Capitolo 81

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MACARENA

Sono così in ansia per questa udienza che sono tutta un leggero tremolio.

Mi sembra tutto troppo.

Il mio rientro in quella casa.

Fabio che mi prende ogni volta che ne ha voglia.

Denise che mi chiede costantemente di Zulema.

Zulema che nemmeno si sforza di guardarmi in faccia senza odiarmi.

E poi il lavoro..

Il caso Callison fin dall'inizio è stato un vero e proprio incubo, soprattutto nella mia posizione.

Dover affrontare il mio carnefice in tribunale è la sfida più dura della mia carriera.

Per questo mi ritrovo in aula ben prima dell'inizio del processo.

Leggo e rileggo come una pazza isterica gli appunti del caso con il terrore di dimenticare dei passaggi fondamentali.

La gente inizia ad entrare, segno che il tempo passa più velocemente del previsto.

Non è ancora arrivata Elena, che anche in questo caso difenderà i fratelli Callison ma cosa che più mi allarma è che non è arrivata nemmeno Zulema.

Non può lasciarmi da sola a combattere queste guerra, non voglio nemmeno pensarci, ma ho lo stesso un forte ansia che non arrivi.

Per cercare di controllare le mie emozioni che rischiano di prendere il sopravvento, ributto l'occhio sulle pagine del fascicolo tenendo le mani giunte per fermare il tremolio dettato dall'eccesso di stress.

Le risate sonore che vengono alle mie spalle però mi fanno tirare su la testa.

Le vedo arrivare insieme, in atteggiamento così amichevole da farmi sentire una sensazione amara in bocca.

Si salutano con un gesto della mano e ognuna prende posto.

So di non averne assolutamente il diritto ma è innegabile provare una gelosia fuori dal comune.

Si siede accanto a me appoggiando la valigetta sul tavolo e iniziando a tirare fuori i suoi appunti senza calcolarmi minimamente.

"Hai una nuova amica?" Le chiedo senza riuscire affatto a camuffare il tono irritato.

"Di che parli?" Chiede facendo la finta tonta, cosa che mi infastidisce ancora di più.

"Ti ricordo che è solamente una stronza" rispondo a tono guardandola in faccia ma lei non incrocia mai il mio sguardo.

"Conosco Elena da più di dieci anni.. non è un reato grave scambiare due parole con lei" il suo tono distaccato mi fa sentire lontana da lei.

Decido di non proseguire la conversazione, non di questo argomento almeno "E.. Sei in ritardo"

"Ma ora sono qui" risponde sedendosi accanto a me e continuando a guardare solamente davanti a sé.

"Ricordi la nostra linea?" Le chiedo cercando in ogni modo di avere una conversazione decente con lei, ho bisogno del suo sostegno più di qualsiasi altra cosa in questo momento e il fatto che me lo stia volutamente negando mi uccide.

"Non sono mica una novellina" risponde infastidita.

Alzo gli occhi al cielo, sento la gola pizzicare. Vorrei evitare di scoppiare a piangere davanti a tutti quanti "Zulema.." le sussurro quasi esausta.

Lei non sembra smuoversi nemmeno un po' "Concentrati, a momenti inizia l'udienza"

Non me ne importa nulla di questo cazzo di processo, sento gli occhi inumidirsi nonostante i miei sforzi di controllarmi "Mi manchi.."

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