Capitolo 57

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Passarono un po' di giorni. Non era cambiato niente, solo che io e mia madre avevamo fatto pace. Alla fine Marco era simpatico, Benji anche e Fede... era Fede.
Stavo andando con Matteo alla stazione a prendere Sofia e Muriel. Finalmente lei e Matteo avevano chiarito.

-Quanto ci mettono? Devo andare a skaitare!
Chiese Matteo guardando nervosamente il telefono.
-La tua ragazza viene qui e vai in skate?
-A lei piace.
Scrollai le spalle.
-Sarà.
-E Antony dov'è? Sta organizzando qualcosa per uccidermi?
Alzai gli occhi al cielo.
-Aveva da fare con il Network, e smettetela con questa storia tutti e due, siete pesanti.
-Non ti posso fare niente, ha una faccia da schiaffi.
Sospirai.
-Ok, ci rinuncio.
Il treno arrivò e le ragazze ci raggiunsero.

Io e Sofia ci incamminammo verso casa.
-Non vedi l'ora di venire da me eh!
-Perché?
-Non fare la finta tonta, lo sai benissimo che vivo con Benji e Fede.
-E ti ci lamenti pure, magari fossi io!
Incontrammo Antony con Albe.
-Oi.
-Ciao.
-Grè, Albe stava pensando di uscire tutti insieme stasera, vi va?
Chiese Antony. Guardai Sofia.
-Sì, per me va bene.
Risposi alzando le spalle.
-Ok.
Disse Sofia.
-Allora ci vediamo dopo.
Antony mi sorrise.
-Ok.

Tornammo a casa. Sofia si guardava in torno per trovare i ragazzi. Risi.
-Sono in camera loro, li vedrai a cena, dai.
Salimmo in camera mia.
Dopo un po' ci chiamarono per cena. Non sapevo perché ma non avevo fame e non mangiai niente.
Mentre risalivamo per prepararci Sofia mi chiese:
-Sicura di star bene Grè? Non hai mangiato niente.
-Mi fa un po' male la pancia, anzi, adesso sta aumentando.
Invece di andare in bagno entrai in camera e mi sedetti sul letto.
-Se vuoi chiamo Albe e gli dico di rimandare.
Disse Sofia con un'espressione preoccupata mentre entrava in camera.
-Sì, grazie.
Mi sdraiai e appena chiusi gli occhi mi addormentai.

Il giorno dopo mi svegliai presto con un po' di nausea. Entrai in bagno e mi appoggiai al lavandino. Restai lì per un po' di tempo.
-Greta?
Sentii Sofia dall'altra stanza. Si mise sulla soglia della porta del bagno.
-Ehi, sei sicura di stare bene? Sei pallida.
Annuii ma non stavo bene per niente.
-Puoi uscire?
Dissi a bassa voce e non ero nemmeno sicura che Sofia mi avesse sentito.
-Ok.
Chiuse la porta.
Dopo un po' uscii.
-Sofia che giorno è oggi?
-Il 15 gennaio, perché?
Fissai il vuoto.
-Non mi è ritornato.
Sofia mi guardò spaventata.
-Greta perché fai quella faccia? Mi fai paura.
Nella mia testa c'erano mille domande senza nessuna risposta.
-Greta, non saltare a conclusioni affrettate. Sarà un ritardo e basta!
-E la nausea come me la spieghi?
-Coincidenza?
Mi alzai.
-Andiamo in farmacia.
La tirai per un braccio e la portai di fuori.

Andammo in farmacia e comprammo il test per la gravidanza. Appena uscimmo dalla farmacia mi chiamò Antony.
-Ciao.
-Amore, ieri Alberico mi ha detto che stavi male, ti ho chiamata ma stavi dormendo, oggi come stai?
Guardai Sofia.
-Bene.
Risposi nervosa.
-Sicura?
-Sicurissima.
-Ok, allora ci vediamo dopo.

