Capitolo 66

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GRETA POVS

Fissai Antony che se ne andava. Non ci potevo credere... di nuovo e stavolta lui ce l'aveva con me.
Risalii in camera. Mi misi sulla scrivania a guardare le foto e i post it. Potevo immaginare il dolore di Antony... dopo tutto quello che aveva fatto per me.

Mi chiamò Sofia.
-Greta che cosa hai fatto?
-Oddio, come lo sai?
-Antony su Facebook ha caricato una foto non l'hai vista?
-No.
Presi il computer.
-Comunque quando è triste significa che è successo qualcosa tra voi.
Gli raccontai tutto.
-Ah... quindi è colpa mia.
-È colpa dell'alcol.
-Sai, secondo me Benji era sbronzo... però sai com'è.
-No, non penso.
-Uffa, adesso per il mio compleanno siete separati.
-Grazie per ricordarmelo, Sofia!
-Scusa.
-Senti ci sentiamo dopo.
-Ok.
Riattaccai e accesi Facebook.
C'era una foto di Antony in cui provava a sorridere ma con scarsi risultati. Mentre sotto c'era una citazione che mi fece venire i brividi, mi ero ripromessa di non piangere, infondo era solo una pausa. Sì Greta continua a crederci.
Bussarono alla mia porta.
-Posso entrare?
Era Fede, l'ultima volta che era entrato in camera per consolarmi... era finita in un altro modo, poi è venuta Sofia...
-Greta?
-Ah, sì.
Entrò in camera.
-Come stai?
-Bene.
Lui sospirò.
-Dimmi la verità.
-Ok non sto per niente bene, proprio per niente! Antony ce la con me non posso stare bene!
-Ok... così mi piaci di più.
-Hai parlato con Benji?
Lui distolse lo sguardo.
-Sì e non posso crederci, comunque è pronta la cena.
Fede notò i post it che avevo vicino.
-Mi dispiace per te e lui.
-Davvero?
-Sì, senza Antony tu non sei Greta.
Lo guardai.
-Di' a mamma che adesso scendo.
Lui annuì.
-Ok.

ANTONY POVS

Tornai a casa con l'immagine fissa di quello che era successo.
Volevo piangere ma non ci riuscivo, non potevo. La scusa della pausa non reggeva, io e Greta c'eravamo lasciati di nuovo era questa la verità.

Rientrai in casa sbattendo la porta. Mia sorella mi guardò.
-Greta?
La ignorai ed entrai in camera mia. Mi sedetti sul letto e buttai la testa tra le mani.
Mia sorella entrò in camera.
-Allora...
-Sì è Greta, è per Greta che sto piangendo, tanto è sempre per lei!
La guardai cercando di non piangere, e lei capì che volevo stare da solo.
Mi cambiai e mi stesi sul letto buttando la testa sul cuscino. Non riuscii a dormire.

Il giorno dopo avevo delle occhiaie profondissime. Mia madre entrò in camera.
-Antony puoi andare a fare un po' di commissioni? Io ho da fare qui.
Non risposi.
-Antony?
-Sì, ecco!
Mi alzai e andai in bagno, mi feci una doccia fredda e andai a prendere l'auto.

Mentre la aspettavo vidi Greta dall'altra parte della fermata. Lei mi notò poco dopo. Ero così incazzato e ferito. Già con le occhiaie facevo paura, ora anche il mio sguardo assassino. La gente che passava mi avrà preso per terrorista.
Decisi di fare il giro e raggiungerla.
-Greta ieri non ti ho dato una cosa.
Mi portai le mani dietro al collo e mi slacciai la catenina con l'anello. La buttai a terra e me ne andai senza aspettare la reazione di Greta.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora