Capitolo 50

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ANTONY POVS

Il giorno dopo non vidi Greta vicino a me e mi agitai. Alzai lo sguardo ed era seduta sulla sedia.
-Greta.
-Ehi, buon giorno.
-Ieri ho avuto un attacco di panico, vero?
Lei mi guardò.
-Sì.
Alcune infermiere entrarono.
-Pronto, Antony?
-Sì.

Mi alzai e scendemmo di sotto per fare la lastra. Era una stanza dove c'era una specie di lettino, dovevo mettere la testa dentro a una macchina e lì mi avrebbero fatto la lastra, credo. Greta entrò nella stanza con me.
-Io sarò lì.
Disse indicando una porta a vetro dove c'erano già il dottore e mia madre.
-Sta tranquilla.
-Ci proverò.
-Ah Gré, devo dirti una cosa che ti dovevo dire da ieri.
-Dimmi.
Rispose preoccupata.
-Belli, i capelli.
Greta alzò gli occhi al cielo.
-Ora se non fosse che dall'altra parte c'è gente ti darei un pugno.
Sorrisi, la baciai e mi sdraiai. Greta andò nell'altra stanza.

GRETA POVS

Mentre facevano la lastra ad Antony apparve la foto della sua testa nel computer.
-Quelle cose arancioni che ha, sono un brutto segno?
Il dottore non rispose, ma la sua espressione mi fece preoccupare.
Passarono 20 minuti e fecero uscire Antony. Andai verso di lui e lo abbracciai. Lui mi strinse.

-Allora?
Chiese al dottore.
-È una malattia che prende molti della tua età anche se la percentuale è il 10% dei ragazzi.
Guardai Antony ma lui non ricambiò, continuava a fissare il dottore.
-Di questo 10% quanti sopravvivono?
Chiese. Il dottore si grattò la testa.
-Non c'è cura, Antony.
Mi crollò il mondo addosso. Stavolta Antony ricambiò lo sguardo. Nel suo volto c'era paura, tanta paura. Gli presi la mano. Sua madre si portò le mani alla bocca con le lacrime agli occhi.
-Mi dispiace.
Disse il dottore abbassando la testa.
Antony mi tenne la mano e mi portò fuori dalla stanza.

Uscimmo di fuori e ci sedemmo ma lui non parlò. Fissò a terra. Non dovevo piangere, no, altrimenti lo avrebbe fatto anche lui. Ma i miei occhi erano ingombri di lacrime. Tirai su col naso e mi strofinai gli occhi.
-Grazie.
Dissi. Lui mi guardò, aveva gli occhi rossi.
-Perché?
-Perché appena ti è stato detto che hai una malattia senza cura la prima cosa che hai fatto è stata guardarmi, mi fa sentire importante.
Antony abbozzó un sorriso.
-Tu sei importante, e poi non è detto che è una malattia mortale.
-Beh, devono controllare bene la lastra.
Una lacrima rigò il volto di Antony, si morse il labbro.
-Piangi se vuoi, lo so che stai per esplodere.
Disse lui abbassando lo sguardo. Le lacrime iniziarono a scendere.
-Antony io...
Mi abbracciò e scoppiai a piangere insieme a lui.
-Sai Grè, quando il dottore ha annunciato questa cosa cercavo di essere forte, ma in realtà mi è cascato il mondo addosso,
-Ricordati che io ci sarò sempre.
-Sì.

ANTONY POVS

Tornai a casa con mia madre che era una fontana. Non avevo la forza di fare niente, mi sdraiai sul letto e mi addormentai.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora