Capitolo 14

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Rientro in ufficio dopo una nottata insonne. La presenza di Zulema mi sta letteralmente distruggendo e non so come superare un ostacolo simile. Lei è il continuo promemoria del mio fallimento, di come sono piccola e insignificante davanti a lei. Mi ricorda che non valgo nulla, che non ho mai valso nulla. È snervante e triste, mi devasta. E la cosa che più mi distrugge è che, nonostante sappia quanto sia velenosa e marcia, sono comunque attratta da Lei. Definirmi stupida sarebbe riduttivo.

I miei tacchi neri ticchettano sul pavimento del mio ufficio mentre mi avvicino alla finestra per osservare il traffico.

"Maca" la voce di Tere mi arriva alle spalle "Volevo solo avvisarti che la lezione universitaria è stata spostata nel tardo pomeriggio"

"Meglio così, ho più tempo da dedicare al caso Smith" rispondo semplicemente e la sento allontanarsi. Sbuffo pensando che tra poche ore sarò di nuovo con lei, è pesante. La punizione più dura che abbia mai dovuto sopportare in vita mia, tanto da rimpiangere i castighi di mia madre al liceo.

Parlando di Lei.. mi suona il cellulare "Mamma"

"Come stai tesoro?"

"Bene" mento spudoratamente sapendo che certe cose a volte è meglio non dirle.

"Volevo invitarti a pranzo da noi domani"

Mi propone con la solita voce gentile, un pranzo con la famiglia è esattamente la cosa che meno gradirei in questo momento, anche perché non perdono mai occasione di sottolineare la mia età e il fatto che non ho ancora una vita privata stabile, a dire la verità si potrebbe dire che non ho proprio una vita privata. Ma sarebbe il quarto invito che rifiuto in un mese e la cosa potrebbe creare danni diplomatici "Ci sono" rispondo sforzandomi di apparire contenta.

"Ottimo! Allora a domani, tesoro"

Chiude la telefonata vittoriosa mentre io sto considerando di gettarmi dalla finestra del mio ufficio e fare un tuffo sul marciapiede.

Opto però di soffrire ancora un po', la vita prima o poi dovrà regalarmi una gioia "Okay.. dai Maca.. concentrati" mi risiedo alla mia scrivania e apro il fascicolo del caso Smith. Non posso permettermi di perdere la causa, sarebbe un disastro su più fronti.

ZULEMA

Ho passato la notte in bianco e la cosa non mi dovrebbe stupire perché sembra una mia abitudine da quando sono arrivata qui a New York. Posso sospettare quale sia la probabile causa.

Una certa biondina dal corpo incredibile e dal carattere pungente.

So bene che sono la causa del suo allontanamento, ho fatto una serie di errori gravi uno dopo l'altro ed era più che comprensibile che sarebbe arrivata ad un punto in cui allontanarsi sarebbero stata solo la decisione più sensata.

E così ha fatto.

La ricordo andare via, capace a stento di trattenere le lacrime, voleva che la fermassi, che dicessi qualcosa, sarebbe bastato lasciar cadere la maschera ma non feci niente del genere.

Mi ha odiato.

D'altronde però.. era la cosa migliore, meglio odiarmi che costringerla a una vita infelice.

Voleva amore, una relazione, una famiglia.

Voleva stabilità.

Non ero e non sono in grado di darle niente del genere.

Ma ogni volta che la vedo è come una pugnalata al petto perché tutto ciò che vorrei sono le sue labbra ancora una volta sulle mie.

Darei qualsiasi cosa per un contatto.

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