Capitolo 60

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ANTONY POVS

Ero andato a casa di Greta. Bussai e mi aprì sempre sua madre.
-Che ci fai qua?
-Dovevo convincerla a far tornare Greta.
-È tempo sprecato.
Alzai gli occhi al cielo.
-Lei è proprio cattiva.
-Voi non vi rendete conto che non sapete occuparvi di un bambino!
-E allora? La deve cacciare per farglielo capire?
-Sì!
La fissai accigliato.
-Bene, almeno posso prendere qualche vestito da camera sua?
-No.
Mi sbattè la porta in faccia.
-Vaffanculo.
Mormorai. Mi arrampicai sull'albero vicino alla finestra della camera di Greta. Sì, non avrei mai pensato di farlo, comunque riuscii ad entrare.
Mi alzai e cercai qualche vestito pulito per Greta, la mia attenzione si spostò su delle vecchie foto che aveva sulla scrivania.
Ne presi una, era una foto di gruppo dei Web Show Awards. Greta era così bella: aveva ancora i capelli lunghi e neri e quel vestito, mi vennero in mente i ricordi di quel giorno e non potei fare altro che sorridere.

"Quando mi guardi così non ci capisco più niente, cazzo sei così bella."

I miei pensieri vennero interrotti da un rumore dall'altra stanza. Mi nascosi dietro alla porta.
Quando Fede aprì la porta me la sbattè in faccia. Trattenni mille imprecazioni.
-La smetti di entrare sempre in camera di Greta!
Lui sobbalzò e si girò verso di me.
-Che stai facendo qua?
-Prendevo qualche vestito, ma vedi di non entrare più qui dentro.
-Perché?
-Greta è molto gelosa della sua camera, qui è pieno di ricordi e tu non c'entri un bel niente!
Vidi la mamma di Greta salire le scale.
-Bene, ci vediamo.
Mi lanciai dalla finestra ma non presi l'albero e quindi cascai a terra e mi feci malissimo. Mi venne da urlare, la mia schiena pulsava tantissimo. Riuscii ad alzarmi e a raggiungere casa di mio nonno barcollando.

-Antony che ti è successo?
Chiese Greta raggiungendomi preoccupata. Mi sdraiai sul letto e la schiena mi fece ancora più male, allora mi misi a sedere.
-Sono andato a casa tua.
Ls consegnai i vestiti.
-E che ti sei fatto?
Si sedette accanto a me e appoggiò la sua mano sulla mia schiena.
-Tua madre non voleva farmi entrare così ho usato la finestra e sono caduto.
-Antony, tu sei matto!
-Dai non è niente, adesso mi passa, sarà qualche strappo muscolare.
-Speriamo, vedo se tuo nonno ha qualche crema.
-Ok.
Mi tolsi la maglietta. Greta rivenne e mi aiutò a spalmarla dove mi faceva male.
-Perché dalla finestra? Devi fare sempre qualche cazzata eh.
-Io te l'ho detto che non sarò mai un bravo padre.
Greta mi guardò.
-Smettila con questa storia, Antony.
Mi alzai e aprii la finestra.
-Almeno ti ho preso vestiti puliti.
-Antony, perché ogni volta che ti fai male fai finta di niente?
Mi girai verso di lei.
-Ma tanto non è niente di grave!
-Va bene, hai ragione tu.
-Dai Grè non ti arrabbiare.
Dissi avvicinandomi a lei e prendendole le mani. Greta incrociò le braccia e si girò dall'altra parte. Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai.
-Amore... ti riesce male la finta incazzata.
Lei sorrise. La baciai sul collo.
-Guarda che ce l'ho ancora con te.
-Si, come no.
Greta si girò verso di me.
-Mi hai fatto spaventare, non farlo mai più.
-Scusami, mi perdoni?
-Mh... non lo so.
Sorrisi.
-Dai, ti porto fuori a cena.
Greta sorrise.
-Ok, allora potrei perdonarti.
-Ah, ma smettila!
La baciai.

Andammo in pizzeria.
-Domani dobbiamo andare a Napoli per una serata, ricordi?
Greta alzò gli occhi al cielo.
-No, io non ce la posso fare.
-Greta, il Network non sa che sei incinta.
-Farò questa serata e poi glielo dirò.
-Non ti sforzare troppo.
Lei sorrise.
-Sta tranquillo.
-Ci provo.
Mi prese la mano e uscimmo di fuori.
-Mi stanno per finire i soldi.
-Anche a me.
Guardai Greta.
-No, io non rientro la dentro da mia madre.
-Ti prego, io provo ad andare a casa mia, tanto papà non c'è a quest'ora.
Sospirò.
-Ok.

GRETA POVS

Andai a casa e bussai. Mi aprì Benji.
-Chi si rivede.
-Mia madre c'è?
-No è uscita con papà, che ti serve?
-Soldi.
Entrai.
-Fede se ne è andato da camera mia?
-Sì, ora è con me, ma tanto tra un po' partiamo.
-Ah ok, allora salutamelo.
Salii le scale e andai in camera mia. Presi i soldi e andai nel corridoio, la porta della camera di Fede era socchiusa. Decisi di bussare.
-Avanti.
Era al computer.
-Ciao Fede.
Non perse nemmeno tempo a chiedermi il perché ero lì.
-Ah, ciao Greta.
-Senti volevo chiederti scusa per l'altra volta, quando ti ho trattato male.
Mi guardò.
-Lascia stare è acqua passata.
-Bene, ci vediamo allora.
-Greta.
-Sì?
-Tutto bene?
-No, non può andare bene.
-Mi dispiace, vorrei fare qualcosa.
-Grazie sei gentile ma non si può fare niente.
Fede mi sorrise.
-Sono un tipo pacifico ma fattelo dire, Antony è davvero un coglione.
-Fede ti stavo trattando bene, vuoi rovinare il momento?
-Ok ok.
-Va bene, ci vediamo.
Scesi di sotto e mia madre entrò in casa.
-Greta, che ci fai qui?
-Sono venuta a prendere un po' di soldi adesso me ne vado.
-Senti, sei andata a fare l'ecografia?
-Ah ti interessa?
Mia madre distolse lo sguardo.
-Alla fine sì.
-Sì, abbiamo fatto la prima ecografia.
-Ok e Antony?
-E Antony cosa?
-Era con te?
-Sì mamma dove doveva stare?
-No, strano che non ti abbia ancora abbandonata.
-Che?
-Beh Greta per lui un figlio è un peso, secondo me ti lascerà.
-Ma che dici mamma, Antony non mi abbandonerà mai, e se lo voleva fare lo avrebbe fatto appena glielo ho detto.
-Se non lo ha fatto adesso, lo farà quando nascerà, fidati.
-Tu Antony non lo conosci per niente.
Me ne andai e incontrai Antony.
-Come è andata?
Chiese lui.
-Bene, fino a quando non è tornata mamma, da te?
-Bene, c'era solo mamma.
Abbassai lo sguardo.
-Che c'è Grè?
Disse avvicinandosi a me.
-Antony quando nascerà il bambino te ne andrai?
Antony sorrise.
-E dove vado? Senza di te.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora