One.

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15 anni prima.

C'era un gran baccano per le strade di Los Angeles, centinaia e centinaia di giovani si erano riversati in strada per poter festeggiare l'arrivo del nuovo anno nel modo migliore, avevano creato grandi gruppi di persone che si sarebbero poi recati in qualche discoteca per ubriacarsi a tal punto da non rendersi conto neppure che la mezzanotte era arrivata, era questo il tipico modo dei giovani di quella città per divertirsi, o restavano chiusi in casa o si ubriacavano, a Los Angeles non esistevano mezze misure.
Los Angeles era la città degli eccessi, la città degli angeli caduti.
Non mancava ancora molto alla mezzanotte, e con essa al nuovo anno, le spiagge si stavano riempendo di famiglie che avevano portato i loro figlioletti a vedere i fuochi d'artificio che ci sarebbero stati allo scattare della mezzanotte, tutti sembravano essere molto eccitati per l'arrivo del nuovo anno che erano perfino arrivati a dimenticare l'anno che stava per finire, avevano deciso di mettere da parte tutti i loro problemi e darsi una nuova possibilità.
In fondo, a mezzanotte, tutto può succedere, anche le cose più inaspettate.

Poco distante dalla spiaggia c'era una vecchia discoteca abbandonata già da diverso tempo ormai ma era abbastanza facile raggiungere la grande terrazza, alquanto malandata per i tanti anni di non uso, anche per due bambini che volevano scappare da tutto.
In un angolo, quasi del tutto buio, della terrazza nera c'era un bambino dai capelli castani chiari e con gli occhi di un colore quasi indecifrabile, andavano dall'azzurro al verde e viceversa, erano un vero e proprio spettacolo, proprio come lui.
"Troverò mai un posto per me in questo mondo?" Pensò il bambino e sospirò prima di stringersi le ginocchia al petto.
Un rumore proveniente dalle scale interruppe i pensieri del bambino e attirò la sua attenzione.
-"C'è nessuno?!" Urlò.
Nessuna risposta.
Poco dopo la porta grigia si aprì e il piccolo, in un primo momento, non vide nessuno ma non appena abbassò lo sguardo vide un bambino, poco più piccolo di lui nonostante il suo viso angelico, dai capelli scuri e con gli occhi più belli che l'altro avesse mai visto, erano azzurri ma non come tanti altri, c'era qualcosa che li rendeva particolari, speciali, sembravano rispecchiare il mare e il cielo in una bellissima giornata di sole, trasmettevano felicità.
-"Chi sei?" Chiese con tono duro che a fatica riuscì a mantenere, quel bambino infondeva in lui tanta tenerezza.
-"M- mi chiamo Federico..." Sussurrò imbarazzato il bambino dai grandi occhi e si sistemò meglio sulle spalle lo zainetto rosso. "E tu?" Chiese.
-"Cosa ci fai qui?" Continuò a domandare il bambino ignorando la domanda dell'altro.
-"Credo la stessa cosa che ci fai tu." Rispose Federico e abbozzò un sorriso prima di avvicinare al piccolo.
-"Non ti ho detto di avvicinarti." Disse il piccolo e strinse ancora di più le ginocchia al petto.
-"Non mi hai nemmeno detto di non farlo." Controbatté il ragazzo dai capelli scuri.
Il bambino, che non sapeva più cosa rispondere, sbuffò e incrociò le braccia al petto.
-"Ora puoi dirmi come ti chiami?" Chiese.
-"Che ti importa?" Ringhiò il bambino dai capelli castano chiaro.
-"Io ti ho detto il mio nome, sarebbe carino se anche tu mi dicessi il tuo." Rispose Federico.
-"E va bene." Sbuffò il bambino. "Mi chiamo Benjamin, visto che ci tieni così tanto a saperlo." Disse.
-"Benjamin." Ripetè il piccolo dai capelli scuri "Mi piace davvero molto il tuo nome." Aggiunse sorridendo.
Benjamin in un primo momento fu tentato di sorridere ma subito decise di reprimere quella voglia e continuare ad essere duro.
-"Il tuo invece no." Rispose. "È troppo comune, ci sono centinaia di persone con il tuo stesso nome, non ti rende particolare." Continuò.
Il sorriso che fino a poco prima illuminava il viso di Federico scomparve e questo abbassò la testa.
-"Forse il mio nome è proprio come me..." Sussurrò lui. "Nulla di particolare, uno come tanti." Aggiunse.
-"Può darsi." Disse Benjamin. "Cosa ci fai qui?" Chiese nuovamente.
-"Quello che ci fai tu." Rispose il bambino dai grandi occhi.
-"Non sai perché sono qui." Controbatté il primo.
-"Le persone vengono qui solo per un motivo." Disse Federico.
-"Quale?" Lo incitò a parlare il piccolo dai capelli castano chiaro.
-"Per scappare, per ricominciare." Disse Federico.
Una fragorosa risata fuoriuscì dalle labbra carnose di Benjamin.
-"E tu vorresti scappare?" Chiese divertito.
-"Si, questo posto non è adatto per me, voglio trovare quello giusto dove vivere felice." Rispose sicuro di sé il moretto.
-"Non puoi farlo." Disse il bambino dagli occhi con il colore indecifrabile.
-"Perché non posso?" Chiese confuso l'altro bimbo.
-"Quanti anni hai?" Domandò Benjamin ignorando la domanda dell'altro.
-"Sette, perché?" Rispose Federico e inclinò la testa da un lato.
-"Sei troppo piccolo per farlo." Sentenziò il piccolo dai capelli castano chiaro e si alzò in piedi.
-"Cosa?" Chiese confuso il bambino dagli occhi più profondi del mare. "E tu quanti anni hai?" Continuò a chiedere.
-"Io ne ho otto." Rispose sicuro di sè Benjamin.
Questa volta fu il più piccolo a scoppiare a ridere.
-"Cosa ridi?!" Domandò nervoso il primo.
-"Non sei molto più grande di me, se io non posso scappare non puoi farlo nemmeno tu." Rispose Federico.
-"Non è l'età che mi rende più maturo di te, io so chi sono, cosa mi rende particolare, e quanto valgo mentre tu no, non sai chi sei, ti accontenti di essere ciò che gli altri vogliono, e lo dimostra la risposta che mi hai dato prima, e se non sai chi sei non puoi trovare il tuo posto nel mondo quindi non ha senso scappare." Disse il bambino dai capelli chiari.
Federico ascoltò attentamente tutte le parole pronunciate dall'altro e sapeva che aveva ragione ma non voleva dirglielo.
-"Tu scapperai?" Chiese.
-"Si, lo farò, troverò il mio posto nel mondo e finirò per farlo mio perché io non mi accontento." Rispose Benjamin.
-"Portami con te, te ne prego." Lo supplicò il bimbo dagli occhi azzurri.
-"No, Federico, devi ancora crescere." Disse il più grande.
Un grande boato dovuto ai fuochi d'artificio è un grido generale, seguito dal rintocco del grande orologio, segnò l'arrivo della mezzanotte e del nuovo anno.
-"Quando lo farai verrò a prenderti, ci vediamo Federico." Aggiunse Benjamin, gli diede un bacio sulla guancia e corse via.
Un nuovo capitolo aveva inizio, una nuova storia era iniziata.
I due bambini erano destinati a qualcosa di grande ma, sopratutto, si sarebbero rivisti?

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora