Capitolo 109

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Passarono un po' di giorni. Mi levarono il gesso e rimasi solo con il tutore. Era ancora difficile per me riuscire ad alzarmi da quella fottuta sedia.
Volevo camminare, volevo correre. Ormai non sapevo quanto tempo fosse passato.
L'unica cosa positiva era che Greta mi fosse sempre vicina. Mi stava dando una medicina quando dissi:
-Ma se girassimo un video insieme? Tanto non abbiamo niente da fare.
-Ok, che facciamo?
-Mh non lo so, e se... ti trucco bendato?
Sorrisi. Greta allargò la bocca.
-Ho paura.
-Dai, andiamo.

Andammo di sopra e mi spostai dalla sedia al letto. Greta si sedette accanto a me e incrociò le gambe mentre si struccava. Nel frattempo mi bendai.
-Ok, non fare scherzi e dammi questi trucchi.
-Tu vedi quello che devi fare.
Disse per poi mettermi la sua borsetta davanti. Mentre cercavo i trucchi sentii le sue labbra premere sulle mie. Quando si staccò sorrisi.
-Attieniti al video, Menchi.
-Oh, scusa.
Iniziai a truccarla mentre lei si lamentava per qualsiasi cosa. Ridemmo tutto il tempo.
-Ok, voglio vedere che cosa ho combinato.
Mi tolsi la benda e scoppiai a ridere, invece lei mi guardò arrabbiata.
Aveva l'occhio destro interamente circondato di nero della matita e del mascara. In quello sinistro c'era solo il mascara, chiaramente messo male. Il rossetto non aveva preso per niente le sue labbra ma tutto in torno fino ad arrivare a metà guancia.
-Mi vendicherò, sappilo.
Disse mostrando un ghigno che mi fece ridere.
-Hai qualcosa qui.
Avvicinai la mia mano alla sua guancia.
-Dimmi dove non ce l'ho!
Sbraitò lei.
-No, ferma, davvero.
Mi avvicinai a lei e posai la mano sulla sua guancia.
-Proprio qui.
La baciai lasciandola sorpresa. Si staccò da me e sorrise.
-Attieniti al video, Di Francesco.
Disse lei scherzando e riferendosi alla frase che avevo detto prima. La tirai verso si me.
-Stupida.
Chiudemmo il video e Greta spense la telecamera.
Raggiunsi la fine del letto usando le mani. Mi sedetti con la schiena appoggiata al muro. Guardai Greta che rimetteva a posto la telecamera. Alzò la testa e sorrise.
-Che c'è?
-Devo farti una domanda.
Finì di sistemare e mi raggiunse sedendosi accanto a me.
-Dimmi.
Disse guardandomi negli occhi. Mi avvicinai a lei e le scostai una ciocca di capelli mettendola dietro l'orecchio.
-È parecchio tempo che sei qui, che mi aiuti e tutto e... voglio che tu torna a vivere con me.
Greta abbassò la testa.
-Antony...
-Sì Greta, lo so che abbiamo detto di aspettare, ma è passato parecchio tempo ormai e tu sei sempre qui. Voglio che questa sia di nuovo casa nostra, quando sei tornata è stato tutto diverso, quando guarirò non voglio che tu te ne vada.
Greta sorrise e si avvicinò al mio volto.
-Sì, mi manca da morire vivere con te. Mi manca quando facevi esplodere la cucina, mi manca dormire con te che mi abbracci, e soprattutto mi manchi tu e vederti girare per casa in boxer senza una meta precisa.
Risi.
-Magari la mia meta eri tu, no?
Greta sorrise e mi baciò.
-Ti amo.
-Anch'io ti amo.

I giorni passarono e ricominciammo a vivere normalmente. A uscire con gli amici nonostante quella sedia fosse un gran peso.
Eravamo a Milano in giro con Jar e Sofia. Quei due mi facevano venire il voltastomaco, davvero. Ci dividemmo perché Sofia doveva andare in bagno e si portò dietro Greta.
-Amorino patatino!
Dissi a Jar prendendolo in giro. Lui rise distogliendo lo sguardo dalle ragazze e concentrandolo su di me.
-Ma che vuoi che anche tu e Greta non scherzate, ora tocca a noi.
Sorrisi.
-Voi siete peggio.
-Mh, non direi.
Mi spinse per appoggiarsi a un muro, sapevamo già che le ragazze ci avrebbero messo un'eternità.
Mi misi a guardare la vetrina nel negozio che ci era vicino. Era una palestra, vedere tutte quelle persone muoversi liberamente mi faceva innervosire.
-Antony.
Disse Lorenzo avvicinandosi a me e guardando anche lui dentro con la forte aggrottata.
-Sì?
-Ma quella è Leila?
Guardai dentro e c'era Leila che stava facendo gli esercizi. Non dissi una parola e allargai la bocca.
-Che bel panorama.
Lorenzo si appoggiò alla mia sedia.
-Già.
Rimanemmo a fissarla per un bel po' quando Jar cominciò lamentarsi.
-Aia, aia, aia!
Disse e non feci in tempo a girarmi che mi sentii tirare per un orecchio.
-Che stavate facendo?
Quando sentii la voce di Greta spalancai gli occhi. Ero morto, morto e sepolto. Mi girai lentamente verso di lei massaggiandomi l'orecchio ormai rosso.
-N-niente.
Greta chinò la testa con sguardo infuocato.
-Ti amo...
Dissi intimorito.
Ci passò davanti Lorenzo che veniva inseguito da Sofia, sarei scoppiato a ridere se non fosse che Greta mi stava per uccidere. Si mise dritta e guardò Sofia.
-Noi andiamo, vi lasciamo a piedi, resta a guardare il sedere di Leila!
-Ma dai Greta!
Prese Sofia e camminarono imperterrite. Lorenzo riuscì a prendere la bionda e convincerla ma Greta continuò a camminare.
Sbuffai e mi feci forza muovendo le ruote con le mani. Non la avrei mai raggiunta con quella cazzo di sedia.
-Greta!
Urlai ma lei non si girò. Fanculo tutti. Misi un piede fuori dalla sedia e spinsi con tutte la mia forza di volontà sui braccioli. Persi l'equilibro ma mi ripresi al volo, iniziai a camminare e mi sentii libero.
Finalmente aveva abbandonato quella sedia. Camminai più veloce fino a raggiungere la figura di Greta.
La fermai per un gomito e quando si girò rimase a bocca aperta. Di sicuro si aspettava tutti tranne me. Mi guardò le gambe incredula. Sorrisi, era bello tutto questo. Fino ad adesso non c'ero mai riuscito ma il pensiero di perdere Greta, o semplicemente litigarci, mi aveva fatto smuovere.
Greta mi cinse il collo con le braccia stringendomi in un caldo abbraccio.
-Se guardi di nuovo Leila ci penso io alle tue gambe.
Sussurrò facendomi ridere. Le lasciai un bacio sulla guancia.
-Scusami.

GRETA POVS

I giorni scorrevano velocemente, uno dopo l'altro. Era tutto perfetto e davvero mi erano mancate giornate così.
Il concerto si avvicinava sempre di più e finalmente arrivò. Io e Antony prendemmo l'aereo fino ad arrivare nella città dove i ragazzi si sarebbero esibiti. Visitammo la città poi ci accampammo davanti allo stadio.
-Sei emozionata?
Chiese Antony mentre si cominciava ad aprire le transenne.
-Sì.
Cercai la sua mano e la strinsi.

Ci piazzammo davanti al palco e riuscivo ad avere una bella vista. Antony squadrava quelle ragazzine che urlavano per qualsiasi cosa.
-Spero di uscire con almeno un orecchio sano.
Risi e mi aggrappai al suo braccio.
Finalmente il concerto iniziò, ogni tanto mi giravo verso Antony che conosceva qualche parola delle canzoni più famose. Mi faceva ridere.
Quella serata era stata una delle più belle della mia vita, e accanto a me c'era la persona che amavo. Mancava solo una canzone, chi l'avrebbe mai detto che la mia preferita l'avessero lasciata per ultima.
Niall cominciò a suonare i suoi accordi e partì Little Things. Presi la mano di Antony mentre gli altri in torno a noi accendevano le torce del cellulare. Lui mi guardò e sorrise.
Non sapevo perché quella canzone mi avesse colpito più delle altre. Forse perché mi ricordava Antony e il mio amore per lui. La canzone scorreva e io rimasi incantata a fissare Antony e a mimare con le labbra i pezzi che gli avrei dedicato...
-Finish the song!
Urlò Harry come ad ogni concerto. Così migliaia di voci iniziarono a cantare la strofa finale.

"I've just left these little things, slip out of my mouth,
because, it's you, oh it's you,
it's you, they add up to, and i'm in love with you..."

Antony si avvicinò a me mentre le persone urlavano sempre più forte. Ed era proprio vero che mi ero innamorata di lui, e delle sue piccole cose.

"And all these little things, I won't let these little things, slip out of my mouth, but if it's true it's you, it's you, it's you, they add up to, I'm in love with you..."

-Screaming!
Urlò Harry.

"And all your little things!"

E Antony mi baciò dopo che lo avevo guardato per tutto il tempo della canzone. Il cuore mi esplose dal petto come ogni santa volta.
Come può una persona provocarti così tante emozioni? Come può renderti così felice?
2 anni fa ormai non lo avrei mai detto, non avrei mai pensato che una semplice persona mi cambiasse la vita.
Antony si staccò dalla mie labbra e lo guardai, i suoi occhi erano così comuni eppure in mezzo a miliardi di persone avrei notato solo i suoi.
-Grazie di esistere, ti amo.
-Ti amo anch'io.

#spazioautrice
Leggete i ringraziamenti dopo questo capitolo, è importante, grazie❤️

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora