Capitolo 29

1.1K 65 5
                                    

ANTONY POVS

Mi risvegliai. Ero ancora sdraiato a terra. Alzai lo sguardo e Greta era sopra di me appoggiata al mio petto.
-Greta?
Si alzò di colpo.
-Antony.
Mi diede uno schiaffo. Mi misi a sedere reggendomi la guancia colpita.
-Ah! E questo?!
-Mi hai fatto preoccupare.
Mi abbracció.
-Quanto sei strana, prima mi dai uno schiaffo e poi mi abbracci.

Si mise a sedere e si aggiustò i capelli nervosa.
-Da quanto tempo sono svenuto?
-3 ore Antony, sono 3 ore che siamo qui.
Sospirai.
-Oddio.
La guardai.
-Greta... perché... insomma, prima stavi sopra di me?
Greta arrossì.
-Stavo... sentendo se ti batteva il cuore.
La guardai.
-Adesso mi batte, forse più del normale... vuoi sentire?
Le presi la mano e la appoggiai sul mio petto. La guardai e avvicinai la mia testa alla sua, le nostre labbra si sfiorarono, mi ritirai e mi alzai.
-Scusa.
Si alzò anche lei. Ci fu un silenzio imbarazzante.
-Antony guarda, si sta facendo buio.
-È vero, credo che... dovremo passare la notte qua.
Ci guardammo di nuovo. Greta tossì nervosa.
-Bene.

Si mise nel posto di prima.
-Che fame.
-Aspetta, dovrei aver portato qualcosa da mangiare qui dentro, me lo ricordo.
Aprii tutti gli scatoloni.
-Tonno!
Greta si alzò.
-Tonno? Dove?
Prese una scatola e una forchetta e iniziò a mangiare. Si rimise al suo posto e io dall'altra parte della stanza.

GRETA POVS

Finalmente avevo mangiato, riuscii ad addormentarmi. Ma venni svegliata nel cuore della notte da un rumore fuori dalla finestra.

All'inizio non ci feci caso ma poi lo risentii. Mi misi a sedere
-Antony!
Antony gemee.
-È?
-Hai sentito?
-Cosa?
Il rumore si risentì. Antony accese la torcia del telefono e la puntò sulla finestra. Attraversai la stanza e mi misi vicino a lui spaventa.
-Spegni la torcia, magari non ci vede.
-Ma chi, Gré?
Il rumore si sentì di nuovo e stavolta più forte.
-Spegni la torcia!
Antony la spense.

Vidi un ombra di fuori e il rumore era vicino. Presi la mano di Antony, lui mi guardò nervoso ma non disse nulla. Sentii la finestra aprirsi. Strinsi la mano di Antony. Vidi una luce e poi... vidi Sofia.
-Ragazzi! Finalmente vi ho trovato...
Spostò lo sguardo da noi alle nostre mani. Lasciai la mano di Antony e mi alzai.
-Sofia, come lo sapevi?
-Non eri tornata a casa, così visto che sapevo che dovevi parlare con Antony sono venuta qui e ho visto la torcia.
Rispose lei fiera della sue scoperta.
-Oh, meno male!
Esclamò Antony avvicinandosi a noi.
-Da questa parte c'è una scala, aspettate.

Finalmente uscimmo e tornammo a casa. Mi buttai sul letto.
-Mi devi raccontare qualcosa Gré?
-Eh?
-Sei stata 6 ore in una stanza con Antony, non dirmi che non è successo niente, perché non ci credo.
-Non è successo niente.
Sofia rise.
-Ti si legge in faccia che menti.
-Sofia...
-Dai Gré, non lo dico a Lea, giuro.
Mi morsi il labbro.
-Lui si... è avvicinato a me e... ci siamo quasi baciati.
-Come quasi?
-Si, lui... insomma si è ritirato.
Sofia sospiró.
-Be potevi dirgli "no Antony continua mi è piaciuto."
Gli tirai un cuscino.
-Smettila!
Sofia andò a cambiarsi.

Guardai fuori dalla finestra, presi il telefono e fissai il contatto di Antony. Lo chiamavo? No non ti ha baciato significa che non vuole parlarne.

ANTONY POVS

Fissai il contatto di Greta ma non la chiamai. Volevo parlare di quello che era successo, in quella stanza. Ma, basta Antony. Guardai fuori dalla finestra e sospirai.

Il giorno dopo andai sempre al reality a "lavorare". Oggi c'era la finale, ovviamente aveva vinto Favij. Andai da Lea per consolarla.
-Almeno sei arrivata in finale.
Mi sorrise.
-Almeno questo.
-Dai, andiamo a mangiare, che oggi devi tornare a Milano.
-È vero.
Sbuffò e si appoggiò a me.
-Dai ci rivedremo al prossimo evento, che è tra poco, se non sbaglio.
-Sì.
Rispose sorridendo.

GRETA POVS

Uscii di casa con Sofia per accompagnarla alla stazione, e incontrai Federico.
-Greta!
-Di nuovo tu!
Federico sorrise e guardò Sofia.
-Ciao, bellissima.
Sofia lo guardò con aria sognante.
-Ciao... Greta non mi presenti il tuo amico?
-Sofi, Federico. Federico, Sofia. Ora andiamo!
-Dove andate?
Chiese Federico facendo fermare Sofia.
-Alla stazione, sono di Milano.
Federico mi guardò.
-Ah, tu non sei di Milano, Gré?
-No.
Risposi io asciutta. Federico mi sorrise.
-Meno male, beh ci vediamo Sofia è stato bello conoscerti.
Le fece l'occhiolino e Sofia quasi svenne. Poi guardò me.
-Spero di rincontrarti Gré, ti devo un gelato.
-Ma cosa...
Se ne andò.
-Gré, ma perché lo tratti così? Hai visto che sorriso?
-Perché non fa che provarci, è insopportabile.
-Mh, tradotto ti piace.
-Cosa?

Andammo alla stazione e c'erano anche Lea e Antony.
-Beh Gré ci dividiamo di nuovo.
Disse Sofia dispiaciuta.
-Si... mi mancherai.
Ci abbracciammo.
-Alla prossima.
Salì sul treno e se ne andò.

Guardai Antony, che era abbracciato a Lea da mezz'ora. Sospirai e uscii dalla stazione.
C'era Federico seduto su una panchina.
-Non è possibile...
Mi avvicinai a lui.
-Sbaglio o mi hai seguita?
Federico si morse il labbro.
-Io? No, stavo aspettando mio fratello.
-Ah, figura di merda.
-Non fa niente, tanto lo sapevo che eri qui.
-Perché sei così...
-Figo?
Sorrisi irritata.

Vidi Antony che se ne andava, incrociai il suo sguardo.
-Guarda me, non lui.
Federico si alzò.
-Sono io il tuo principe azzurro.
Lo guardai.
-Cosa?
-Ancora a provarci con le ragazze, eh fratellino?
Esclamò la voce di qualcuno. Un ragazzo biondo con gli occhi verdi si avvicinò a noi.
-Piacere sono Benjamin, mio fratello è un po' così, ci prova con tutte, devi sopportarlo.
-Me ne sono accorta, io sono Greta, comunque.
Benji era decisamente più simpatico di Fede.
-Andiamo Fede, smetti di importunare la gente.
Lo chiamò Benji.
-Eccomi arrivo, Gré il gelato è.
Alzai gli occhi al cielo.
-Smettila!
-Sei pazza di me.
Sorrise e corse dietro suo fratello.
-Vai convinto!
Tornai a casa e girai un video. Dopo mi buttai sul letto.

"-Mi dai un bacio?
-Te ne darei mille.
-E se perdi il conto?
-Ricominciamo da capo."
Mi mancava, cazzo se mi mancava. Mi squillò il telefono, era Antony. Mi alzai di colpo.
-Pronto?!
-Hey Greta... stavo pensando a te.
-Si, anch'io.
-Volevo parlare di quello che era successo in quella stanza.
-Si...
-Ti dico solo una cosa, Lea non lo deve sapere.
-Volevi... dirmi solo questo?
-Sì.
-Sì, sta tranquillo non dirò niente alla tua ragazza!
Riattaccai e buttai il telefono sul letto.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora