Quando vengo prelevata da casa mia so perfettamente quali sono i passaggi da protocollo, mi portano direttamente in custodia nel penitenziario di minima sicurezza, mi provano di ogni mio oggetto personale senza però darmi ancora quella tuta da carcerata che ho già visto indossare agli imputati durante la mia lunghissima cartiera.
Vengo portata nella stanza degli interrogatori dove un detective che non conosco nemmeno di vista mi attente.
"Sono il detective Dickson, si sieda" il tono distaccato e quasi aggressivo mi fa capire che è una testa calda e dallo sguardo cattivo so per certo che non è un mio amico "Il fascicolo è un regalo ben confezionato.. più di vent'anni fa hai sparato a tuo marito a sangue freddo con la sua pistola.. per tua sfortuna, l'omicidio non cade in prescrizione" inizia a prendermi in giro godendo dei suoi miseri poteri da detective da quattro soldi mentre io resto seduta davanti a lui, con i polsi legati stretti da manette d'acciaio, a studiarlo.
Inizia un interrogatorio lungo e massacrante durante il quale non dico neanche una parola.
Nel dossier deve mancare per forza qualcosa di importante che aiuterebbe a incriminarmi altrimenti non saremmo qui, altrimenti non si sbatterebbe tanto per farmi parlare.
Dopo quasi tre ore circa l'unica domanda che aspettavo arriva "Che cosa vuoi Zahir?"
"Fare una telefonata" rispondo senza alcuna intonazione nella voce.
Lui scoppia a ridere "Non sarebbe meglio una confessione?"
Non raccolgo la provocazione per fare valere i miei diritti che per loro sfortuna essendo un bravo avvocato conosco molto bene "Ho diritto ad una telefonata, non mi è stata consentita e non potete interrogarmi senza il mio avvocato.. e con questo smetto di parlare"
Lui ringhia mentre si alza alterato dalla sedia e si rivolge al secondino "Falle fare quella dannata telefonata" mi prendono di peso e mi sbattono contro il telefono fisso al muro "Vargas non ti sarà d'aiuto questa volta"
Prendo la cornetta e inizio a digitare una serie di numeri prima di aspettare che mi risponda "Infatti non è lei che sto chiamando"
MACARENA
Nel momento in cui l'ho vista andare via sono scattata, ho chiamato tutti e mobilitato l'intera squadra per scavare nel dossier del suo caso.
La voglio aiutare anche se mi trovo in una posizione difficile.
Non indugio oltre, scopro con difficoltà che l'hanno messa nel penitenziario di minima sicurezza e mi precipito con la macchina.
"Voglio vedere la detenuta Zulema Zahir" dico varcando la soglia con decisione, non saluto nemmeno, non credo di averne il tempo.
La guardia all'ingresso nemmeno alza lo sguardo per parlarmi "Temo non sia possibile, ordini dall'alto"
Sbatto entrambe le mani sul ripiano che ci divide facendolo sobbalzare "Sono il procuratore distrettuale, nessuno è più in alto di me"
Alza lo sguardo attraverso i suoi occhiali da lettura e con fare diffidente mi dice "Il governatore lo è"
Scoppio a ridere "Il governatore Romana Ferreiro dice? Mio fratello?" Nel momento in ci dico questo con arroganza lui capisce che forse dovrebbe trattarmi con più rispetto "Si faccia un favore e mi faccia vedere la detenuta Zahir, prima che decida di sfogare tutta la mia rabbia su di lei.. non so se le convenga" è una promessa, non una minaccia.
Lui controlla il registro, dopodiché mi informa "La detenuta è con il suo avvocato"
Avvocato?!

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Law & Lovers
FanfictionMacarena Ferreiro, donna ricca con una brillante carriera di successo come avvocato della difesa a New York deve scontrarsi in aula con una vecchia conoscenza. Riuscirà a tenere ben separate la sua vita professionale da quella privata? ___________ ...