Capitolo 85

831 63 11
                                    

Il giorno dopo mi svegliai con la testa rivolta verso la finestra. Il cielo era senza una nuvola e c'era un sole che spaccava le pietre.
Quando abitavo in città l'unica cosa che potevo vedere erano i muri di un'altra casa. Ci avrei fatto l'abitudine.

Mi alzai e scesi di sotto dove per la prima volta non vidi Marco che andava di fretta per non fare tardi, ma vidi Antony. Saltai dagli ultimi scalini e lo raggiunsi sorridendo.
-Buongiorno, amore.
Appoggiai la mano sulla sua spalla, lui si girò verso di me e lo baciai.
-Buongiorno, principessa.
-Che profumino, non si sente ancora puzza di bruciato.
Antony rise.
-Ma come sei simpatica!
-Che hai preparato?
-I toast, anzi, fammi sbrigare.
Corse verso il tostapane
-Erano già preparati, vero?
-Sì, me li ha portati mio nonno stamattina, invece che due cornetti i toast, ma accontentiamoci!
Sorrisi.

Ci sedemmo sul divano e accesi la TV.
-Senti, ma oggi invitiamo solo amici, non tutta gente che non conosciamo, vero?
-Sì, tranquilla.
-Ok, però devo comprarmi un vestito.
Sorrise.
-Posso aiutarti io?
-Ma anche no, andrò con le ragazze.
-Stronza.
Sorrisi e lo baciai.

Passai dal parrucchiere e poi uscii con Velia, Federica e Sofia a comprare un vestito.
-Allora, ci vediamo dopo.
Le salutai e tornai a casa.

Antony avevo comprato qualcosa da mangiare per la festa.
-Sono tornata.
-Ciao piccola.
Mi lasciò un bacio a stampo.
-Pronto per stasera?
-Sì, stanno venendo Albe e Carlo.
-Anche le ragazze.
Gli misi un braccio in torno alla vita.
-Che hai preparato?
-Beh, se mi aiuti porto i tramezzini sul tavolo grande.
-Ok.

ANTONY POVS

Dopo un po' avevamo sistemato tutto. Guardai Greta che finiva di portare gli alcolici. Lei si accorse che la stavo fissando e sorrise.
-Che c'è?
-Non mi hai detto ancora: "non dici niente sui capelli"?
Rise.
-Non dici niente sui capelli?
Sorrisi.
-Sì, sei perfetta.
Si avvicinò a me e mi baciò.
Bussarono alla porta.
-Chi sarà? I tuoi amici o le ragazze?
-Le tue amiche ci mettono un secolo per prepararsi, quindi saranno i ragazzi.
Inarcò un sopracciglio.
-Vogliamo scommettere?
-Vai.
Andammo ad aprire ed era Sofia. Greta mi guardò.
-Ops.
Esclamò lei. Alzai gli occhi al cielo.
-Ciao, vi ho portato un regalino per la nuova casa!
Disse Sofia sorridendo.
-Grazie!
Rispose Greta per poi abbracciarla.
-Vieni ti faccio vedere la casa.
Andarono di là e vidi arrivare Alberico e Carlo.
-Ciao bro, bella casa da fuori.
Si complimentò Alberico. Mi diedero una pacca sulla spalla.
-Ti abbiamo portato una cosina.
Carlo e Albe si guardarono ridendo.
-Che cosa?
Mi consegnarono una scatola di profilattici. Gliela strappai dalle mani.
-Quanto siete coglioni?!
Loro risero.
-Ma zitto che ti servono!
Mi prese in giro Albe. Gli diedi un pugno.
Le ragazze ci raggiunsero.
-Ciao.
Li salutò Greta. Mi portai la scatola dietro la schiena. Lei si accigliò.
-Che c'è? Cos'hai?
-Niente.
Balbettai. Lei chinò la testa confusa.
-Vi abbiamo fatto un regalo!
Esclamò Alberico. Greta sorrise.
-Ah sì?
Disse Greta chinando la testa.
-Sì, ehm ragazzi venite vi faccio vedere la casa.
-È il regalo più utile, Greta.
Disse Carlo ammiccando. Lo presi per i capelli.
-Andiamo.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora