Capitolo 51

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ANTONY POVS

Dopo pranzo andai un po' in giro, Greta aveva da fare delle cose con il network. Decisi di andare al murales.
Vidi Matteo che skaitava con il suo amico: Edoardo.
-Ciao Tiberia.
Lui alzò gli occhi al cielo.
-Eccolo, ben tornato.
Disse con una nota di sarcasmo.
-Oh, grazie.
-Senti sappiamo entrambi quello che vuoi.
-Davvero? Cosa voglio?
-Sta lontano dalla mia ragazza bla bla bla, beh sappi che io sto con Muriel.
-Sai benissimo che ti ho sentito parlare con Jar.
Lui distolse lo sguardo.
-Antony te lo giuro non devi preoccuparti, se volevo provarci con Greta lo avrei fatto quando eravate "solo amici". Anzi, te lo dico, appena l'ho vista piangere al parco, quando tu e Federico ve ne siete andati e lei mi ha fasciato il braccio che tu mi hai rotto ho provato a baciarla, ma lei mi ha respinto, da lì sono rimasto nella friendzone fino a Muriel. Voglio bene a Greta ma l'ho lasciata perdere.
-È successo qualcosa quando avete aspettato Muriel nella sua stanza?
Dissi avvicinandomi a lui.
-No, che doveva succedere? Ti ho appena detto che...
Mi piazzai davanti a lui.
-Se vengo a scoprire solo una minima cazzata, Tiberia, ti spezzerò entrambe le gambe così non potrai andare sul tuo adorato skate per un po'.
Provò a darmi un pugno ma lo bloccai. Gli strinsi il polso, poi lo lasciai.
-Va da Muriel, che è meglio.
Me ne andai.

GRETA POVS

Andai al Network per fare delle cose e ritirare i cartelloni dell'ultimo evento. Mentre tornavo a casa mi scontrai con Matteo.
-Il tuo stupido ragazzo deve finirla di minacciarmi.
Lo guardai.
-Come? Ti ha minacciato?
-Sì perché crede sia successo qualcosa nella stanza di Muriel, cavolo credevo che questa gelosia verso di me fosse finita da un bel pezzo!
-Sai c'è una cosa di cui mi voleva parlare ma poi non me l'ha più detta, credo c'entri qualcosa su questa gelosia.
Matteo si agitò.
-Ah sì, giusto.
-Tu ne sai qualcosa?
Scosse le spalle.
-No
-Ok mi sono rotta di sentir mentire, di' la verità, per favore.
-Senti Greta, finiamola con questa storia, Antony pensasse ai cazzi suoi.
-Non ti sopporto.
-Sei seria?
-Sì.
-E perché non mi sopporti?
Sbuffai.
-Lasciamo perdere.
-Ma va va.
Scossi la testa e me ne andai.

Bene e adesso perché avevamo litigato? Gré, chi ti capisce è bravo.
Continuavo a camminare senza sapere la meta precisa. Un gruppo di ragazzi mi fissò.
-Ehi bella, ti sei persa?
Chiese un ragazzo avvicinandosi troppo.
-Oh l'ho vista prima io.
Disse un altro ridendo.
-Non fa niente, facciamo a turni.
Commentò il primo ridendo.
-Sì, vi piacerebbe.
Me ne andai ma uno di loro mi bloccò.
-Lasciami!
Cercai di dargli dei calci.
-Oh, mena la ragazza
Rise quello.
Gli arrivò un pugno in faccia, quello cascò a terra e mi lasciò il polso.
-Ehi, ragazzino!
Disse l'altro cercando di prendermi. Mi girai verso chi era stato a dare il pungo, era Matteo.
Mi prese e mi portò via.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora