ma con due viste differenti.. io che stringo forte mentre tu lasci semplicemente andare.. sono stanca di aspettarti"

"Beh se sei stanca allora non farlo.. non ti ho mai chiesto nulla" la sua voce. Il modo in cui lo dice. Mi tratta come un adolescente ingenua che si è infatuata.

"Sai? Forse dovrei seguire questo consiglio.." sono un'idiota perché credo che sputandole addosso questo veleno, che poi è la semplice verità, possa smuovere qualcosa in lei "Preferisco una relazione con una persona che non amo.. e che non amerò mai.. piuttosto che soffrire così.. ma perché te lo dico? Tanto a te nemmeno interessa.. giusto? Non valgo abbastanza"

Vorrei che smentisse ogni cosa, che mi baciasse su questo pianerottolo chiedendomi di scegliere lei. Ed io, come una perfetta idiota, accetterei il rischio di vivermi Lei. Ma non lo fa. Non di espone. Non mi dice nulla e non mi dà niente a cui aggrapparmi. Non mi dà nemmeno un motivo per continuare a credere in noi.

Sì limita a sorridermi superiore, menefreghista e distaccata. Mi guarda come se non gliene fregasse nulla e io fossi una povera ingenua "Ciao Macarena" gira i tacchi e se ne va senza dire nulla.

La gola mi brucia forte e le lacrime minacciano di uscire a fiumi ma con diversi respiri profondi riesco a controllare tutto.

Non verso nemmeno una lacrima per lei.

Questa è l'ultima volta che permetto a Zulema Zahir di ferirmi in questo modo.

Rientro e non mi aspetto Fabio seduto sul divano del mio ingresso in attesa, mi guarda e credo noti il cambiamento d'umore "Ehi, tutto bene con la tua collega?"

Fingo un sorriso talmente falso da poter essere scambiato per una paralisi "Alla grande.."

"E che cosa voleva?" Mi chiede seguendomi in cucina.

"Parlarmi di lavoro e nel frattempo vedere come stessi.." mento spudoratamente, lo faccio da anni per lavoro e nella vita, sono diventata brava a farlo.

"Tiene a te" queste tre parole feriscono da morire perché so che niente è più lontano dalla verità.

"Forse.." faccio spallucce e mi risiedo sullo sgabello. Ho totalmente perso l'appetito e Desy non c'entra nulla questa volta.

Penso che lui rimanga distante ma invece mi viene accanto, posa le mani sui miei fianchi ed è così vicino da sentire il suo profumo da uomo intenso "Anche io tengo molto a te" mi sussurra avvicinando il suo viso al mio.

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