Capitolo 64

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GRETA POVS

Io e Sofia tornammo al nostro tavolo e Antony non c'era, Albe ci disse che era dovuto andare via. Perfetto, già stavo male, Antony non c'era stavo ancora peggio.

Sofia venne a casa mia.
Ci addormentammo e il giorno dopo mi svegliai alle 10, era la prima volta che dormivo bene da tanto tempo.
Mi alzai, Sofia stava ancora dormendo, decisi di non svegliarla e andai di sotto a fare colazione. In cucina c'era solo Fede.
-Buon giorno.
Dissi avvicinandomi alla macchinetta del caffè
-Giorno, bella.
-Ci sei solo tu?
Fede bevve un sorso di latte.
-A quanto pare sì.
Presi i biscotti.
-Come stai Grè?
Chiese lui dopo qualche attimo di silenzio.
-Non lo so.
-Ho letto i tuoi stati su Twitter...
Lasciò la frase in sospeso aspettandosi una mia risposta. Ma io mi limitai a prendere il caffè e sedermi sul tavolo strofinandomi gli occhi per il sonno, alla fine Fede continuò a parlare.
-Greta tu ti stai deprimendo, c'è Sofia qui, uscite, andate a fare quello che fanno le ragazze, non stare qui a non fare niente.
-Posso fare colazione almeno?
Fede sospiró.
-Sì... ok.
Si concentrò su un foglio che aveva davanti.
-Che cos'è?
Chiesi.
-Sto scrivendo una nuova canzone, vedi se ti piace.
Mi passò il foglio. La canzone parlava di qualcuno che ti mancava tanto anche se i momenti passati insieme a lei erano pochi ma intensi. Federico mi fissò facendomi capire che quel qualcuno della canzone ero io. Mi morsi il labbro e ridiedi il foglio a Fede.
-Credo che l'ispirazione ti venga se esci con un po' di ragazze eh.
Lui guardò in basso.
-Sì, può darsi.
Si alzò e se ne andò salutandomi.

Controllai il telefono e c'era un messaggio da Antony.

"Buon giorno amore mio, quando ti svegli vieni a casa di mio nonno."

Non avevo voglia di vestirmi, avrei voluto inviargli un messaggio di risposta con scritto di venire a casa mia ma uno sforzo per Antony potevo anche farlo.
Salii in camera mia dove Sofia si era appena svegliata.
-Giorno.
Cercai i miei vestiti nell'armadio.
-Senti, io vado da Antony, tu in caso esci con Albe o con Velia e Federica, non credo ci sarò per pranzo.
Sofia si alzò ancora intontita. Annuì.
-Ok.
Disse sbadigliando. Andai al bagno e mi feci una doccia. Il contatto con l'acqua mi fece svegliare del tutto. Finii di prepararmi e andai verso casa del nonno di Antony.

Era strano però, visto che Antony era tornato a casa sua. Comunque quando arrivai la porta era socchiusa. La aprii ed era tutto buio.
-Antony?
Guardai a terra e trovai un bigliettino, mi abbassai e lo staccai. C'era scritto:

"Eravamo solo due perduti amanti quando l'universo a ricongiunto i punti."

Non capivo il senso di trovare quel biglietto per terra.
Alzai la testa e ne vidi un altro attaccato sulla porta della sala. Mi avvicinai e staccai anche quello.

"Sole luna caldo freddo in un secondo solo."

Il terzo biglietto lo trovai sulle ringhiera delle scale.

"Quando finalmente riprendiamo il giro, è una sensazione che mi sembra innata, come se con me fossi sempre stata."

Sulle scale ne trovai un altro mentre i pezzi cominciavano a collegarsi.

"Come se ti avessi sempre conosciuta."

Sorrisi. Salii le scale e alla fine della ringhiera ce ne era un altro.

"Ma la meraviglia è che ti ho incontrata."

Sorrisi di nuovo e il mio cuore battè più forte.
Guardai a terra e c'erano dei biglietti messi in fila che portavano nella stanza più piccola. Entrai e sulla finestra, dove se la aprivi portava alla scala anti incendio, c'era un altro biglietto.

"E sei tu che mi hai dato i miei giorni più belli nel mondo, li ho vissuti con te."

Aprii la finestra sorridendo. Mi affacciai verso il giardino dove c'era Antony.
-Solo tu mi hai donato un sorriso che nasce anche quando un motivo non c'è!
Urlò. Il mio sorriso si allargò.
Scesi le scale in fretta e corsi ad abbracciarlo, mi buttai letteralmente tra le sue braccia... e niente, lo amavo. Mi uscì qualche lacrima. Lo guardai e lui sorrise.
-Io ti odio, davvero, ti odio.
Antony rise.
-Perché?
-Perché sei troppo dolce, io non ce la faccio.
Lo baciai.
-Guarda che le sorprese non sono ancora finite, non hai notato niente?
Lo guardai con la fronte aggrottata.
-No...
Mi sporsi e vidi che a terra c'era un pallone enorme che si stava gonfiando, di fianco c'erano Carlo e un ragazzo alto sulla ventina. Non chiedetemi come non avevo fatto a notare una mongolfiera nel giardino, non chiedetemelo. Guardai di nuovo Antony.
-Che hai combinato?
-Ti piace volare, Greta?
Chiese prendendomi la mano.
Mi presentò il cugino di Carlo: Mattia, esperto in mongolfiere.
-Sta tranquilla, la mongolfiera sarà legata visto che Antony non la sa' pilotare, quindi arriverà a una certa altezza e poi si fermerà lasciandovi a mezz'aria.
Mi informò Mattia. Guardai Antony.
Salimmo sulla mongolfiera.
-Credevo che il mio regalo di compleanno non lo battesse nessuno, ma mi sbagliavo.
-Non ce la facevo a vederti così, dovevo fare qualcosa.
Mi avvicinai a lui e lo baciai. Lui mi cinse la vita.
-Sì, aspetta che siamo in alto per baciarmi.
-Ok.
Sorrisi.
Antony accese la fiamma e si avvicinò al bordo del cesto.
-Pronta?
-Certo.
Fece cenno a Mattia e cominciammo a salire.

Vedevo il prato sempre più lontano e l'aria cominciava a farsi sempre più forte, era una sensazione bellissima. Antony mi abbracciò da dietro.
-Ti piace?
Chiese. Tirai la testa indietro per appoggiarmi alla sua spalla.
-Sì, ti amo tanto.
-Anch'io ti amo.
Restammo a mezz'aria, abbastanza in alto per ammirare tutta Roma.

Dopo un po' Mattia ci fece riscendere. Io e Antony ci incamminammo verso casa.
-Sei troppo dolce, grazie, mi hai fatto tornare il sorriso.
Antony sorrise.
-Era quello il mio obbiettivo.
Mi avvicinai e lo baciai.
Entrammo a casa.
-Sofia?
La chiamai. Lei scese le scale.
-Ehi, siete tornati, allora facciamo in tempo ad andare a pranzo, i tuoi non ci sono.
Propose Sofia.
-Ok, allora andiamo al Mc, prendo la borsa.
Salii in camera con Sofia.
-Strano che mi hai detto di sì subito per uscire.
Mi girai verso di lei e sorrisi.
-Non puoi capire che ha fatto Antony.
-È una cosa bella o brutta?
Le lanciai un'occhiataccia.
-Secondo te? Non vedi che sto meglio?
Le raccontai tutto.
-No, non ci credo che cosa carina!
Sofia continuò a fangirlare. Avevo ancora in mano i post it, li posai sulla scrivania. Tornammo di sotto e andammo al Mc chiamando anche Alberico.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora