Capitolo 68

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Il giorno dopo mi svegliai. Antony dormiva ancora.
-Ehi, è tardi.
Non rispose.
-Antony.
Lo scossi, lui si mosse di colpo e mi afferrò per un braccio tirandomi verso di lui.
-Oddio ma sei pazzo?
Lui rise.
-Scusa, ero mezzo addormentato.
Ci rendemmo conto di trovarci faccia a faccia. Il sorriso di Antony si spense e si trasformò in quell'espressione incazzata che aveva questi ultimi giorni. Mi allontanai da lui.
-Mi dispiace, Antony.
-Niente, non preoccuparti.

Dopo essermi cambiata scesi di sotto a fare colazione. Mi sedetti al tavolo con i ragazzi e Sofia, mi fissavano tutti e tre.
-Che c'è?
-In camera con Antony, tutta la notte. Non dirmi che non è successo niente.
Esclamò Sofia. La guardai male.
-Stavolta do ragione a Sofia.
Affermò Lorenzo divertito.
-Io non parlo.
Disse Matteo abbassando la testa.
-Smettetela!
-Ok Grè parliamo meglio dopo.
Disse Sofia ammiccando.
-Ho detto smettila.

Andammo all'evento e come al solito era strapieno.

ANTONY POVS

Tornai a Roma con Albe.
-Ehi, ho saputo della camera dell'hotel, Sofia non sa tenere la bocca chiusa.
-Non è successo niente, anzi, Albe devo trovare un modo per dimenticarla, proprio definitivamente.
-Mi dispiace che dici questo, tu la ami, lo sai che è impossibile dimenticarla, non lo so prova a perdere la memoria.
-Vaffanculo.
-Antony, ho visto come vi guardate.
Lo ignorai.
-Senti, stasera usciamo.

Io non volevo ma Albe mi costrinse ad andare in discoteca insieme a Jacopo, un vecchio amico.
Lui notò che ero da solo.
-Antony vieni con me.
Disse serio.
-Che vuoi?
Mi portò dietro il locale dove c'era un gruppo di ragazzi seduti in cerchio.
-Raga, lui è nuovo.
Li avvertì Jacopo indicandomi. I ragazzi si girarono verso di me, non avevano un bell'aspetto.
-È la prima volta?
Disse uno rivolgendosi a Jacopo.
-Sì ma ha già fumato sigarette.
Rispose lui come se io non fossi presente.
-Jacopo mi spieghi che...
-Sh, hai detto che vuoi dimenticarla, giusto?
Mi interruppe lui.
I ragazzi mi passarono una lunga sigaretta, ma quello che c'era dentro non era tabacco ma erba. Un ragazzo la accese.
-Tieni fai un tiro non te ne pentirai...
Mi sorrise il ragazzo mettendo in risalto le sue pupille rosse. Poi cacciò una bustina dalla tasca e me la mise in fretta tra le mani.
-Questa è gratis quando vuoi ripassa.
-Dai Antony.
Mi incitò Jacopo dandomi una pacca sulla schiena. Presi la canna me la portai alle labbra e tirai.
Poi non ricordai più niente.

Il giorno dopo mi svegliai sempre sul retro dell'edificio, stavo dormendo vicino a un secchio dell'immondizia. La testa mi faceva male in un modo assurdo, peggio di quando eri ubriaco.
Mi alzai e tornai a casa cercando di non svegliare nessuno ma Albe dormiva a casa mia e quando aprii la porta mi corse in contro.
-Dove cazzo sei stato?
-Non lo so.
-Antony che cosa hai fatto?
-Lasciami in pace.
Andai in bagno e mi tastai la tasca trovando la bustina che mi avevano dato ieri. Dentro c'era un contenuto verdognolo. Andai di la e presi i filtri e le cartine di Alberico senza farmi scoprire. Tornai in bagno e mi preparai un'altra canna.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora