Capitolo 50

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Amare davvero qualcuno e legare la propria esistenza a quella persona può essere bellissimo ma anche doloroso.

Lei.

Lei è al centro del mio universo, niente è a posto se non è con me.
È come se il mondo fosse più grigio se lei non mi tiene la mano.
Come se non riuscissi ad essere totalmente me stessa se lei non mi stringe a sé.

Mi completa.

Sono la metà di me stessa e lo odio. Odio il fatto che ho bisogno di lei più di chiunque altro per sentirmi forte. Ma non lo posso evitare, non lo posso impedire. Insieme siamo qualcosa di indescrivibile.

La amo.

Nel senso più oggettivo e puro del termine, lo sento sulla pelle e nel mio cuore.

Non voglio altro che questo.

I suoi baci sono ovunque, mi dimostra che mi ama e mi dà un milione di ragioni per restare.

Le sue mani mi accarezzano con determinazione e possessività, mi fanno sentire sua.

Incastrate con le intimità a contatto stiamo facendo l'amore sulla moquette del mio appartamento.

Mi tiene stretta a lei, così come io la tengo stretta a me.

Mentre i bacini sfregano dandoci piacere.

Le nostre mani sono unite, intrecciate.

Gli ansimi e i gemiti si mischiano, si confondono, li soffochiamo continuando a baciarci con desiderio di non lasciarci più.

Mi afferra i capelli e me li tira, porto la testa indietro scoprendo il mio collo. La sua lingua lo percorre il lunghezza.

Cazzo.

L'altra mano, aiuta lo sfregamento e nel giro davvero di una manciata di minuti veniamo colpite entrambe dall'orgasmo.

Mi lascia cadere di schiena, la moquette attutisce l'impatto con il pavimento e lei scivola via dalle mie gambe per stendersi accanto a me.

Mi volto per guardarla negli occhi e mi accorgo che lei mi stava già guardando.

Le sorrido perché devo ancora riprendere fiato.

Mi accarezza il viso "Stai bene?"

Sorrido maggiormente per questa domanda stupida, mi alzo e unisco le nostre labbra in un dolce bacio "Molto più che bene" ma abbiamo passato quasi due ore facendo l'amore e la paura che possa arrivare Fabio si insinua nei miei pensieri "Zulema, lo devo lasciare.. per poter stare con te"

"Sarà divertente" commenta lei senza capire che la sto invitando ad uscire dall'appartamento.

Le accarezzo il viso "Non assisterai" le dico irremovibile al riguardo "Mi è stato accanto per un anno e mezzo.. non gli posso fare questo.. e so che in fondo tu lo possa capire.."

Si alza sui palmi delle mani e guarda davanti a sé "Cercherà di convincerti ad andare via con lui.." la vedo passarsi una mano sul viso nervosamente, non riesce a trattenere il tremolio del suo corpo dettato dai nervi "In ogni modo possibile"

Non farò sesso con lui.

"È da quando sono qui a New York che io non scopo con lui, Zulema, credi davvero che lo possa fare adesso che so che mi ami?" Le chiedo quasi irritata recuperando la mia camicia dal pavimento, la infilo e la guardo. Lei sembra sorpresa da questa mi rivelazione "Non riesco a farmi toccare da lui né da nessun altro perché.. ahimè.. sono innamorata di te, deficiente" le sfugge un sorriso divertito, mi inginocchio davanti a lei e le prendo il viso tra le mani "Voglio stare con te perché ti amo. Ma tu ti sei esposta tardi, devo mettere a posto le cose per poter stare bene con me stessa e soprattutto per poter vivere la nostra storia"

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