Capitolo 48

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MACARENA

Sono tesa.
Immersa completamente in uno stato d'ansia da prestazione.

La giuria è qui, l'aula è piena ed io mi guardo di tanto in tanto alle spalle nella speranza che Lei davvero venga qui.

Spero che non mi lasci andare in questo modo, ho bisogno che sia qui. La sua presenza è fondamentale per mantenermi lucida.

Saray mi raggiunge e mi sorride, mi appoggia una mano sulla spalla per farmi capire che è con me ma non ho bisogno di lei, ho bisogno di Zulema.

"Arriva" è tutto ciò che la gitana mi dice, come se volesse assicurarmi che non sono sola.

La giudice entra, ci alziamo in piedi e di Zulema non c'è ancora traccia.

"Saray.. io non so se.." provo a dirle sottovoce mentre Elena chiama alla sbarra Callison.

"Ti ho detto che arriva, Maca" mi assicura guardandomi con determinazione, mi rimprovera quasi perché non vede ragioni per cui io sia così in ansia.

È questo il problema, nessun'altra mi capisce come fa Lei.

"Perché ci mette tanto?" Le chiedo sapendo che era nell'aula opposta.

Quanto cazzo ci vuole ad attraversare il corridoio?

Callison prende parola e, come avevamo predetto, recita il suo monologo "Sono un semplice insegnante e non ho nessun precedente penale. Il mio primo contatto con la giustizia è avvenuto quando Zulema Zahir e l'ufficio del procuratore distrettuale hanno iniziato a perseguitarmi. La mia vita non è stata più la stessa. Ho capito che spesso quando un crimine finisce sui giornali e quando se ne parla in televisione, l'ufficio del procuratore subisce molte pressioni dall'alto per chiudere la faccenda in fretta e se poi non ci riesce ecco che gente come la signorina Ferreiro perde la forza di lavorare ancora" il suo sguardo punta il mio e non gli do la soddisfazione di mostrarmi in soggezione, poi tutto emozionato e rammaricato guarda la giuria con le lacrime agli occhi "Signori, non ho ucciso Anna Morton. E vi scongiuro.. per favore.. restituitemi la mia vita"

"Questo doveva andare a Hollywood" commento in un ringhio a denti stretti, Saray soffoca una risata.

"Ho finito" dichiara Elena ritornando al suo posto.

La giudice Norton mi guarda "Signorina Ferreiro, a lei la parola"

Tocca a me.

Mi alzo. Prendo un respiro profondo e cammino. Cammino davanti a lui mentre penso.

La porta si apre. Mi giro di scatto per vedere Zulema entrare all'ultimo secondo di soppiatto e restare in piedi in fondo all'aula.

Mi guarda negli occhi.
Uno sguardo che capisco al volo.

Posso farcela.

Mi rivolto verso l'imputato seduto alla sbarra.

Ti schiaccerò.

Guardo Callison e mi allaccio al suo monologo strappa lacrime "Lei si considera una vittima in questo momento?"

Lui mi guarda sereno "Sì"

Corrugo la fronte un po' perplessa "Eppure recentemente ha scritto un libro in cui sfrutta la sofferenza di altre vittime.."

Elena scatta in piedi "Obiezione, è un errata interpretazione!"

Non lascio che la giudice risponda perché pongo una domanda ad Elena "Perché lei come la interpreta avvocato Martín?" I nostri occhi si scontrano in una sfida di odio puro, sorrido appena ritornando su Callison "O ancora meglio.. Signor Callison come lo chiama fare soldi scrivendo il massacro di giovani donne?"

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