Capitolo 45

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Quando esco dal mio ufficio per raggiungere la squadra, li vedo tutti presi a guardare delle fotografie che Maca tiene in mano con un'espressione corrucciata. Alza lo sguardo non appena mis nere arrivate "Zulema.. forse dovresti vedere questo.."

Mi avvicino e Beckett mi spiega "La madre di Callison li ha abbandonati quando erano molto piccoli, sono cresciuti con il padre che era violento e alcolizzato"

Annuisco incrociando le braccia al petto "Lo sapevamo già.."

Maca prende parola con le fotografie in mano che ancora non mi ha mostrato "Quello che non sapevamo era l'immagine di sua madre.."

Me le passa e io le prendo senza pensarci due volte.

Bionda. Occhi chiari. Bianca.
I lineamenti fini, il naso leggermente all'insù..
La verità è che non posso credere a quello che sto vedendo.

"È questa?! Maca ma.." dico mentre i miei occhi continuano a guardare la foto, scorro le altre e me ne convinco. Sono simili.

Lei finisce la frase per me "Siamo molto simili.. non prende di mira me, non è partita da me.. ma da lei e l'inconscio deviato ha fatto il resto"

Nadia, che fino ad ora è rimasta in ascolto, chiede "Quindi.. non è mai stata in pericolo?"

Io conosco alcune nozioni di psicologia che ho appreso negli anni di lavoro "Questo non è detto.. sua madre è morta.. la psiche umana è complessa, potrebbe aver proiettato su di lei le colpe che attribuisce alla madre.."

Macarena sembra totalmente d'accordo con me "Designandomi come il prototipo di vittima perfetta" il suo sguardo cambia, non deve essere facile vedersi come una potenziale vittima di un serial killer. Per quanto brillantemente sta affrontando il caso, un anno e mezzo di campagna e relax l'ha estraniata da questo mondo "Mi serve un secondo" dice uscendo sul terrazzo.

Tutti la guardando uscire e poi ci guardiamo fra di noi, silenziosamente ci stiamo chiedendo chi dovrebbe andare a parlarle e poi tutti, ma proprio tutti, puntano gli occhi su di me "Sì.. Ci penso io" dico restituendo le fotografie a Beckett, esco sul terrazzo e mi appoggio alla ringhiera come lei. Non so cosa dirle perché non so come si sente perciò mi limito a fare il ruolo della mentore "Devi portare al processo tutto questo, quando lo interrogherai.."

"Lo so" risponde guardando il via vai di macchine lungo la strada.

"Ed Elena screditerà ogni tua ipotesi" aggiungo guardando il suo profilo bellissimo.

"Lo so" risponde ancora più nervosa e tesa, non mi guarda e la sento lontana.

Le accarezzo la spalla e lei si sposta subito "Che cosa hai?" Chiedo insicura.

"Niente.. tutto bene" mi risponde passandosi una mano sul viso mentre si gira appoggiandosi con la schiena alla ringhiera.

La guardo storto mentre capisco che mi sta mentendo "Macarena.. andiamo, lo sai che ti conosco.. "

Si massaggia le tempie, deve avere un gran mal di testa "È un caso importante e sono di nuovo personalmente coinvolta"

Sorrido e mi sembra di capirla "No, questa volta lo ero io.. non abbiamo mai parlato di.."

I suoi occhi scattano nei miei "Come hai distrutto le prove invece di consegnarle alla difesa? Non si può certo dire che giochi correttamente.. ma questo lo sapevo già"

"Stavamo perdendo" mi giustifico sapendo che non è una scusa sufficientemente valida.

"Dovresti imparare che a volte non puoi prendere scorciatoie" mi ringhia nonostante cerchi di contenere il tono nervoso della voce.

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