Capitolo 39

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Il ritorno a casa è stato un brusco risveglio dalle mie aspettative decisamente troppo alte rispetto alla realtà.

È notte fonda e convoco tutti nell'aula di tribunale, dovrò scegliere uno di loro per portare avanti il caso e non ho ancora individuato bene la persona designata che mi sostituirà.

Sono tutti validi ma questo è un caso importante, troppo importante.

Non posso tirare a sorte e vedere chi vince.

Mi siedo su una delle sedie dei giurati mentre li vedo entrare.

La mia squadra.
Le uniche persone che rendono sopportabile questa vita.

Li ho trattati male ultimamente, complice il mio pessimo umore, e me ne dispiace.

Gli occhi di Saray incontrano i miei e so che mi sta chiedendo com'è andata nell'Illinois. Scuoto leggermente la testa e lei abbassa lo sguardo.

"Vi ho convocati tutti qui perché è il caso di parlare.." si siedono un po' dove capita, c'è anche Riccia ".. ultimamente sono stata distratta, poco presente e ho fatto una marea di casini che ci hanno complicato le cose.. lo ripeterò una volta sola perciò prestate bene attenzione.. vi chiedo scusa" le loro facce sorprese sono impagabili "Ma non siamo qui per piangersi addosso.. io sono fuori dai giochi.. ma lo spettacolo deve continuare" mi schiarisco la voce e, alzandomi, faccio qualche passo per l'aula. È casa mia a tutti gli effetti, non c'è posto al mondo in cui io mi senta più a mio agio "Come se questo non fosse già abbastanza, Callison è davanti a noi.. non abbiamo più cartucce da sparare, dovremmo inventarci qualcosa"

"Che sia legale, mi auguro" la voce di Antonio interrompe il mio discorso.

"Il processo è guerra, o vinci o sei morto" ripete Nadia con un sorriso di sfida stampato sulla faccia.

Sorrido complice, sono orgogliosa di quello che sta diventando "Esattamente, Novata.." ritorno a camminare per l'aula "Dobbiamo trovare una strategia, stiamo perdendo terreno e la verità è che nessuno di noi sarà in grado di guardarsi allo specchio se quel mostro uscirà nuovamente a piede libero"

"Perciò non possiamo perdere"

Quella voce. Cazzo.

Mi blocco. Potrei averla semplicemente immaginata ma tutti si voltano nella stessa direzione della voce e i sorrisi sui loro visi mi suggeriscono che è tutto vero.

Mi volto, piano, lentamente, devo realizzare che lei è davvero qui.

I nostri occhi si incontrano poi pochi istanti, mi sorride appena.

È qui.

Non dico nulla, non serve.
I miei occhi le dicono già tutto.

Saray scatta in piedi e corre ad abbracciarla "Tu! Stronzetta! Dio quanto mi sei mancata!"

Anche Riccia si unisce all'abbraccio "Ciao! Torni e non dici nulla??"

I nostri occhi di tanto in tanto si rincontrano nonostante tutti la stiamo assalendo.

È tornata.

Sorride "Il mio aereo è appena atterrato e sono venuta direttamente dall'aeroporto.." spiega semplicemente e i suoi occhi tornano di nuovo nei miei "..sapevo che vi avrei trovato qui"

Saray alterna lo sguardo fra di noi.
Le cose stanno per cambiare, me lo sento.

La gitana interviene "Ok ragazzi.. sgomberiamo l'area, le grandi vogliono conferire" Poi si rivolge a Maca "Ehi, non sparire di nuovo eh!"

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