Tornai a casa e feci il test. Dopo averlo fatto rientrai fissandolo con la fronte aggrottata.
-Allora?
Chiese Sofia che era seduta sul letto. Alzai lo sguardo verso di lei.
-Greta?
-Non può essere.
Sofia si alzò.
-Greta, mi stai facendo preoccupare.
Girai il test verso di lei.
-Sono incinta.
Sofia spalancò gli occhi.
-No, non ci credo, diventerò zia!
La guardai a bocca aperta.
-Ma quale zia, ti rendi conto che aspetto un bambino?!
-Sì, scusa.
Mi sedetti a peso morto sul letto.
-Come lo dico ad Antony? E come lo dico a mia madre?!
Mi aggiustai i capelli nervosa. Sofia si sedette accanto a me.
-Grè qualsiasi cosa io ci sono.
Buttai il test nel secchio.
Bussarono alla porta.
-Ehi ragazze posso entrare?
Era Antony. Mi girai verso Sofia e notai che c'era la scatoletta del test sul letto.
-Butta quel coso!
Sofia lo prese e lo lanciò dall'altra parte del letto.
-Genio!
Antony entrò.
-Ehi.
-Beh io vado di sotto.
Ci avvertì Sofia prima di lasciare la stanza.
Mi avvicinai ad Antony.
-Come stai?
-Male, sto veramente male.
Mi appoggiai a lui.
-Antony devo dirti una cosa.
Lui mi guardò preoccupato.
-Sta tranquilla, dimmi tutto.
Mi tranquillizzò lui accarezzandomi i capelli. Lo guardai negli occhi e quasi mi venne da piangere. Non riuscivo a dirglielo.
-Io sono... ammalata, tanto.
-Ok, se ti serve qualcosa dimmelo.
Mi fece sedere sul letto.
-Tu riposati, io ripasso tra un po'
Con il suo sorriso riuscì a calmarmi. Era così gentile e carino e non sapeva il vero motivo per il quale stavo male. Lo baciai.
-Grazie.

Il giorno dopo mi sentivo meglio, accompagnai Sofia a fare compere.
-Quando hai intenzione di dirglielo?
Chiese lei mentre guardava un vestito.
-Non lo so Sofia, ancora è uno shock per me.
-Appunto, l'unico che può capirti è lui.
Quando uscimmo incontrammo Matteo.
-Ehi, Gré che hai? Hai una faccia strana.
-Eh? No niente.
Sofia mi guardò come se stesse per esplodere, doveva dirlo a qualcuno, ma Matteo proprio no. Era il mio migliore amico ma non sapevo come l'avrebbe presa.
Andai a comprare una bottiglietta d'acqua, quando uscii dal bar da lontano la faccia di Matteo non era di quelle migliori.
-Antony ha fatto cosa?!
Sentii urlare da Matteo.
-Oh no... non glielo ha detto veramente.
Mormorai.
Li raggiunsi ma Matteo aveva cambiato direzione.
-Che gli hai detto? Dove sta andando?
Sofia mi guardò imbarazzata.
-Non dirmi mai più un segreto, ah, sta andando da Antony.
Mi portai le mani alla testa.
-No!

ANTONY POVS

Ero con Carlo quando vidi Matteo venire in fretta e furia verso di noi.
-Che cosa vuole?
Prima che potessi fare qualcosa mi diede un pugno nella pancia. Mi piegai in due.
-Ma che cazzo fai?
-Tu dovresti renderti conto di quello che fai!
Mi rialzai.
-Tu hai dei seri problemi, mi spieghi che ti ho fatto?
-Non prendermi per il culo, lo sai benissimo!
-No, non lo so.
-Impara a usare la protezione, coglione!
Lo fissai.
-È?
Stava per mollarmi un altro pugno.
-Davvero non sai di cosa parlo?
-No!
-Greta è incinta!
Lo guardai e scoppiai a ridere.
-Sei proprio un'idiota, ti pare che credo a te?
Lui non rise, era così serio da farmi paura. Incrociò le braccia.
-Perché non ridi Tiberia?
Gli diedi un pugno amichevole sulla spalla.
-Matteo?
Lui si girò verso Sofia e Greta che ci stavano raggiungendo.
-Antony, io te lo volevo dire...
Disse lei lasciando la frase in sospeso. La fissai a bocca aperta, poi svenni.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora