Capitolo 61

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-Antony, quando nascerà il bambino te ne andrai?
Antony sorrise.
-E dove vado? Senza di te.
Sorrisi.
-Adesso mi pento di aver creduto a mia madre solo per qualche secondo.
-Tua madre potrà dire quello che vuole su di me, quello che pensa non sarà mai vero.

Il giorno dopo andammo a Napoli per la serata. Arrivammo in Hotel ed ero stanchissima, non ero riuscita a dormire.
-Ce la fai Grè? Sai come sono le serate, durano fino alle tre e per quando ritorniamo sono le quattro.
-Sì, adesso mangiamo e mi riprendo.
-Ok.
Dopo mangiato finii di prepararmi e arrivammo in discoteca.

ANTONY POVS

Come al solito salimmo sul palco dove c'era il dj. Dopo un po' vidi Greta scendere in mezzo alla folla per fare qualche foto.
Dall'alto si vedeva benissimo, e lei era bellissima. Sorrisi, Greta alzò lo sguardo verso di me e fu come se il tempo si fermasse. Mi sorrise.
Poi scossi la testa come se mi fossi svegliato da un sogno, Greta era a terra, era svenuta.
-Greta!
Urlai così forte che mi sentii sopra la musica. Scesi di corsa e la raggiunsi. Vennero le guardie e la portarono via.
-No, dove andate?!
-Tu resta qui Antony!
Disse uno.
-No, Greta!
Samuele mi prese e mi tirò per un braccio.
-Antony, tu resta qui e fai le foto.
-Dove la portano, che è successo?
-Non lo so ma tu devi restare qui.
Feci più foto possibili poi tornammo in hotel.
Risalii in camera di corsa.
-Greta?
Era seduta sul letto.
-Come stai?
-Ho avuto un calo di pressione, mi hanno riportato subito qui, comunque bene.
-Lo sapevo che non dovevi venire.
Greta si appoggiò a me e mi prese la mano intrecciando le sue dita tra le mie.
-Sì mi dispiace, dovevo ascoltarti.
-Non fa niente, l'importante è che stai bene.
Si avvicinò a me e mi baciò.
-Adesso dormi, ne hai bisogno.
-Va bene.
Si sdraiò e io vicino a lei. La abbracciai.
-Dormi bene.
Greta sorrise.
-Certo.

GRETA POVS

Passarono un po' di giorni e arrivò la seconda ecografia. Adesso riuscivo a vedere meglio. Antony si accigliò.
-È quello?
Chiese indicando lo schermo.
-Sì.
Rispose il dottore. Antony sorrise e mi strinse la mano.
Uscimmo di fuori.
-Quindi quello sarebbe nostro figlio? È fighissimo.
Disse Antony. Lo guardai.
-Fa troppo strano quando dici "nostro figlio".
-Perché?
-Non avrei mai pensato di arrivare a questo, ti rendi conto? In un anno sono successe troppe cose.
Antony mi prese la mano e sorrise.
Mi chiamò mia madre.
-Greta, puoi venire qui a casa?
-Che succede?
-Dovrei parlarti di una cosa.
-Ok, adesso arrivo.
Riattaccai.
-Chi era?
-Mia madre vuole vedermi, è preoccupante questa cosa, vieni con me.
-Sì, ormai sono qui.

Andammo a casa e bussammo. Mia madre mi aprì e ci fece entrare ignorando Antony.
Si sedette sul divano vicino a Marco e noi rimanemmo in piedi fino a quando non ci chiese lei di sederci.
-Greta, ti do il permesso di tornare.
Mi accigliai.
-E come mai questa scelta?
-Perché credo che la tua punizione sia finita, e perché abbiamo molte cose di cui parlare.
Prese la mano di Marco e notai delle fedi.
Spalancai gli occhi, non sapevo se essere felice o triste.
-Vi state per sposare?
-Sì.
Rispose mia madre sorridendo.
Guardai Antony ma lui non sapeva come interpretare la mia espressione.
-Ok, devo parlare con Antony.
Mi alzai e lo portai in cucina.
-Che c'è Grè, è una bella notizia, no?
-Sì ma tu dove andrai?
-Starò da mio nonno.
-Sei sicuro?
-Sicurissimo.
Lo abbracciai.
-Sta tranquilla Grè ci vedremo tutti i giorni.
-Mi ero così tanto abituata a vivere con te.
Antony sorrise.
-Succederà un giorno, lo sai vero?
-Sì.
Mi baciò.
Andammo a casa del nonno di Antony e ripresi i miei vestiti.
-Ci vediamo.
Disse Antony baciandomi.

Tornai a casa e mi sdraiai sul mio letto, mi era mancato così tanto. Scesi di sotto per cena.
-Ciao Grè, ben tornata!
Mi salutò Federico.
-Grazie.
Dopo cena i ragazzi salirono di sopra e Marco andò a lavoro.
-Allora, quando vi sposate?
-Stiamo organizzando, ma molto presto credo.
-Ok, tu sei felice?
-Sì, e tu sei felice? Del bambino intendo.
Esitai.
-Io... non lo so, sono felice con Antony ma la gravidanza è davvero pesante.
Mia madre annuì.
-Non posso farci niente però.
Continuai per poi risalire in camera.

ANTONY POVS

Uscii con Lorenzo e Carlo ma quest'ultimo non mi aveva detto che con loro c'era anche Matteo. Cercai di ignorarlo per tutta la sera.
Ci sedemmo sulle sedie di un locale.
-Antony goditi questi momenti perché quando sarai padre sarà difficile.
Mi avvertì Carlo. Gli lanciai un occhiataccia.
-Mi hai rotto il cazzo!
-Dai Antony calmati, tanto lo sapevi anche tu.
Lo difese Lorenzo mettendo il carico da 50.
-Però ormai non può fare niente, ci poteva pensare prima.
Commentò infine Matteo.
-Stai zitto Tiberia.
Alzò la testa.
-Sta zitto tu, stronzo.
Chiusi la mano in pugno ma riuscii a calmarmi facendo un respiro profondo. Mi alzai.
-Vado a casa.

Tornai da mio nonno e aprii la porta della mia camera. Accesi la luce, era vuota, certo, Greta era andata via. Mi sdraiai sul letto pensando a lei, era tardissimo ma decisi di chiamarla. Conoscendola era al computer.
-Ehi.
-Ehi, stavi dormendo?
-No, ti pare?
-Dovresti.
-Se stavo dormendo però ora non parlavamo.
-Ok allora non dormire mai.
Greta rise.
-E tu come mai sei sveglio?
-Sono andato un po' in giro, ma non voglio parlare di questo.
-E di cosa?
-Boh un po' di tutto, volevo sentire la tua voce... tua madre quando si sposerà?
-Non lo so, ma credo tra poco.
-Dici che mi inviterà?
-Beh se lo fa vestiti bene, e poi tranquillo, ti invito io.
-Mi consigli tu, vero?
-Certo, altrimenti come faresti?
-Perché?
-Voi ragazzi siete un disastro con l'eleganza.
-Ehi, magari io ho un talento naturale.
-No, non credo, altrimenti si vedrebbe da come ti vesti.
Iniziò a ridere.
-No aspetta, che vorresti dire?!
Cercai di non ridere ma la risata di Greta era contagiosa.
-Senti, ci vediamo domani.
Disse lei sbadigliando.
-Ok, buona notte.
-Notte amore.
Riattaccai e finalmente riuscii a dormire.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora