Capitolo 81

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GRETA POVS

Scendemmo di sotto e Antony andò a parlare con il Network.
Mi sedetti alle poltrone della reception e Matteo mi raggiunse.
-Ciao Grè.
Si sedette accanto a me.
-Per una volta il tuo ragazzo non ha fatto a botte con me.
Lo guardai.
-Che simpatico.
Sorrise.
-Spero davvero che Diego venga escluso dal tour.
-Anch'io, non voglio che qualcun altro si faccia male.
-Già.
-Senti, hai fatto pace con Muriel?
-Sì, quando siamo andati a Milano l'ho incontrata e abbiamo chiarito.
-Meno male.
Antony tornò.
-Allora?
Si sedette a peso morto vicino a noi.
-In teoria sì, dovrebbero escluderlo.
Rispose lui.
-Che significa in teoria?
Domandò Matteo.
-Beh siccome lui è di Milano non possono lasciarlo qui e non possono nemmeno riportarlo a Milano, tarderemo il tour.
Matteo scosse la testa.
-Non ci posso credere.
-Nemmeno io.
Dissi abbassando lo sguardo.
-Per ora è così ora stanno trovando un modo, ad esempio pagargli il biglietto del treno.

Matteo ci lasciò da soli.
-Spero che riusciranno a fare qualcosa.
Affermai guardando Antony.
-Non ce lo leveremo mai di torno.
Gli presi la mano.
-Andiamo a dormire.
-Ok.

Il giorno dopo andammo a fare le riprese. Diego mi innervosiva per il suo sguardo fisso su di me.
Finite le riprese andammo a pranzo al Mc.
-Ho bisogno di calmarmi.
Me ne uscii. Antony mi guardò.
-È?
-Oggi, amore, mi accompagnerai a comprare... indovina cosa?
-Ho paura a rispondere.
-Una bella tinta per i capelli!
Antony rise.
-Giusto, è tanto che non li tingi, mi stavo quasi abituando.
-Non ti abituerai mai ai miei capelli.
Sorrise.
-Già.
Mi baciò.

Tornammo in albergo. Mi affacciai dal balcone dove potevo vedere il porto. Antony mi mise le mani sui fianchi.
-Bello vero? Quello è il mio Yot, ti va di farci un giro?
Lo guardai sorridendo.
-Ti piacerebbe.
-Sì.
Rise.
-Beh a Venezia possiamo fare un giro in gondola.
-Giusto, ma allora le idee carine ce le hai anche tu.
Lo guardai male e gli diedi un pugno.
-Aia!
-Oh, scusa.
Si morse il labbro.
-Stronza.
-Vuoi un altro pugno?
Mi baciò.
-No, grazie.

ANTONY POVS

Greta tornò in camera con la tinta viola.
-Non fare casini.
Entrò in bagno.
-Tranquillo, ci sono abituata!
-A fare casini o a fare la tinta?
-Mh, diciamo entrambi.
-Ah, bene.
Non so quanto passò, ma mi stavo annoiando. Usai un po' il telefono vagando sui social senza uno scopo preciso.
Greta uscì.
-Ce l'hai fatta.
La guardai.
-Sei bellissima.
Lei sorrise.
-Grazie.
Si sedette accanto a me e mi baciò.
-Sai che ultimamente a ogni canzone che ascolto penso a te?
Lei sorrise.
-Davvero?
-Gia, vorrei dedicarti tutti i miei pezzi preferiti di qualsiasi canzone.
Si morse il labbro.
-Comincia adesso allora.
Sorrisi.
-Penso che forse non te l'ho mai detto, ma era una vita che ti stavo aspettando, perché non solo sei bellissima ma la più bella del mondo.
Greta sorrise, mi guardò con i suoi occhi pieni di amore. Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò.
-Stringimi adesso.
Disse continuando la canzone. La abbracciai.
-Scendiamo a cena?
-Ok.
Scendemmo di sotto e il Network mi prese da parte.
-Che succede?

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora